17 Giugno 2019, 13:30
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PALERMO – Ammontano a oltre 54 milioni: sono i debiti fuori bilancio della Regione nel solo 2018. Soldi che la pubblica amministrazione è stata “costretta” a pagare anche senza una autorizzazione di spesa per non causare ulteriori danni alle proprie casse. Per la maggior parte sono dovuti a una pioggia di pignoramenti sugli assessorati regionali: circa 28 milioni di euro. I restanti 26 milioni riguardano invece ordini speciali di pagamento. Decisamente minori sono, invece, le altre due somme che contribuiscono a creare questi debiti fuori bilancio: 28mila euro per l’applicazione delle commissioni bancarie ai Pos dei poli museali e 5mila euro di commissioni per l’incasso dei bollettini postali.
Come detto queste cifre sono ritenute dalle norme di contabilità debiti fuori bilancio. Nel caso dei pignoramenti sono spese che la Regione non aveva registrato come previsione di spesa pur essendoci il rischio di dovere pagare a causa del riconoscimento del giudice dell’obbligo per la Regione di pagare. Il dipartimento regionale ad avere subito più pignoramenti è quello all’Istruzione e alla formazione: 14 milioni di euro. In tre casi le esecuzioni forzate superano il milione e a chiederne l’attivazione sono stati tre enti di formazione: il Cirpe, Centro iniziative ricerche programmazione economica (1,2 milioni più oltre 400 mila euro), l’associazione Cnos Fap, il centro di formazione dei salesiani (un milione circa), e la curatela fallimentare dello Ial (1,15 milioni). Gli altri due dipartimenti ad avere avuto una maggior quota di pignoramenti sono quelli della Salute (2,7 milioni in totale) e quelli collegati all’assessorato alle Autonomie locali e della Funzione pubblica (2,4 milioni).
L’altra grande voce di debiti fuori bilancio riguarda invece gli ordini speciali di pagamento. Sono spese che l’amministrazione ha riconosciuto perché effettivamente fatte ma che non potevano essere liquidate perché nei capitoli di bilancio mancava la necessaria copertura. Il pagamento sarebbe stato liquidabile sono con le nuove autorizzazioni di bilancio ma i creditori si sono “presentati” alla Regione con un titolo esecutivo che ha così portato l’amministrazione a pagare subito per limitare i danni all’Erario che si sarebbero potuti registrare opponendosi all’intimazione al pagamento.
Dato che il debito è certo, insomma, meglio pagare subito piuttosto che pagare dopo con gli interessi e le spese legali. In questo caso come detto gli ordini speciali di pagamento ammontano a 26,7 milioni di euro di cui 9,3 sono quelli registrati nei dipartimenti all’Agricoltura, allo Sviluppo rurale e alla Pesca, 6,6 milioni quelli pagati dai dipartimenti dell’assessorato alla Salute. Vanno oltre i 4 milioni di euro i debiti pagati dai dipartimenti dell’assessorato al Territorio e all’ambiente.
Adesso questi debiti vanno all’Ars, in un apposito disegno di legge, chiamato “Disposizioni contabili”. Come l’anno scorso Sala d’Ercole dovrà approvare questo ddl prima dell’approvazione del Rendiconto della Regione. Così questi 54 milioni saranno sottratti dal risultato d’amministrazione che dovrebbe risultare dal bilancio consuntivo della Regione e che dovrebbe ammontare a 229 milioni di euro, dato che nel bilancio da poco approvato dalla giunta il risultato d’amministrazione è pari a 283 milioni.
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17 Giugno 2019, 13:30