31 Luglio 2014, 20:40
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PALERMO – Mentre Nomura fa sapere di essere disposta a rivedere i termini contrattuali, il fronte investigativo si allarga. Dopo la tornata di audizioni in Procura ci sarebbero margini per ipotizzare altre presunte complicità nella presunta truffa ai danni della Regione siciliana.
La mossa a sorpresa dei pubblici ministeri che indagano sullo scandalo Nomura avrebbe sortito gli effetti sperati. Il pubblico ministero Daniele Paci, che si occupa dell’inchiesta assieme a Sergio Demontis, ha convocato nove persone. Sono state sentite come persone informate sui fatti. Al Palazzo di giustizia si sono presentati, tra gli altri, Ettore Cittadini, Vincenzo Emanuele e Simone Cuccia. Negli anni delle operazioni di finanza creativa, tra il 2002 e il 2003, erano rispettivamente assessore regionale alla Sanità, dirigente coordinatore dell’assessorato e dirigente del servizio Bilancio.
Cittadini non ricorda i particolari della cartolarizzazione anche perché “un assessore ha il compito della programmazione e non si occupa di atti amministrativi”. Emanuele difende il progetto, ma ne condanna gli esiti, se davvero sono quelli che hanno fatto scattare il sequestro: “Sembrava un’operazione corretta che doveva servire per abbattere i tassi usurari dei mutui pagati dalla Regione. Se, come dice la Procura, qualcuno ne ha approfittato le cosa è grave”. Cuccia, l’uomo che firmò il decreto per la cartolarizzazione, taglia corto: “Ho sempre difeso l’interesse pubblico”. Ma è proprio sul decreto a sua firma che si concentrano le attenzioni dei pubblici ministeri. Potrebbe non esserne stato l’unico autore.
L’inchiesta nei giorni scorsi ha portato al sequestro per equivalente di 104 milioni di euro eseguito dalla Polizia tributaria della Finanza ai danni della banca d’investimenti Nomura International e di alcuni uomini d’affari. Sette le persone indagate, tra cui quattro ex manager dell’istituto di credito giapponese e i professionisti palermitani Marcello Massinelli, Fulvio Reina e Marco Modica De Mohac. La truffa avrebbe provocato alle casse di Palazzo dei Normanni un danno di 175 milioni di euro dovuti alla cartolarizzazione dei crediti della aziende sanitarie siciliane e a tre operazioni di finanza derivata.
Reina e Massinelli sono i titolari della società di intermediazioni LM Consulting, già Rossini srl, artefice dell’operazione negli anni in cui il presidente della Regione era Totò Cuffaro. Modica De Mohac, invece, era il presidente del Consorzio aziende sanitarie siciliane, appositamente istituito per la cartolarizzazione dei crediti. Alla fine fu stipulato un contratto con tassi di interesse molto onerosi e più pesanti, secondo l’accusa, rispetto alle condizioni di mercato. Massinelli e Reina avrebbero così incassato provvigioni per 19 milioni di euro, transitati su conti correnti esteri. Ed è sull’intera attività di Massinelli come consulente finanziario e nel sottogoverno della Regione che si indirizzeranno nei prossimi giorni le indagini dei magistrati.
Intanto la Nomura avrebbe manifestato l’intenzione di sedere ad un tavolo con la Regione per rivedere i contratti stipulati e i tassi di interessi di interesse applicati. Al di là degli esiti dell’inchiesta, la banca giapponese sembra interessata a tutelare la propria immagine di colosso internazionale.
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31 Luglio 2014, 20:40