La Regione bacchetta i Comuni: | “Stop agli incarichi fiduciari”

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15 Febbraio 2013, 16:14

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PALERMO – Troppi gli incarichi e le consulenze affidati senza alcun bando. Senza alcuna procedura pubblica. Così, il dipartimento Ambiente ha detto “basta”. E ha iniziato a chiedere indietro i soldi ai Comuni. La vicenda trova una sua rappresentazione nella cirolcare a firma dell’ormai ex dirigente generale Giovanni Arnone. E il titolo del testo è esemplificativo: “Conferimento incarichi e procedure per le gare d’appalto sugli interventi finanziati con fondi comunitari con il PO FESR 2007-2013”. L’assessorato, insomma, ha deciso di verificare come siano stati concessi, negli anni, gli incarichi di consulenza, o di direzione dei lavori, in tutti quegli appalti finanziati dall’Unione europea. In particolare, secondo una prima e parziale stima del dipartimento, almeno una ventina di questi affidamenti sarebbe stata compiuta senza alcuna procedura di evidenza pubblica. Senza, insomma, alcun bando, alcuna concertazione. “Una prassi – spiega oggi Arnone – fin troppo radicata. Ma che lascia molti dubbi sulle motivazioni che hanno spinto questa o quella amministrazione comunale ad affidare un incarico. Il sospetto che in quei casi abbiano prevalso le logiche legate all’amicizia, e in alcuni casi persino alla parentela, è troppo forte. E per questo abbiamo deciso di intervenire”.

E l’intervento previsto è molto semplice: se i Comuni hanno già erogato quei soldi, provenienti dai Fondi europei, dovranno restituire le somme e pagare i professionisti con i propri soldi. Se invece i fondi non sono stati erogati, la Regione “stornerà” dal finanziamento europeo la fetta riguardante quel preciso incarico. E in quel caso il Comune, se proprio vuole riconoscere all’esperto la sua parcella, dovrà mettere mano al proprio bilancio.

“Per quanto abbiamo già potuto raccogliere – spiega Arnone – si parla di incarichi che possono andare dai diecimila ai duecentomila euro. Concessi solo sulla base di un rapporto fiduciario. Una procedura che non è riconosciuta in nessun caso dall’Unione europea, che pretende quantomeno una forma di procedura negoziata anche per un incarico da un euro”.

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“Nell’ambito dei finanziamenti comunitari, – si legge infatti nella circolare di Arnone – gli incarichi affidati a qualunque titolo, dalla progettazione alla esecuzione dei lavori, compreso le consulenze geologiche, geotecniche, collaudi, ecc., devono discendere sempre da una procedura negoziata o da bandi ad evidenza pubblica, secondo quanto previsto dalla legislazione vigente. La procedura negoziata sarà prevista per gli incarichi da € 0 a € 100.000,00 mentre per gli incarichi da affidare con importo superiore ad € 100.000,00 ed inferiore ad € 200.000,00 deve essere previsto il Bando ad evidenza pubblica a carattere nazionale, mentre per quelli superiori ad € 200.000,00 deve essere previsto il bando ad evidenza pubblica a carattere europeo”.

Insomma, l’assessorato precisa che in futuro non sarà più possibile conferire incarichi sulla base del semplice rapporto fiduciario. Ma proverà anche a far tornare indietro i soldi spesi in questo modo. Una somma che, dopo le prime verifiche, si aggira attorno ai 400-500 mila euro. “Ma sembra – spiega il dirigente del dipartimento Ambiente Aldo Guadagnino – che i sindaci da questo orecchio non ci sentano. Presto, però, interverreno allo stesso modo anche sulle cosiddette ‘perizie di variante’. Finora, la maggior parte dei casi che abbiamo riscontrato riguardano consulenze e incarichi a geotecnici e geologi”.

“Agli Enti beneficiari in indirizzo che abbiano proceduto all’affidamento di incarichi in difformità a quanto sopra evidenziato – prosegue infatti la circolare di Arnone – si raccomanda di non effettuare alcun pagamento, sulle somme a valere sui fondi comunitari. Per quelli che già abbiano effettuato pagamenti in difformità, si procederà al recupero delle somme già erogate, poiché non ritenute ammissibili, in termini di rendicontazione e di certificazione dagli Organi di controllo della spesa dei fondi comunitari”. Insomma, i sindaci, se proprio ci tengono, dovranno pagare i “loro” esperti con i “propri” soldi. E non potranno più chiederli all’Europa.

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15 Febbraio 2013, 16:14

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