25 Luglio 2017, 13:48
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CATANIA – Potrebbe, comunque, essere impugnato. Se il Rendiconto per l’anno 2016 fosse approvato nella seduta di stasera o nelle successive, qualsiasi membro del consiglio comunale potrebbe ricorrere per fare considerare la votazione nulla. Si prospetta incandescente, la riunione del senato cittadino, prevista per stasera, chiamato ad esprimersi sul conto consuntivo del Comune di Catania con urgenza. Ai consiglieri sono stati dati, infatti, meno dei 20 giorni previsti dalla legge per analizzare il documento contabile, sul quale, tra l’altro, è stata posta l’urgenza, non prevista per atti di questo tipo.
La convocazione da parte della presidente, Francesca Raciti, è datata 24 luglio, appena ieri. Un tempo troppo esiguo per discutere un atto così importante, giustificato, nella lettera inviata ai consiglieri, con la necessità di approvare per evitare il mancato trasferimento dei fondi ministeriali e, di conseguenza, la mancata erogazione dei servizi e pagamento degli stipendi nel mese di luglio e agosto. L’erogazione dei fondi, se la richiesta da parte del Comune, corredata dall’approvazione del conto consuntivo , non arrivasse al Ministero entro questa settimana, slitterebbe a settembre, cosa che aggraverebbe la situazione dal punto di vista sociale, delle cooperative e dei servizi erogati.
Una pressione alla quale, però, il Consiglio comunale potrebbe non sottoporsi, avendo dalla sua parte la norma che stabilisce un tempo congruo per l’analisi degli atti da parte dei consiglieri. “Il Sindaco Bianco e la sua giunta, colpevolmente, esitano il Rendiconto del Bilancio 2016 con 3 mesi di ritardo, causano ritardi nei pagamenti a imprese, cooperative sociali e dipendenti e poi tentano maldestramente di scaricare le responsabilità sul Consiglio comunale – scrive il vicepresidente del Consiglio, Sebastiano Arcidiacono, sul proprio profilo Facebook. In queste ore, con meschine manovre di Palazzo, si sta costruendo un castello di bugie e ricostruzioni artefatte della realtà, per costringere con un blitz quello che resta della ex maggioranza consiliare ad approvare, contro la legge e i regolamenti, la delibera con i suoi 24 documenti allegati Ecco perché la città va a rotoli, per l’improvvisazione e la pochezza di un’amministrazione che fa del cinismo la propria cifra stilistica di fronte ai problemi che essa stessa crea e che con mezzucci tenta di coinvolgere nel disastro anche altri organi istituzionali come il consiglio comunale. La mia concreta solidarietà va ai lavoratori, agli operatori delle imprese e delle cooperative sociali, ai cittadini destinatari dei servizi pubblici – conclude – costretti a subire senza possibilità di replica le propagandistiche menzogne diffuse da un Palazzo sempre più distaccato dagli interessi generali dei cittadini”.
Più prudente l’esponente di Catania futura, Agatino Lanzafame. “Le ragioni dell’urgenza poste dalla Giunta sono comprensibili – afferma – perché ineriscono la possibilità di ottenere i fondi necessari per l’Ente. Questo però non può portare a pressione sul Consiglio e sui consiglieri che hanno la necessità di approfondire un atto importante. Noi attendiamo di conoscere illustrazioni dell’atto da parte dell’assessore – precisa -per valutare il da farsi”.
Parla di scelta politica da parte dei consiglieri il non votare l’atto, l’assessore al Bilancio Salvo Andò. L’esponente della Giunta illustra gli step che hanno portato il documento in Consiglio evidenziando come non siano dipesi dall’amministrazione i ritardi, ma dai 2 mesi che i Revisori dei conti hanno preso prima per dare parere al riaccertamento dei residui (atto propedeutico al Rendiconto) e, in seguito, al consuntivo. “Non è un atto su cui l’amministrazione ha dormito – afferma. Le modifiche legislative intervenute prevedono un procedimento più lungo. Il provvedimento di riaccertamento dei residui è stato trasmesso ai revisori il 18 maggio e il 21 giugno il collegio ha espresso il parere. Il 23 di giugno – continua – è stato trasmesso l’atto completo ai Revisori, che hanno dato parere soltanto il 18 luglio”.
Non solo. “Il 23 giugno – prosegue – l’atto è stato trasmesso anche alle Commissioni competenti che, tra l’altro, mi hanno convocato proprio per discuterlo. In ogni caso, quanto previsto dalla norma è chiaro e la mia è stata solo una richiesta al Presidente del Consiglio Comunale proprio per evitare lo slittamento della erogazione dei fondi e quindi i problemi di liquidità da parte dell’Ente (LEGGI QUI). Ripeto – conclude – se i consiglieri non lo vogliono votare, la scelta è politica. Ma non capisco come considerare illegittimo questo atto, quando quelli precedenti, compreso quello dell’anno scorso, sono stati portati in Consiglio con la procedura d’urgenza e approvati”.
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25 Luglio 2017, 13:48