29 Settembre 2018, 13:35
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PALERMO – Che le opposizioni andassero all’attacco, chiedendo le dimissioni del sindaco e il ritorno alle urne, era in qualche modo scontato. Ma che le bordate arrivassero dalla stessa maggioranza a Sala delle Lapidi, che adesso agita lo spettro del commissariamento, lo era molto meno. La bocciatura del rendiconto da parte dei revisori dei conti del comune di Palermo ha creato più di un grattacapo a Leoluca Orlando che, dopo i rilievi del ministero dell’Economia e della Corte dei Conti, oggi si ritrova con un nuovo fronte dentro casa.
La poderosa relazione del collegio guidato da Marcello Barbaro ieri è circolata per tutto il giorno tra i corridoi di Palazzo delle Aquile e ha messo in moto un processo politico dagli esiti imprevedibili. Il Professore, in una nota ufficiale, si è limitato a “prendere atto” dei rilievi dei revisori, ha definito come “già note” le criticità e ha rivendicato alcuni risultati, assicurando che i soldi per i disallineamenti saranno nel prossimo bilancio di previsione. Una difesa a tutto campo che non ha lasciato spazio all’autocritica.
Le reazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere. Il Movimento cinque stelle ha chiesto le immediate dimissioni del sindaco e una mozione per chiedere al commissario (già nominato dalla Regione) di intervenire, forte di una diffida dello scorso 2 luglio inviata al sindaco e ai revisori con cui i pentastellati mettevano in guardia il Comune: il rendiconto non era approvabile già allora per via dei disallineamenti con Amat e quindi dei residui passivi. Una tesi accolta dal collegio.
Oggi invece Fabrizio Ferrandelli lancia un appello alle opposizioni: “Chiedo a tutti i consiglieri comunali, indistintamente dalle appartenenze, di bocciare questo bilancio, di liberarci di questi conducenti e di aprire una fase di lavoro serio e convergente delineando la conclusione anticipata di questa consiliatura, per arrivare a nuove elezioni. Il Mef, la Corte dei conti, i commissariamenti dei bilanci da parte della Regione e infine questo parere dei revisori danno perfettamente l’immagine di un Comune che precipita verso il baratro con dei conducenti che continuano, ormai da troppi anni, a guidare senza mai cambiare rotta”.
Ma a colpire non sono i fendenti delle minoranze, quanto quelli che arriva da Sinistra Comune che, a differenza del passato, non adotta il sistema della difesa. In mattinata sono arrivate ben tre prese di posizione: il capogruppo Giusto Catania, la presidente di commissione Barbara Evola e il segretario di Rifondazione Vincenzo Fumetta. Catania, come è nel suo stile, non usa troppi giri di parole: “Il parere rappresenta certamente un campanello d’allarme da non sottovalutare. Sarebbe ipocrita non evidenziare che la relazione presenta diverse criticità che meritano una riflessione politica complessiva sullo stato di salute e sulla capacità progettuale del Comune”.
Da qui la richiesta di una riunione di maggioranza e l’affondo: “Diventa improcrastinabile – dice ancora l’ex assessore – una riunione tra il sindaco e la sua maggioranza per analizzare, fino in fondo, le difficoltà dell’attuale fase politico-amministrativa e per elaborare le necessarie soluzioni per ridare slancio ad una esperienza che rischia di impantanarsi. Serve un colpo di reni e il parere può essere uno spunto per rimettersi in cammino e per rendere irreversibili gli elementi di trasformazione della città che, purtroppo, nell’ultimo anno sembrano scomparsi dall’orizzonte”. Un modo per dire che la nave affonda.
“La commissione Bilancio analizzerà con grande scrupolo il testo e convocherà per il prossimo mercoledì l’assessore al bilancio, Antonio Gentile, e il ragione generale Bohuslav Basile – aggiunge Barbara Evola – Non possiamo perdere tempo, incombe lo spettro del commissariamento ed è necessario che siano esplicitate i tempi delle misure correttive da adottare per superare le numerose criticità rilevate dai revisori dei conti. La Commissione bilancio farà la sua parte, come sempre, ma occorre che siano chiare le strategie da attuare per mettere in sicurezza la città e i suoi investimenti futuri”. Ossia, servono indicazioni politiche chiare che possono venire solo da un vertice di maggioranza. “Dopo il parere, è necessario un cambio di marcia – chiede Fumetta – Questa circostanza deve indurre il sindaco e l’amministrazione comunale a una seria riflessione affinché possa diventare occasione per ripartire, diversamente rischia di rappresentare un punto di non ritorno. Adesso tocca al sindaco avanzare una proposta politica e una compagine amministrativa adeguate alla visione della città per cui è stato eletto”. In pratica, serve anche il rimpasto.
Una posizione, quella di Sinistra Comune, che però non convince gli alleati. Il Partito Democratico, per esempio, marca le distanze e, anziché riunioni di maggioranza, invoca soluzioni tecniche. “La relazione presenta alcuni aspetti che non possono essere liquidati sbrigativamente, ma che hanno bisogno di un confronto serio e articolo anzitutto con gli uffici – dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd – I vertici di maggioranza servono a poco, se non sono supportati da soluzioni tecniche praticabili nell’immediato. Per questo chiediamo al sindaco di avviare il tempi brevissimi un confronto articolato, cosa che farà anche la commissione Bilancio che da lunedì lavorerà assiduamente al tema”. E poi la stoccata agli alleati: “Sia chiaro però che non consentiremo di confondere il piano dei conti con quello di nomine e rimpasti: per il Partito Democratico il futuro di Palermo e dei lavoratori delle partecipate viene prima di poltrone e poltroncine”.
“Il parere dei Revisori dei conti impone al consiglio comunale, e soprattutto alla maggioranza, una riflessione approfondita sul rendiconto 2017 che tenga conto degli elementi evidenziati nella relazione – dice Tony Sala, capogruppo di Palermo 2022 – Sono sotto gli occhi di tutti gli sforzi compiuti dall’amministrazione per rispondere alle criticità già evidenziate dalla Corte dei Conti e oggi ribadite dai Revisori che, sotto molti aspetti, riconoscono il lavoro sin qui compiuto, ma bisogna ammettere che ci sono altri aspetti su cui bisogna ancora intervenire: per questo serve un confronto interno alla maggioranza. La commissione e l’intero consiglio già dalla prossima settimana dovranno attivarsi per uno studio della questione che coinvolga tutti i soggetti preposti, analizzando i singoli aspetti del rendiconto a partire anche dalla situazione delle aziende che appare quella maggiormente bisognosa di un intervento risolutivo”.
Per i consiglieri della Lega Igor Gelarda e Elio Ficarra “il parere vidima di fatto l’inadeguatezza e l’imperizia, sul piano gestionale e non solo, dell’amministrazione riferibile al sindaco Leoluca Orlando. Una gestione incauta, superficiale e colpevolmente negligente che ha generato lo stato di estrema precarietà, economica e finanziaria, in cui attualmente versano le casse comunali. Le criticità messe in evidenza dal Collegio dei Revisori sono oggettive e inconfutabili e costituiscono specchio fedele di inadempienze e omissioni che hanno avuto un riverbero negativo su funzionalità e efficienza dei servizi comunali, inficiando la qualità della vita di un’intera città. Auspichiamo che il consiglio comunale prenda atto del fallimento del modello Orlando, Palermo ha bisogno di una nuova guida in grado di rispondere, in tempi celeri e nel rispetto delle norme, alle esigenze dei cittadini, fronteggiando in modo concreto e risoluto le emergenze”.
“A Palermo i revisori dei conti continuano a confermare quanto il M5S sostiene e documenta da anni, ovvero che chi dovrebbe amministrare la città non è capace”. Lo scrivono i parlamentari del MoVimento 5 Stelle di Palermo, Giorgio Trizzino e Aldo Penna, commentando il parere negativo espresso nella Relazione del Collegio dei Revisori al Rendiconto di Gestione 2017 del Comune di Palermo. “Sono diversi gli inadempimenti di cui si è resa responsabile l’amministrazione comunale negli ultimi anni, ma la cosa grave è che il sindaco Orlando ogni giorno si ostina a raccontare ai cittadini che invece non c’è nessun problema, – aggiungono – in alcuni casi arrivando persino ad attaccare il Governo per mancanze della sua Giunta, come nel caso delle strumentali polemiche sulle periferie, partite proprio da un sindaco che ha perso negli anni milioni di euro di finanziamenti per esclusiva incompetenza e superficialità”.
“Una bocciatura prevedibile, anzi forse annunciata quella dei revisori al consuntivo”. Ad affermarlo Sabrina Figuccia, consigliere comunale Udc, che prosegue: “Fra disallineamenti, debiti fuori bilancio, crediti di dubbia esigibilita, è evidente la situazione di enorme criticità, che stando alle osservazioni dei revisori potrebbe “mettere a rischio l’equilibrio finanziario dell’ente”. Da mesi chiedo a gran voce un cambio di direzione a questa amministrazione che invece è sempre più sorda e poco concentrata sulle azioni concrete. Adesso che a metterlo nero su più bianco è il più importante organo di controllo, assolutamente super partes e per la prima volte non scelto dal consiglio comunale, chissà se il Sindaco prenderà finalmente coscienza del proprio fallimento. E se lui non dovesse esserne in grado mi auguro lo siano almeno i miei colleghi di maggioranza, a cui chiedo pubblicamente un atto d’amore per la città, che ha bisogno di un lavoro serio e strutturato per uscire dalle sabbie mobili in cui sta lentamente sprofondando. Pensare a spartizioni di poltrone e a rimpasti continui non aiuterà di certo. E oggi che non è più il tempo delle maggioranze bulgare sono sicura che tutti i consiglieri valuteranno il bilancio a partire dalle osservazioni dei revisori”.
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