19 Luglio 2013, 15:09
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PALERMO – Da alcuni giorni i residenti di via Modica a Borgonuovo sono in subbuglio per l’apertura del cantiere del tram proprio a ridosso delle loro abitazioni. Le transenne che limitano il cantiere hanno lasciato aperto al passaggio il solo marciapiede e non è prevista, almeno per il momento, una pedana di attraversamento pedonale. E così i residenti sono scesi in strada a chiedere spiegazioni a operai e direttore del cantiere cercando di bloccare i lavori e hanno affisso su una cancellata uno striscione che recita “Tram…urati. Grazie sindaco”. I consiglieri della Quinta circoscrizione Giovanni Tarantino e Maurizio Li Muli, entrambi del Pd, lanciano l’allarme sulla sicurezza: “Come faranno vigili del fuoco e ambulanze a prestare soccorso in caso di emergenza?”, dicono.
Mercoledì il presidente della commissione consiliare Urbanistica, Alberto Mangano, incontrerà il presidente della circoscrizione Fabio Teresi per approfondire la vicenda e cercare di capire quali spazi di manovra sono ancora effettivamente possibili. Per il tratto di via Modica, come per gli altri cantieri sparsi per la città, infatti, si tratta di progetti ormai appaltati e finanziati da tempo (anche se i lavori a Borgonuovo sono iniziati da appena sei mesi) e la richiesta di un’eventuale mini-variante che prevedesse una passerella o un semaforo per l’attraversamento pedonale avrebbe dovuto essere presentata anni fa. Ma Tarantino, che è al suo secondo mandato consecutivo, spiega che “durante la precedente consiliatura abbiamo chiesto vanamente per un anno di poter visionare il progetto ma la Sis non ci ha mai coinvolti. Chi ha fatto questo progetto non conosce Borgonuovo, altrimenti non ci spieghiamo come mai non sia stata scelta la vicina via Pantalica, che è larga il doppio”. “Per questo chiediamo che quantomeno adesso si apra un tavolo tecnico con l’impresa e l’amministrazione”, rilancia Li Muli.
A prescindere dalle responsabilità, i residenti di via Modica sono inviperiti. I coniugi Elena e Pietro Gulizzi, del civico 20, si dicono “preoccupati per i quattro disabili che vivono nelle due palazzine al centro della strada, e c’è anche una signora anziana che fa dialisi. Ogni giorno il personale medico, come noi del resto, è costretto a fare il giro largo dai due incroci della strada con largo Camastra e piazza Santa Cristina. È una situazione di grosso disagio”. “Dovevamo attivarci prima, adesso forse è troppo tardi”, dice sconsolata la signora Elena, che al primo giorno di apertura del cantiere è scesa in strada, insieme ad altri, per tentare di bloccare i lavori, “e lo faremo ancora”, assicura. Non sono mancati i momenti di tensione, per sedare gli animi è dovuta intervenire la polizia municipale. “Per attraversare la strada dobbiamo fare decine di metri, io cammino con il bastone, come devo fare? – aggiunge Biagio Longo, del civico 18/b –. Siamo come murati in casa. Invece di eliminare le barriere architettoniche, le aumentano. Questo non è progresso, il progresso parte dalla povera gente”.
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19 Luglio 2013, 15:09