Muos, respinte le mozioni M5S e Sel | Chiedevano lo stop ai lavori

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19 Giugno 2014, 18:02

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ROMA – L’Aula del Senato respinge le mozioni M5S e Sel con le quali si chiedeva al governo di sospendere l’esecuzione di ogni accordo bilaterale per la realizzazione del sistema di trasmissione satellitare Muos nella base militare di Niscemi per rimettere ogni decisione al Parlamento. E dice sì alla risoluzione (presa ieri dalle commissioni Ambiente e Sanità e trasformata in odg) con la quale si dà sostanziale via libera all’operazione mettendo alcuni paletti come più informazione e un monitoraggio continuo dei campi magnetici.

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Nella risoluzione approvata ieri dalle commissioni Ambiente e Sanità del Senato, a firma di Aldo Di Biagio (Sc) e Manuela Granaiola (Pd), e trasformata per il voto di oggi in Aula in ordine del giorno, si mettono alcuni “paletti” al governo affinché su installazione e funzionamento del Muos venga data un’informazione il più corretta possibile, si garantisca un coinvolgimento degli enti locali, si installino centraline per il monitoraggio e si rimuovano le antenne in disuso. Il M5S e Sel, invece, chiedevano con le loro mozioni che il governo si impegnasse sostanzialmente a dire basta ai lavori di installazione del Muos (Mobile objective system): il sistema militare di comunicazioni satellitari composto da 4 satelliti e 4 stazioni di terra, volute dagli Usa nella riserva naturale della Sughereta a Niscemi (Caltanissetta). Ma le mozioni sono state respinte perché, come ha spiegato in Aula anche Riccardo Mazzoni (FI), quello del Muos di Niscemi “è un sito strategico” anche perché è proprio dalla Sicilia “che passano molte delle informazioni che riguardano terrorismo e criminalità” necessarie “ad assicurare sicurezza” a livello internazionale. E poi, ricordano altri esponenti della maggioranza, l’accordo sul Muos rientra nel patto con la Nato al quale in buona sostanza l’Italia, secondo loro, non si potrebbe “sottrarre”. Secondo M5S e Sel, dall’impianto di Niscemi (3 antenne paraboliche basculanti – di diametro pari a 18,4 metri e ad altissima frequenza – e 2 antenne elicoidali di 149 metri) deriverebbero gravi danni per la salute dell’uomo, come dice Michele Giarrusso (M5S) ricordando come quella sia già zona a rischio per la vicinanza con le raffinerie di Gela. Ma nella risoluzione-odg si esclude che ci siano “certezze” sulla pericolosità ambientale delle antenne e si parla di “dati contraddittori” ancora da verificare. Anche se poi si aggiunge che pur rientrando per ora nei parametri di legge, tali limiti “non escludano di per sé la possibilità di un danno alla salute delle popolazioni”. E questo, senza contare che molti aspetti che si dovrebbero conoscere per capirne la reale pericolosità, al momento “sono coperti da segreto militare”. Per tutte queste ragioni, spiega Di Biagio, si impegna il governo ad adottare e ad accelerare “le misure per l’ adozione di un monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici” già previsto nel Protocollo d’intesa tra ministero della Difesa e Regione Sicilia nel 2011. In più, a proposito sempre del MUOS (gestito dall’Us Navy e destinato a integrare forze navali, aeree e terrestri, in movimento in qualsiasi parte del mondo e a coordinare tutti i sistemi militari Usa dislocati nel globo), il Senato chiede al governo di disporre una vigilanza h.24 anche ambientale da parte dei volontari dei Vigili del fuoco il cui costo dovrebbe essere a carico “del responsabile della gestione amministrativa della centrale di radiotrasmissione in cui è ubicato il Muos”. Il governo dovrà fare anche una relazione annuale al Parlamento su quanto disposto dalla risoluzione-odg.

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19 Giugno 2014, 18:02

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