11 Giugno 2019, 15:30
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PALERMO – In Italia il 73% dei lavori edili – spiega Ance Sicilia – riguarda interventi su immobili esistenti, ma nonostante l’ampia disponibilità di finanziamenti pubblici e di incentivi ai privati, la burocrazia blocca i lavori, soprattutto di siti culturali degradati. L’associazione dei costruttori, impegnata nelle campagne “Bloccadegrado” e “Bloccaburocrazia”, porta ad esempio un caso: a giugno 2018 il Comune di Palermo aggiudicò la gara, da circa 8 mln di euro per il restauro di Palazzo delle Aquile, il municipio del capoluogo dell’Isola. Trascorso un anno, non risulta ancora firmato il contratto con l’impresa per l’apertura del cantiere.
“Alla richiesta di chiarimenti inviata lo scorso 11 aprile dall’Ance Sicilia, il Comune il 3 giugno ha risposto che “dopo l’aggiudicazione sono state rilevate criticità di portata tale che l’amministrazione ha ritenuto necessario acquisire un parere dall’Anac, al quale ha deciso di vincolarsi”. Ora l’Ance ha chiesto all’Anac di chiarire quali siano le ragioni del ritardo. E non è l’unico caso in Sicilia di opera bloccata da rimpalli burocratici. Fra l’altro, si tratta di interventi che, come è emerso oggi al seminario organizzato da Ance Sicilia con la partecipazione di docenti dell’Università di Palermo, resi più facili e a costi competitivi dalla disponibilità di 38 materiali innovativi (fra cui malte bicomponenti, microcalcestruzzi fibrorinforzati, additivi e fibre elastiche), che consentono di risanare e rinforzare elementi ammalorati rendendoli antisismici e ad efficienza energetica in chiave sismabonus ed ecobonus. “Sono materiali – ha spiegato Lidia La Mendola, coordinatore del corso di laurea magistrale in Ingegneria dei sistemi edilizi dell’Università di Palermo – leggeri, resistenti e parzialmente reversibili, da applicare con metodi specifici caso per caso, che integrano le tecniche tradizionali”.
(ANSA).
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11 Giugno 2019, 15:30