Revocata la scorta a Giunta| Lo chef: “Sono incredulo”

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10 Luglio 2019, 21:06

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PALERMO – Niente scorta per Natale Giunta. Arriva la revoca del dispositivo di quarto livello per il noto chef palermitano che nel 2012 denunciò e fece arrestare i suoi estorsori. Un nuovo capitolo della vicenda che riguarda l’assegnazione della tutela personale all’imprenditore, che insieme al suo avvocato, Maria Geraci, aveva presentato ricorso al Tar del Lazio, vista la prima sospensione nel maggio del 2018.

Lo scorso marzo i giudici avevano deciso che misure di protezione dovevano essere ripristinate, ma dopo tre mesi è giunto un nuovo “no” dal Ministero dell’Interno. Un iter definito “un calvario” dallo chef, che la prossima settimana sarà ascoltato in Commissione nazionale antimafia. La nuova comunicazione arriva proprio dall’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale ed è stata notificata a Giunta poche ore fa: vengono confermate la vigilanza dinamica dedicata presso gli obiettivi cittadini e la vigilanza generica radiocollegata presso gli obiettivi di Termini Imerese.

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“Viene assicurato – si legge sul documento – anche il servizio di vigilanza ad orari convenuti”. La revoca riguarda invece la tutela su auto non protetta: “In pratica – commenta Natale Giunta – da questa notte in poi sarò abbandonato. Dovrò essere io a chiedere la presenza di un’auto dei carabinieri o della polizia in base ai miei spostamenti, da comunicare ogni volta al 112. Sono incredulo e deluso per quello che sta succedendo. Il Tar mi aveva dato ragione, la prefettura ha nel frattempo avviato il procedimento per la revoca e quello di oggi è il risultato di due strade intraprese in modo opposto. Un imprenditore che ha soltanto fatto il proprio dovere, viene così esposto e messo in pericolo dall’oggi al domani, come se coloro che ha fatto arrestare, dimenticassero tutto. Non è affatto così”.

Il caso di Giunta rientrerebbe così tra quelli previsti dalla razionalizzazione delle misure di tutela della nuova direttiva firmata dal ministro Matteo Salvini. Una decisione che provocherà la riduzione delle scorte in tutta Italia, con tagli alle auto blindate e 203 agenti destinati ad altri servizi. “Ma io non mi arrendo – sottolinea lo chef – deciderò con il mio avvocato come procedere e presenterò un nuovo ricorso al Tar. Io ribadisco che ho ancora paura e che in questi anni ho continuato a subire minacce e intimidazioni che confermano la mia condizione di rischio”.

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10 Luglio 2019, 21:06

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