Revoche, transazioni, licenziamenti | I giorni caldi della Formazione

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14 Aprile 2016, 20:49

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PALERMO – La revoca dell’Avviso 3 è ufficiale e ha trovato spazio anche sul sito dell’assessorato alla Formazione. Nel frattempo, lo stesso assessorato ha dato il via libera a una transazione da 16 milioni di euro, mentre nelle stesse ore un tavolo tecnico non ha scongiurato il licenziamento di oltre 500 lavoratori dello Ial Sicilia, ente fallito alla fine dello scorso anno.

La revoca e i corsi

L’Avviso 3 non esiste più. L’assessore Marziano sta già lavorando a quello che si chiamerà “Avviso 7”. E che, sostanzialmente, ricalcherà il precedente, con l’esclusione del passaggio che è stato causa di quel ricorso che ha messo tutto in bilico. Il ricorso dell’ente Isem, in seguito al quale il Tar ha deciso di fissare un’udienza nel merito già a giugno, a causa della delicatezza del tema e anche dei legittimi dubbi sollevati dal ricorso. Ma nel decreto di revoca dell’Avviso 3, viene spiegato, di fatto, come mai la Regione abbia deciso di fermare tutto e riscrivere il mega bando: “A prescindere dalle statuizioni di merito che saranno adottate dal Tar Sicilia – si legge nell’atto – i contenziosi pendenti rendono comunque precario il procedimento amministrativo finalizzato all’erogazione dei finanziamenti di natura comunitaria”. Una incertezza, precisa l’assessorato, che “permarrebbe, sia in caso di esito positivo per l’amministrazione regionale, considerata la non improbabile proposizione di ricorso in appello, sia nella ipotesi di esito negativo”. Insomma, si fermerebbe tutto. Non solo l’Avviso 3 da 167 milioni, ma anche altri avvisi che sono “vincolati alle sorti” di quel mega-bando.

Ma anche se non si fermasse tutto, il rischio è quello di un rallentamento tale da non consentire la spesa di quei fondi, col conseguente disimpegno (e quindi il ritorno in Europa) delle somme. Così, tornano nei cassetti le 695 istanze presentate per la partecipazione all’Avviso. Cambieranno le regole, così come anticipato dall’assessore Marziano a Livesicilia già due settimane fa. Cancellato il legame – oggetto del ricorso dell’Isem – tra finanziamento e numero di dipendenti. Verrà tenuto in considerazione, invece, il cosiddetto “consolidato”. Si tratta, in pratica, del numero di ore di formazione che l’ente è stato in grado di assicurare l’anno scorso. Sulla base di quel “monte ore” si calibrerà il nuovo finanziamento. Un modo, insomma, per trovare un equilibrio difficile tra i cosiddetti “enti storici” e quelli più giovani. Ma intanto, il nuovo stop si tradurrà in un nuovo ritardo nell’avvio dei corsi. Se ne parlerà a settembre. Fino ad allora, i lavoratori (erano circa 4 mila quelli da reimpiegare attraverso l’Avviso) non potranno contare né sullo stipendio, né su ammortizzatori sociali.

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La transazione col Cerf

Nel frattempo, il dirigente generale Gianni Silvia ha firmato un mega atto di transazione tra la Regione e il Consorzio Cerf. Un accordo da 16 milioni di euro. La vicenda affonda nella storia del Cefop, ente finito in amministrazione giudiziaria e poi “ceduto” al consorzio Cerf, gestito anche da soggetti da tempo dentro il sistema formazione, come i dirigenti riferibili all’Anfe. Contro quella cessione si era espresso il dipartimento Formazione, allora guidato da Anna Rosa Corsello. Un “no” che si è tradotto anche nel mancato trasferimento al Cerf dei finanziamenti già assegnati al Cefop con l’Avviso 20: 32 milioni di euro (16 milioni per ognuno dei due anni di corsi). A quella decisione, il Cerf aveva opposto ricorso: e il Tar aveva sostanzialmente dato ragione al consorzio. La causa è ancora pendente di fronte al Cga. Ma l’assessorato alla Formazione, anche in seguito al consiglio dell’Avvocatura di Stato, ha deciso di operare tramite una transazione. Sottoscritta un mese fa e approvata oggi: al Cerf vengono riconosciuti 16 dei 32 milioni di euro. E può far ripartire così i propri corsi. Quei soldi – per inciso – sono stati reperiti da una parte di quelli destinati al finanziamento dei tirocini del Piano giovani. “Ma quelle somme le abbiamo subito rimpinguate”, ha assicurato l’assessore Marziano.

Ial, 500 lavoratori verso il licenziamento

Niente corsi, invece, per lo storico ente Ial. Dichiarato fallito alla fine del 2015, adesso i lavoratori, che hanno in qualche caso denunciato – anche con esposti in Procura – le omissioni della Regione, soprattutto sul piano del controllo dell’ente e del suo mancato commissariamento, sono a un passo dal licenziamento. Si è concluso senza un accordo – infatti – un tavolo tecnico fissato per oggi per provare a scongiurare i licenziamenti. A breve potrebbero dunque giungere le lettere ai 500 dipendenti. “Esprimiamo forte critiche nei confronti del governo regionale e dei due rami dell’amministrazione dell’Istruzione e del Lavoro, – la denucnia del responsabile della Formazione Cisl, Giovanni Migliore – oltre che del governo nazionale per aver sottovalutato la vertenza nonostante i nostri tanti solleciti e non essere intervenuti sia sulla per la vertenza dello Ial Sicilia sia sulla complessiva crisi del sistema regionale della formazione professionale. Riteniamo iniquo e discriminatorio il comportamento che guarda solo ad alcune vertenze”. Adesso quei lavoratori, oltre a perdere il lavoro, rischiano di non ottenere nemmeno alcun ammortizzatore sociale. Cinquecento nuovi disoccupati, nella Formazione che affonda tra ricorsi e ritardi.

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14 Aprile 2016, 20:49

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