La sentenza sul re dei casinò |”Non accostare i Corallo alla mafia”

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01 Settembre 2014, 14:18

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CATANIA- Il nome del re catanese dei videopoker Gaetano Corallo non può essere associato alla mafia perché l’inchiesta a suo carico è stata archiviata. Lo dice il tribunale di Roma con una sentenza depositata nel 2011 e pubblicata da Repubblica per estratto su ordine dei magistrati.

Vecchio amico di Nitto Santapaola (nella foto a lato eccoli insieme a Saint Maarten), Gaetano Corallo però non è stato mai condannato per associazione mafiosa e quindi i giudici hanno disposto la cancellazione di alcune frasi contenute in una relazione della Dia del 2009.

Il Fatto Quotidiano chiede perché Repubblica ha pubblicato nuovamente una setenza del 2011? La risposta potrebbe annidarsi nel provvedimento, chiesto dalla Prefettura di Roma, di blocco delle concessioni ai Corallo per “mafia”. Collegamento che -come detto- non è stato accertato con una sentenza della magistratura.

Francesco Corallo, attualmente indagato per la gestione dei videopoker, ha presentato ricorso al tribunale di Roma ritenendo che essere considerati “soggetti vicini ad un clan mafioso, su un sito internet accessibile a chiunque, fosse lesivo sia della loro reputazione personale che di quella economica, quali soggetti concessionari, per il tramite di una società, di attività di giochi leciti”.

Fatte queste premesse Carmelo e Francesco Corallo hanno chiesto che con provvedimento d’urgenza si imponesse la cancellazione di una parte della relazione firmata dalla Direzione Investigativa Antimafia “che li sospetta e accusa di contiguità mafiosa”.

Il tribunale è entrato nel merito, osservando che “non si può certo dire che chi non si considera mafioso è solo perché lui ha di sé una buona considerazione, posto che il non essere mafiosi è una condizione di buona reputazione secondo una valutazione sociale tipica, e dunque chi lamenta di essere stato accusato di contiguità mafiosa, a dimostrazione della lesione della reputazione, non adduce un criterio di suscettibilità soggettiva, ma adduce un criterio di valutazione della reputazione che è diffuso oggettivamente”.

“La Prova -si legge ancora nella sentenza- che venendo accusati di contiguità con un clan mafioso si determina una lesione della reputazione ben può essere di tipo presuntivo, ossia i criteri di valutazione sociale tipica dicono che data l’accusa di mafioso ne deriva una perdita di reputazione”.

Tanto presso il Tribunale di Roma ha ordinato al ministero dell’Interno “l’eliminazione, nell’ambito delle relazioni Dia dell’anno 2009, delle frasi in cui i Corallo sono accostati al clan di Santapaola”.

Dei rapporti con Nitto restano soltanto questa foto e un fiume di soldi che puntano dritto a Saint Maarten, dove i Corallo hanno costruito un impero.

Secondo i verbali di Antonino Calderone, “negli anni 70 Nitto Santapaola aveva una casa da gioco a Catania; era socio dello zio Salvatore Ferrera, di Gaetano Corallo ed altra gente di Catania”.

Continua Calderone: “Gaetano Corallo era un commerciante di mobili, aveva un negozio, era un giocatore, è diventato socio in due case da gioco di Catania. Poi Gaetano Corallo e Nitto Santapaola hanno fatto il “salto” di qualità nel 1976-1977; organizzavano viaggi di giocatori all’estero in isole ove vi erano casinò; non posso dire se fossero proprietari dei casinò o se si limitassero a portarvi i giocatori.

Ho sentito dire che una delle destinazioni dei giocatori era l’isola di S. Maarten, che non so dove si trovi; si tratta di una località calda; una volta Nitto è andato con la moglie che raccontò al suo ritorno che avevano fatto bagni e si erano divertiti; ciò nel 1979. La moglie di Nitto Santapaola raccontò a mia moglie, di cui era molto amica (era anche la madrina di mia figlia), della bella località dove erano stati e che si erano divertiti”.

Anche Angelo Siino ha parlato di Corallo ai magistrati, riferendo che nel 1986 – 1987 Santapaola Benedetto soggiornò per un anno e mezzo, mentre era latitante, a Saint Martin ospite di Corallo Gaetano. Nell’isola gravitava Spadaro Rosario, in stretti rapporti con Corallo; Spadaro aveva “agganci” con i politici locali, prevalentemente si occupava di costruzioni ed era “alleato” di Corallo, di cui in alcune attività era socio”.

 

 

 

 

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01 Settembre 2014, 14:18

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