28 Giugno 2020, 14:59
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CATANIA. Sono partiti i primi tour turistici nel capoluogo etneo. Dopo il lockdown dovuto alla pandemia da Coronavirus, la conseguente fase 2 con misure di sicurezza ancora stringenti e molti siti turistici chiusi, oggi in piena fase 3, fanno la loro apparizione i primi gruppi di visitatori più numerosi. Luna Meli è la responsabile della start up etnea Hi.Stories che si occupa di servizi per i beni culturali e della gestione turistica di una delle chiese, San Benedetto, più conosciute del capoluogo.
Conosciuta non solo per i suoi affreschi settecenteschi, ma molto di più per il canto che le monache benedettine intonano in onore di Sant’Agata quando il fercolo passa da via Crociferi. “I primi visitatori sono, ovviamente, siciliani – racconta Luna Meli – arrivati con le prenotazioni digitali e due turisti che vengono dal nord Italia”.
La chiesa di San Benedetto è rimasta chiusa alle visite per circa un anno. “Oggi il sito gode di servizi di Web App e prenotazioni on line dedicate – continua Meli – con l’obbligo delle mascherine per i visitatori e durante il percorso sono posizionati dei cartelli che segnalano il distanziamento da tenere quando si entra nella chiesa.”.
San Benedetto è un luogo molto particolare.
Ospita le monache benedettine di clausura, venti, in una delle sue ali e durante il giro all’interno della chiesa può capitare di ascoltare il loro canto.
“San Benedetto è uno dei pochi conventi che ospita le monache di clausura in Sicilia – precisa Meli – e il percorso riservato al visitatore è quello che ha l’ingresso in via Teatro Greco con la Domus, il parlatoio settecentesco, la scalinata monumentale degli angeli e la chiesa”.
Il parlatoio settecentesco conserva ancora il pavimento di epoca medioevale. “Il primo monastero fu costruito su un area adiacente a quello attuale intorno al 1350 – continua Meli – ma fu distrutto da terremoto del 1693 e ricostruito mantenendo, comunque, integro il pavimento originale”. Un pavimento in terracotta e pietra calcare con la disposizione delle mattonelle che formano cerchi e stelle.
“Il parlatoio, luogo dove avvenivano gli incontri delle monache di clausura, attraverso delle grate, con i loro parenti, oggi è visitabile – precisa Luna Meli – ma anche fruito dalle stesse monache quando ci sono incontri di rilevante importanza”. La scalinata degli Angeli è il vero ingresso monumentale della chiesa e che viene aperto solo in circostanze molto particolari. Ad esempio in occasione della celebrazione dei sepolcri dal portone centrale di via Crociferi è possibile ammirare la scalinata monumentale.
Il decoro della scalinata è, sicuramente, la parte più importante dell’opera. Le statue degli angeli sono fatte di stucco marmoreo e si trovano fuori dalla chiesa. “In questa chiesa l’importanza dei materiali usati aumenta con l’avvicinarsi all’altare centrale – racconta Luna Meli – che è il punto focale della chiesa stessa. Un altare fatto in diaspro con dettagli in oro zecchino e argento”. All’interno della chiesa di San Benedetto il visitatore viene rapito dall’imponenza dei suoi affreschi settecenteschi realizzati da Giovanni Tuccari dal 1726 al 1729.
Affreschi, questi, che furono ricoperti da intonaco bianco tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800. Ma durante la seconda guerra mondiale, lo scoppio di una bomba, fa venire fuori i capolavori delle volte della chiesa di San Benedetto che nel 1948 tornano al loro splendore. “Il restauro e il recupero degli affreschi viene curato da Armando Dillon – continua Mieli – e in quello che raffigura il martirio di San Placido viene lasciata una leggera traccia di intonaco e alcuni colpi di martello per ricordare la presenza del materiale che ricopriva l’opera di Tuccari”. Armando Dillon fu il soprintendente ai monumenti in Sicilia dal 1941 al 1955. Tra la scala monumentale e l’ingresso della chiesa insiste un portone ligneo. Fu costruito nel 1953 per attutire i rumori che provenivano dalla adiacente via Crociferi che a quel tempo era aperta al traffico veicolare.
E’ già aperto il sistema che permetterà le prenotazioni per visitare e ammirare gli imponenti affreschi della chiesa di San Benedetto e non solo per una fruizione dell’imponente edificio quasi giornaliera.
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28 Giugno 2020, 14:59