Ribaltone politico a Caltagirone |Sfiduciato il sindaco Bonanno

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22 Aprile 2015, 10:45

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CALTAGIRONE – Nicola Bonanno non è più il sindaco di Caltagirone. Ieri intorno alla mezzanotte, con 20 voti favorevoli e 10 contrari, la seconda mozione di sfiducia (presentata da 16 consiglieri) in meno di un anno è stata approvata. Bonanno dunque non supera il secondo e più complicato scoglio della sua vita politica. Dopo la dichiarazione di dissesto e le impossibilità sopravvenute di presentare al Ministero un bilancio stabilmente riequilibrato, a seguito della mancanza di una tesoreria comunale, con i pagamenti discontinui di forniture, stipendi e utenze, il clima sociale prima che quello politico si era inasprito, soprattutto nell’ultimo anno.

A favore della mozione di sfiducia hanno votato: Franco Pace, Fabio Roccuzzo, Luigi Failla, Paolo Crispino, Mario Polizzi (tutti di Uniti per il Centrosinistra); Alfredo Scozzarella, Santo Bizzini, Michelangelo Lirosi (Avvenire Caltagirone); Francesco Incarbone, Gesualdo Grimaldi, Salvatore Falcone (Forza Italia); Gaetano Lo Nigro, Marco Failla, Salvatore Raccuglia (Sicilia Democratica); Sergio Domenica, Giovanni Garofalo, Luca De Caro, Giovanni Modica, Gemma Marino e Luca Di Stefano (Gruppo misto).

Hanno votato contro: Francesca Di Martino, Roberto Gravina, Francesco Alparone, Luigi Giuliano (Per Caltagirone), Elisa Privitera, Filippo Pozzo, Francesco Tasca, Mario Marino, Salvatore Tasca (Ncd per Caltagirone) e Settimo De Pasquale (Gruppo misto). Luigi Failla di Uniti per il centrosinistra era stato candidato ed eletto nella lista a supporto dell’uscente sindaco Nicola Bonanno, della maggioranza uscita dalle urne in occasione dell’elezione di Nicola Bonanno facevano parte anche Santo Bizzini, Michelangelo Lirosi, Marco Failla, Luca De Caro, Francesco Incarbone, Gesualdo Grimaldi. I voti che politicamente hanno fatto più discutere quelli di Giovanni Modica, Marco Failla e Luca Di Stefano che in giunta erano rappresentati neppure qualche settimana fa da due assessori di loro indicazione ma che pare avessero chiuso già da tempo un accordo politico a sinistra per le prossime elezioni comunali.

A Bonanno in molti rimproveravano l’incapacità di addivenire a decisioni anche forti per rilanciare l’economia del territorio. Dopo 3 rimpasti di giunta e una maggioranza i cui confini e volti erano stati quasi del tutto cambiati rispetto a quella maggioranza con cui vinse le elezioni, nonostante partisse con un sostegno in Consiglio comunale di 18 consiglieri su 30, ieri, con un ribaltone politico senza precendenti nella storia della politica caltagironese, con il solo supporto politico del NCD l’esperienza amministrativa di Bonanno, il sindaco più votato di Caltagirone è stata interrotta bruscamente.

Per Fabio Roccuzzo del Partito Democratico di Caltagirone si tratta di una decisione (quella di proporre una mozione di sfiducia) resasi necessaria per ridare alla città una possibilità di rinascita economico amministrativa e per dare agli elettori la possibilità di tornare a scegliere la propria classe dirigente.

Per Sergio Domenica, consigliere di centro destra, da sempre in opposizione al sindaco Bonanno, la scelta di non appoggiare questa amministrazione è risultata quanto mai opportuna. “Oltre la dichiarazione di dissesto, questa amministrazione non ha prodotto nulla” – afferma prima di lanciare um appello ad una ritrovata unità nel centro destra, perché, “se è vero che l’amministrazione Bonanno è stata fallimentare, l’esperienza amministrativa precedente con la sua classe dirigente non sono e non possono essere l’alternativa”.

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Nicola Bonanno alla conclusione della seduta ha parlato di stravolgimento della volontà dell’elettorato e di una corsa alla poltrona di molti che volevano tenere in ostaggio la sua azione politica. “Il non essermi piegato alle logiche delle segreterie mi ha reso vulnerabile, la mia azione amministrativa è stata proiettata al risanamento delle casse comunali. Contro di me si sono scatenati gli interessi di molti che vorrebbero rimettere le mani sulla gestione della cosa pubblica. La mia esperienza politica non finisce qui, rifletterò serenamente sul mio futuro.”

Intanto adesso formalizzato l’iter burocratico a seguito della sfiducia dalla Regione Siciliana verrà nominato un commissario che traghetterà la città nella difficile fase della ricomposizione dei bilanci in attesa dell’indizione di nuove elezioni.

Intanto i partiti ridefiniscono i confini e cercano da mesi nuove alleanze. I primi nomi, intanto, nelle segreterie vengono già proposti se non ufficialmente anche se solo parzialmente, il voto della sfiducia per molti è stato conseguenza di accordi politici “di sopravvivenza” al di fuori dei quali forse oggi in città si discuterebbe di altro.

 

 

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22 Aprile 2015, 10:45

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