PALERMO – È la Commissione regionale di garanzia del Partito democratico della Sicilia l’organismo che, a norma di Statuto, dovrà dire l’ultima parola sulla legittimità del congresso in corso da diversi giorni. L’ultimo colpo di scena in casa Pd porta la firma della Commissione nazionale di garanzia, presieduta da Stefania Gasparini, che boccia la recente presa di posizione dei probiviri siciliani dichiaratisi “incompetenti” sulla questione.
Il Gioco dell’oca del Pd
L’ennesimo imprevisto in una storia che assomiglia sempre di più ad un Gioco dell’oca. Tutto ruota attorno ai ricorsi presentati contro il congresso, che vede come unico ricandidato il segretario uscente Anthony Barbagallo. Alcuni di questi sono incentrati sull’assenza del parere sul regolamento congressuale approvato a fine gennaio. Per l’ala contraria a Barbagallo è uno snodo centrale di tutta la questione, che invalida l’intero iter congressuale.
Il rimpallo di competenze
Nessuno, di fatto, sembra avere la potestà decisionale (e forse neanche la voglia) su una diatriba figlia della lotta che sta devastando il partito in Sicilia. Ne viene fuori un continuo rimpallo di competenze tra Palermo e Roma, con di mezzo anche il commissario per l’iter congressuale Nico Stumpo, che vede i vertici nazionali silenti alla finestra.
Da Roma a Palermo, in mezzo Stumpo
Il primo atto della vicenda si era svolto proprio a Roma, con la Commissione nazionale di garanzia che aveva indicato nella Commissione regionale l’organismo adatto a decidere sui ricorsi presentati dal legale messinese Giuseppe Vitarelli e da diversi esponenti Dem, con in testa il deputato regionale Giovanni Burtone e il capo dell’area Orfini Antonio Rubino.
La parola era andata quindi alla Commissione presieduta da Marciante, che dopo tre giorni di conclave aveva chiamato in causa Stumpo, nella qualità di commissario ad acta in sostituzione della Commissione regionale per il regolamento. Alla base di questa decisione una norma prevista nel regolamento congressuale approvato a gennaio.

A questo punto, però, il deputato calabrese, inviato dalla segretaria Elly Schlein per vigilare sul congresso siciliano, ha rimesso la questione ancora una volta a Roma. Il suo ruolo, infatti, riguarderebbe soltanto l’applicazione del regolamento congressuale, “senza alcuna prerogativa – scrive Stumpo – in merito alla sua disapplicazione o verifica della sua legittimità statutaria”.
Da qui si arriva alla nuova decisione dell’organismo presieduto da Gasparini, che conferma: “La competenza sui ricorsi presentati appartiene alla Commissione regionale di garanzia, in base all’articolo 47 dello Statuto”. Secco il giudizio sulla decisione adottata dai probiviri siciliani: “È errata e merita riforma”. L’ultimo balzo all’indietro del Gioco dell’oca del Partito democratico siciliano.