04 Febbraio 2011, 18:49
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“Non si è mai visto un tacchino che va incontro al Natale festeggiando”. Francesco Cascio sintetizza così la polemica di questi giorni sul ddl bocciato in commissione Affari istituzionali che proponeva la riduzione da 90 a 70 del numero degli inquilini a sala d’Ercole. Cascio racconta che “quello del ddl è stato un percorso tortuoso, sin da quando ci si lavorava in commissione statuto. Soppressa la commissione, il ddl per competenza è passato alla Prima commissione con un esito sotto gli occhi di tutti. L’articolo 66 del nostro statuto conferisce al presidente dell’Assemblea il potere di portarlo comunque in Aula e così ho annunciato di fare. Credo che il testo approderà tra i banchi di sala d’Ercole già il prossimo mercoledì”.
Ma cosa succederà, dal momento in cui il provvedimento sarà al vaglio dell’Aula? Cascio spiega che, tecnicamente, i deputati saranno chiamati ad esprimersi sul parere della Commissione. Dunque, se l’Aula dissentirà da quanto esitato in commissione, a palazzo dei Normanni si tornerà a lavorare sul provvedimento. Diversamente, almeno per questa legislatura, il testo sarà accantonato.
Eppure il presidente dell’Ars ci spera: “A livello nazionale – dice – è da almeno 4 legislature che si prova a lavorare sulla riduzione del numero dei parlamentari, senza mai riuscirci. Sarebbe un bel segnale se proprio dalla Sicilia provenisse il primo parlamento in grado di autodeterminarsi. Se i partiti avranno coraggio si vedrà mercoledì, alcune dichiarazioni di voto favorevoli ci sono già, come nel caso del Pd, che ha già votato favorevolmente in commissione. Anche il Pdl, per voce del segretario regionale, si è detto favorevole, dunque il gruppo parlamentare dovrebbe votare di conseguenza. Certo, anche il presidente della Regione sarebbe a favore della riduzione, ma i suoi deputati in commissione non hanno votato in linea con quanto dichiarato dal loro leader”. Secondo Cascio, si tratterebbe di un bel segnale, “soprattutto in un momento in cui si parla dei costi della politica nel Mezzogiorno, spesso a sproposito”.
Che si riferisse tacitamente a Minzolini? “No – replica il presidente dell’Ars – non era un riferimento ad personam. Mi riferisco piuttosto a un’abitudine, oserei dire consolidata, di parlar male del Sud. Non voglio difendere a spada tratta le amministrazioni meridionali, che spesso sbagliano, ma mi pare che ci sia una tendenza ad esaltarne sulla stampa nazionale solo i difetti e mai i pregi che pure ci sono. Quasi a voler giustificare le maggiori risorse economiche che, di fatto, finiscono al Nord”.
Tornando, infine, alla riduzione dei deputati, che comporterebbe un risparmio da 10 milioni di euro su un Bilancio complessivo dell’Ars da 171 milioni, Cascio è critico contro chi ha tirato in ballo le consulenze dell’Assemblea. A conti fatti, si tratterebbe di una spesa annua da circa 500 mila euro e secondo la lettura di Cascio saremmo davanti a “un tentativo di spostare l’attenzione dall’argomento in questione. Intanto in questo momento c’è un provvedimento preciso da votare e rispetto a questo il Parlamento regionale è chiamato ad esprimersi. Nulla toglie che si possa tornare a parlare anche d’altro”.
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04 Febbraio 2011, 18:49