PALERMO – Una relazione di quasi 250 pagine fitte di tabelle, numeri e bacchettate. La Corte dei Conti passa ai raggi X il piano di riequilibrio del comune di Palermo e chiede a Palazzo delle Aquile chiarimenti e spiegazioni prima di esprimersi in modo definitivo.
Il Testo unico degli enti locali prevede infatti che il piano di riequilibrio di un Comune venga trasmesso alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, cui spetta formulare rilievi o richieste istruttorie prima di approvare o bocciare il documento.
E i magistrati contabili siciliani hanno così studiato le carte inviate dal Comune per verificare lo stato di attuazione dell’accordo decennale che il capoluogo isolano ha stipulato con Roma per evitare il default. Piano rivisto e corretto, dopo l’elezione a sindaco di Roberto Lagalla, ma comunque pieno di scadenze e precetti.
I punti critici
Dal Comune non filtrano commenti, visto che si tratta di un iter ancora in corso, ma trapela una certa sorpresa per una relazione che, se da un lato ribadisce alcune criticità, nonostante le spiegazioni di piazza Pretoria, dall’altra chiede controdeduzioni su una serie di punti.
A finire sotto la lente di ingrandimento sono le società partecipate con disallineamenti e contratti, cosa abbastanza prevedibile, ma anche il Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Fondo rischi, i pagamenti ai fornitori, i debiti fuori bilancio.
I fondi accantonati
La relazione punta il dito contro gli accantonamenti per il Fondo crediti di dubbia esigibilità, in base a un calcolo “misto” considerato sbagliato, contro la “elevatissima incapacità a riscuotere le proprie entrate” e il Fondo di garanzia dei debiti commerciali.
Ma si esprime anche “perplessità sulle operazioni contabili” che individuano la quota vincolata dei proventi dalle multe per violazioni del codice della strada.
Non va meglio sul Fondo rischi da contenzioso, su cui si chiedono chiarimenti per il mancato o insufficiente accantonamento su alcuni casi specifici che riguardano le ormai fallite Amia e Gesip o il Coime.
Le partecipate
Un capitolo a parte meritano le partecipate. La relazione non manca di sottolineare che permangono le criticità su Amat, che non ha ancora un nuovo contratto di servizio e sul cui accordo transattivo col Comune permangono “punti”oscuri”. Non va meglio per Rap, specie per quanto riguarda la ricapitalizzazione che potrebbe aver violato il divieto di soccorso finanziario.
Chiarimenti vengono chiesti anche su Amg, per il paventato pericolo di una perdita strutturale da tre milioni l’anno, e sui disallineamenti e gli extra-costi che sono tornati a crescere.
Comune pronto a rispondere
Una sfilza di bacchettate a cui però il Comune si prepara a rispondere, almeno per quelle su cui è stato chiesto un contraddittorio.
Il Segretario generale, Raimondo Liotta, ha inviato l’ordinanza al sindaco, al consiglio comunale e ai vertici burocratici del Comune, invitando il Direttore generale a “costituire un gruppo ristretto di lavoro”, coordinato dal Ragioniere generale, per una memoria di replica.