30 Luglio 2018, 19:31
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CATANIA – Tante deleghe, alcune delle quali particolarmente delicate. A cominciare da quella sull’ambiente e la gestione dei rifiuti, settore in cui Catania presenta più di una criticità. Non solo per via del fatto che, da anni, Palazzo degli Elefanti non riesce ad assegnare l’appalto settennale, del valore di oltre 350 milioni, continuando ad assegnare l’importante sevizio in proroga. Ma anche per le bassissime percentuali di raccolta differenziata – Catania è ferma a meno del 9 per cento – che, di fronte all’ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, potrebbe comportare ulteriori problemi, innanzitutto di ordine economico, a un ente praticamente dissestato.
Una condizione che, stando all’assessore Fabio Cantarella, non dovrebbe avere conseguenze sull’appalto. “Il sindaco lo ha detto già in conferenza stampa – afferma l’assessore nominato in quota Lega – l’obiettivo è studiare bene le motivazioni con cui la Corte ha deciso per il dissesto e capire se si può fare un piano serio e concreto. Siamo nella fase in cui stiamo valutando tutte queste cose per poi decidere se fare il ricorso. È una valutazione importante – sottolinea – ma attendiamo l’esito di quanto si sta facendo. Sull’appalto rifiuti – assicura – non ci saranno effetti: l’appalto prosegue sotto il controllo dell’Anac”.
Assessore, a che punto è l’appalto che dovrebbe fare uscire Catania dal fondo delle classifiche nazionali in termini di raccolta differenziata?
Al momento c’è la gara ponte, che era stata espletata dalla precedente amministrazione, e che, a partire dal 31 agosto, gestirà il servizio per circa 100 giorni. Si è insediata la commissione di gara e aspettiamo che venga ultimato l’iter. A questo punto avremo anche altri elementi per redigere il nuovo appalto settennale, ed evitare che sia considerato antieconomico dalle imprese che, fino a oggi non hanno partecipato.
In che condizioni è la città in termini di efficienza del servizio e, quindi, di pulizia? A giudicare dalle lamentele dei cittadini, qualcosa sembra proprio non funzionare.
In questo momento la situazione è critica. C’è una parte del territorio dove si effettua la raccolta porta a porta, che è curata dagli uomini del Comune e una parte che invece viene gestito dalla ditta, in questo momento l’Ati Sen.Eco, fino al 31 agosto. Nell’area in cui opera la ditta privata abbiamo meno criticità, per via dei mezzi più moderni ed efficienti, più personale. Il Comune ha invece carenza di personale, ci mancano almeno 30 operatori, che nel frattempo sono stati spostati in altre direzioni, abbiamo carenza di mezzi che, oltre tutto, sono obsoleti e si guastano spesso o non sono in condizioni di effettuare la pulizia. Una situazione della quale ci siamo resi conto e che stiamo cercando di affrontare. Confidiamo nell’appalto ponte, se dovesse essere aggiudicato, dal momento che si dovrà occupare della raccolta in tutta la città.
E per quanto riguarda il nuovo appalto?
Siamo al lavoro. Il bando, la cui gara è andata deserta 4 volte, è stato modificato in base ai suggerimenti dell’Anac. L’area di raccolta sarà divisa in due diversi lotti e questo dovrebbe incentivare le ditte a partecipare. Affronteremo meglio la questione una volta che verrà avviato il nuovo appalto ponte e se, a queste condizioni, si può garantire il servizio. Il personale stato infatti aumentato e la copertura dell’interno territorio. Una sorta di prova generale di efficienza. Il Comune in questo modo si occuperà di vigilare sul rispetto dell’appalto.
Micordiscariche e pendolarismo dei rifiuti?
Occorre innanzitutto fornire un buon servizio al cittadino. Questo, già, avrebbe effetto sul comportamento delle persone che spesso, a fronte di tasse esose, non vedono un servizio corrispondente. Il fatto che certi tributi vengano pagati al 70% dalla cittadinanza e la Tari solo al 50%, è un segnale che il cittadino percepisce questa tassa come ingiusta. Occorre quindi agire sul sistema di raccolta e di pulizia della città, che deve essere adeguato. Poi occorre potenziare i controlli: ho visto interi campi da calcio ridotti in discariche e i bambini giocare tra i rifiuti. Agiremo, ma serve la collaborazione della cittadinanza, non basta ripulire. Per quanto riguarda il pendolarismo dei rifiuti, abbiamo posizionato trenta telecamere proprio nei punti di confine con gli altri Comuni, ed altre ne posizioneremo, per evitare che la spazzatura arrivi da altri territori. Abbiamo ventimila tonnellate in più di immondizia da smaltire, che proviene non da Catania, che incide per circa due milioni di euro sulla spesa annua. Non tollereremo più azioni di questo tipo.
Lei ha anche la delega alla sicurezza, una responsabilità abbastanza “rognosa” considerate, ad esempio, le continue aggressioni negli ospedali o gli episodi di violenza del centro. Cosa pensa di fare?
Avere queste deleghe è senza dubbio una grossa responsabilità, ma mi fa piacere che il sindaco abbia pensato a me e mi abbia dato tanta fiducia. Sulla sicurezza, c’è tanto da lavorare. Vorremmo coinvolgere le associazioni e le realtà locali per avere un sostegno, un controllo del territorio e segnalazioni puntuali. Va fatto anche un lavoro culturale, coinvolgendo tutti i cittadini, perché su questo genere di questioni bisogna lavorare tutti insieme. Per questo, invito i cittadini a collaborare, a segnalare ogni cosa sospetta. Anche perché con la carenza di vigili urbani che abbiamo, non possiamo essere presenti in tutti i posti. abbiamo immaginato di creare uno spazio virtuale per raccogliere le segnalazioni.
Sull’allarme sicurezza negli ospedali?
Abbiamo pensato di potenziare i controlli all’esterno delle strutture ospedaliere. Ma questa è un’emergenza che, di certo, il Comune non può affrontare da solo, ma occorre coinvolgere – come è stato fatto – tutte le forze dell’ordine, tramite la Prefettura. La situazione è critica, ci sono aggressioni quasi quotidiane e noi non lo possiamo permettere.
Per quanto riguarda le spiagge libere? A che punto siamo?
È stato un atto di responsabilità, da parte del sindaco, non realizzare i solarium, quest’anno. Invece, per la prima volta, per quanto riguarda le spiagge libere, siamo in regola con tutte le autorizzazioni, dell’autorità portuale per la numero uno e del demanio regionale per la due e la tre. Abbiamo immediatamente dato un segnale di trasparenza che si traduce in sicurezza per i cittadini. Abbiamo mantenuto i temi scelti dalla cittadinanza e siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a fare in un settore che non sempre ha brillato per trasparenza. Io divido in parte la delega con l’assessore allo Sport, Sergio Parisi, con il quale stiamo ragionando sulla possibilità di affidare appalti più lunghi nel tempo, in modo da garantire il servizio e la sua puntualità.
Per quanto riguarda la qualità del mare catanese, che Goletta verde ha di fatto definito inquinato, più la scogliere che la Plaia. Che intenzioni ha in merito?
Siamo entro i limiti, ma agiremo per rendere la balneazione più sicura. Dobbiamo impegnarci e il Comune lo farà con le altre istituzioni per agire sugli scarichi, sulla depurazione, e salvaguardare la nostra costa e l’economia che ne deriva. Lavoreremo in rete con gli altri Comuni, perché non è solo un problema di Catania. Rispetto agli scarichi fognari, ad esempio, il commissario alla depurazione, Enrico Rolle, ha predisposto una serie di gare per completare rete fognaria. Dobbiamo lavorare su più fronti.
Lei è stato protagonista su Facebook di un video su Facebook, insieme al sottosegretario Candiani che lo ha postato. Vuole ribadire quali fossero le intenzioni?
Abbiamo voluto solo denunciare uno stato di illegalità e un esempio di non integrazione, di disintegrazione, che è il vecchio San Berillo. L’integrazione è lavorare al fianco della comunità in cui si vive, non essere ghettizzati. Poi, ci siamo trovati di fronte a un’operazione di polizia e l’abbiamo documentata. Ciascuno poi risponde di quello che scrive e noi prendiamo le distanze dai commenti di qualcuno che ha scritto offese da cui prendiamo le distanze.
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30 Luglio 2018, 19:31