Rifiuti, il centrodestra ci riprova| Un’altra chance per la riforma

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07 Giugno 2020, 13:22

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PALERMO – L’ultimo grano del rosario di dolori è l’inchiesta catanese che riguarda la Sicula Trasporti dei Leonardi, che in settimana ha portato ad arresti eccellenti. E a scoperte di grande effetto scenico, come quei bidoni pieni di banconote, sepolti come gli zecchini di Pinocchio nel campo dei miracoli. Ma è solo l’ultimo di una lunga serie di scandali che ha costellato la storia del sistema rifiuti in Sicilia. Le cronache, ancora una volta, hanno scosso la politica che torna a parlare di riforme. Nello Musumeci l’ha messa così: “In questi anni abbiamo dato tante delusioni alla speculazione privata sul sistema dei rifiuti, che ha visto diminuire i propri affari del 26 per cento, risultato dovuto alla crescita della raccolta differenziata sopra il 40 per cento: praticamente il doppio in due anni. Ora spetta alla progettazione e al finanziamento degli impianti pubblici a regime invertire il predominio delle strutture private”. Ma il governatore aggiunge: “Sono segnali importanti che meritano un ulteriore passo avanti: l’approvazione della legge sui rifiuti sulla quale si è espresso, e di questo gli sono grato, il presidente dell’Ars nel giorno del dibattito sulla relazione dell’inchiesta parlamentare condotta dalla Commissione Antimafia regionale”. Già, la legge sui rifiuti. Quella che dopo un lungo lavoro in commissione è subito naufragata in Aula. Gianfranco Miccichè ha auspicato che si torni a lavorarci su. Giusy Savarino, presidente della commissione Ambiente, si dice pronta a riaprire per la terza volta i termini per gli emendamenti, ma spera che ci sia “la volontà di approvarla e di trovare soluzioni e non solo motivi per non votare una nuova legge”.

La ricetta del governo

“Una nuova legge entro la legislatura e il completamento dell’iter del Piano dei rifiuti, che è già stato esitato positivamente dalla Commissione Via-vas e che entro 90 giorni verrà adottato dalla Giunta, sono la conclusione di un percorso amministrativo e l’inizio di un definitivo superamento del dibattito sui rifiuti come emergenza”. Così si espresso Musumeci commentando le notizie relative alla discarica di Lentini. “Ed anche in questo abbiamo impresso una svolta significativa, essendo ormai un ricordo lontano le ordinanze contingibili e urgenti del presidente della Regione”, ha detto il governatore.

La legge sui rifiuti però arrivò in Aula e venne subito impallinata con la bocciatura dell’articolo uno col voto segreto. In quell’occasione Musumeci si infuriò, cominciando la sua personale guerra contro il voto segreto, e chiedendo in Aula chi si avvantaggiasse di quello stop alla riforma.

La legge di riforma

Giusy Savarino

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“La legge fu fatta insieme in commissione, con il Movimento 5 Stelle – ricostruisce Giusy Savarino, presidente della commissione Ambiente dell’Ars -. Il Pd era contrario, voleva fare solo un maquillage della legge 9, noi invece volevamo accogliere osservazioni della Corte dei conti e dell’Anac nella riforma”. Arrivati in Aula, però, grillini e Pd alleati a livello nazionale  marciarono congiunti, sfruttando anche le falle nella maggioranza, i cui franchi tiratori azzopparono subito la legge col voto segreto.

Tre le novità che introduceva quel disegno di legge, Ato e Srr diventavano uno per provincia e si trasformavano in enti pubblici, “il che garantiva trasparenza nelle gare, nelle assunzioni e il potere sostitutivo delle regioni in caso di inadempienze”, ricorda Savarino. “Parallelo alla legge che serve per la gestione c’è il piano regionale dei rifiuti: la nostra legge ne snelliva l’iter di approvazione, che è complicatissimo e che infatti è ancora in corso”, aggiunge la deputata di Diventerà Bellissima.

Il rapporto con le opposizioni

Le opposizioni però criticarono diversi aspetti della riforma. “Prima hanno fatto obiezioni sul personale, quando invece gli operai sono tutelati dalla legge nazionale. Quanto agli amministrativi avevamo studiato una formula che li salvaguardasse – ricorda Savarino -. L’altro problema era sulle nove autorità d’ambito, che erano troppe e allora abbiamo detto che avremmo dato parere favorevole a un emendamento dei 5 stelle che rinviava l’indicazione del numero degli ada a un decreto successivo dell’assessore. Non sono una novellina ma ho come l’impressione che si voglia trovare per forza qualcosa che non va per bloccare una legge di riforma vera. E allora mi viene in mente la domanda del presidente Musumeci: chi avvantaggia questo stallo? E mi sa che qualche risposta arriva dalle indagini della guardia di finanza e della magistratura. Io sono disponibile se serve a riaprire per la terza volta il termine degli emendamenti in commissione. Abbiamo fatto quasi 40 sedute di commissione su questa legge. Vorremmo capire se c’è la volontà di trovare una soluzione o se sei vuole solo un maquillage della legge 9. E questo anche alla luce della reazione dell’antimafia sembra ancora più impellente”.

Ma Claudio Fava, deputato di opposizione e presidente di quella commissione Antimafia la cui relazione sui rifiuti è stata votata dall’aula di Sala d’Ercole, ridimensiona l’importanza del disegno di legge: “Quella riforma della governante non era il toccasana – dice -. Il motore è un piano dei rifiuti che aspettiamo da due anni, al di là delle chiacchiere. Ci aspettiamo che ci dicano che vogliono creare un nuovo ciclo dei rifiuti”. E rivolgendosi al governo, Fava rincara la dose: “Questa relazione dice cose utili per il procuratore di Catania, dovrebbero esser utilissime per il presidente della Regione: cioè chi è responsabile di quell’autorizzazione dell’ampliamento della discarica? Perché non si fa un’indagine interna per capire chi abbia firmato le carte e in base a quali consapevolezze?”.

 

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07 Giugno 2020, 13:22

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