18 Ottobre 2015, 18:50
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CATANIA. Dalla pianta organica inattuata (ovvero, dal trasferimento del personale degli Ato rifiuti) al Piano d’ambito fermo al palo. Le Srr, anche quella catanese, non decollano. E la Regione, che si è già beccata una sonora strigliata dal governo nazionale, corre ai ripari dando il via alla stagione dei commissariamenti. Rigorosamente a colpi di decreto. Tutto da rifare, dunque, sul fronte della gestione dei rifiuti? In un certo senso sì.
Partite con l’ambizione di stravolgere il contesto dei carrozzoni targati Ato del decennio precedente e costituiti i consigli d’amministrazione, si sono rivelate (finora) un flop. Colpa anche di un meccanismo che, così com’era stato concepito, non poteva decollare. Anche la Srr (acronimo che sta per Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) catanese finisce commissariata. “Ma si tratta solo di un momento di passaggio: in attesa che tutto torni alla normalità”, si affettano a rassicurare dal cda. Fatto sta che quella etnea è un’anomalia nell’anomalia con la stessa Ato 3 Rifiuti che, seppur in liquidazione, continua ugualmente a svolgere il suo lavoro. Ma tant’è.
Nel frattempo, si diceva, ecco arrivare anche a Catania un commissario: si tratta del dottor Carapezza che con il presidente della Srr etnea, Massimo Rosso, si è già incontrato diverse volte. L’ultima, a Palermo: e far entrare tutto a regime non è certo come bere un bicchiere d’acqua.
“Ho personalmente incontrato il commissario per dirimere, in primis, la questione legata ai dipendenti: un passaggio determinante – spiega il presidente Rosso -. Dopodichè, proseguiremo il nostro regolare lavoro”. Ma all’orizzonte vi è anche un’altra questione: quella legata ai Piani d’ambito. Altro capitolo complicato e macchinoso dove le idee sono tutt’altro che chiare. Ed in una regione dove i rifiuti rappresentano ancora il business numero uno, è tutt’altro che un fattore di poco conto.
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18 Ottobre 2015, 18:50