08 Ottobre 2020, 18:39
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PALERMO – Palermo rischia una nuova emergenza rifiuti. Che, detta così, non sembra poi una gran novità, se non fosse che stavolta la Rap lancia un allarme preventivo e punta il dito contro la Regione a pochi minuti da un vertice convocato in fretta e furia.
Il problema è sempre Bellolampo, nel cui piazzale giacciono qualcosa come 50 mila tonnellate di vari tipi di rifiuti tra sottovaglio e tal quale: una montagna di immondizia che rende perfino difficile manovrare gli autocompattatori e su cui si è concentrata l’attenzione della commissione parlamentare qualche settimana fa. “Palermo rischia una nuova emergenza – scandisce in conferenza stampa il presidente di Rap Giuseppe Norata – Non è terrorismo, ma un atto di realismo”.
La società partecipata del comune di Palermo lamenta l’assenza di indicazioni dalla Regione su dove trasportare i rifiuti e i ritardi sul progetto di chiusura della sesta vasca. “Il sopravaglio va nel Catanese, ma il problema è il sottovaglio che si accumula bloccando le celle dell’impianto Tmb – continua Norata – Eravamo riusciti a portare 250 tonnellate al giorno di indifferenziata ad Alcamo e 200 a Trapani, ma nel primo caso abbiamo interrotto i rapporti con Ecoambiente e nel secondo c’è stato l’incendio. La stazione di trasferenza è ormai colma”.
Una situazione giunta ormai al limite e che potrebbe far ripiombare la città nel buio dell’emergenza. “Abbiamo chiesto alla Regione di avere uno sfogo per la discarica, come fanno tutti i comuni siciliani – aggiunge il direttore di Rap, Roberto Li Causi – Noi abbiamo troncato con Alcamo e la Regione ce l’ha imposta nuovamente”. Il punto è anche dove portare i rifiuti: la chiusura della sesta vasca garantirebbe 140 mila metri cubi, ma servono almeno sei mesi per i pareri, così la Rap ha predisposto un progetto stralcio da 25 mila tonnellate che potrebbe avere un iter più veloce. “Lo abbiamo fatto su indicazione del Dipartimento, ma ancora non ce lo approvano”, precisa Li Causi.
La tensione tra Comune e Regione ormai si taglia col coltello. “Anche se ci approvassero il progetto stralcio – continua il direttore – la situazione non si risolverebbe in giornata, dovrebbero dirci nel frattempo dove portare almeno altre 400 tonnellate di rifiuti. Da mesi chiediamo risposte, ma non ce ne danno”.
E dire che di recente si è anche tenuto un vertice a cui hanno preso parte l’assessore regionale e il sindaco, ma senza che si sia arrivati a una soluzione. “Serve rispetto per Palermo, da mesi scriviamo per chiedere soluzioni e ci hanno pure detto che scriviamo troppo – aggiunge Li Causi – Gli extracosti ammontano già a 2,5 milioni di euro al mese, la Regione non può proporci soluzioni che prevedono di aumentare la spesa”. E il riferimento è al trasporto all’estero dei rifiuti, che costerebbe almeno il doppio a tonnellata. L’attesa è per il vertice in corso al Dipartimento: “Vedremo che proposte ci faranno – dice il direttore – ma è chiaro che il problema non sparisce da qui a stasera”.
Il vertice, come detto, è in corso e dalla Regione non arrivano commenti ufficiali anche se filtra una certa “sorpresa” per le dichiarazioni della Rap in conferenza stampa, alla luce del dialogo avviato col Comune. Per la Regione la gestione della situazione, da parte della società, presenterebbe comunque lacune e criticità.
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08 Ottobre 2020, 18:39