11 Gennaio 2020, 13:45
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CATANIA – Il governatore Nello Musumeci convoca la stampa a Catania e dice la sua sul nodo rifiuti, mentre l’iniziativa della magistratura, da un lato, e il presidente della commissione regionale Antimafia Claudio Fava, dall’altro, chiedono celerità e chiarimenti. Un settore da sempre considerato zona opaca, dove la criminalità organizzata si è spesso infiltrata gestendo interi segmenti della filiera. Ma anche un settore che spesso ha fatto da termometro circa il cattivo funzionamento della pubblica amministrazione isolana. “Dobbiamo levare il monopolio, o oligopolio, ai privati – dice Musumeci -. Che possono e debbono continuare a lavorare, ma il pubblico deve essere prevalente. Se tutto cioè fosse stato predisposto già dieci, o venti, anni fa – continua – oggi non saremmo in queste condizioni”. E ancora: “Il tempo è un nemico, tanto quanto la mafia”. Così Musumeci sugli iter burocratici per la realizzazione di nuovi impianti pubblici per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti nell’Isola. “Stiamo agendo con procedure ordinarie – dice dal Palazzo della Regione – e non ci vorranno sei anni come già avvenuto, pensiamo di realizzarli in tre anni. Ma le procedure sono estenuanti nelle attese”. E rispondendo a una domanda sui termovalorizzatori: “Non ho pregiudizio alcuno, ne sono previsti due nelle osservazioni del ministero dell’Ambiente, se ce li chiedono li prevederemo”.
Dopo due anni dalla presa di possesso di Palazzo d’Orleans, il presidente della Regione passa dunque al contrattacco: “L’emergenza che abbiamo conosciuto quando ci siamo insediati non c’è più – spiega -, rimangono dei nodi nella rete locale che verranno presto rimossi”. Evitato l’ingaggio diretto con Fava. “Quello che dovevamo dire su Oikos lo abbiamo già detto, ce ne occupiamo da 2012. Tutto il resto non è una novità”, risponde Musumeci. Il presidente dell’Antimafia è tirato in ballo soltanto quando c’è da fare una disamina storica a partire dal presidente ds Angelo Capodicasa, il “primo”, secondo Musumeci, a utilizzare procedure emergenziali: “Allora il segretario regionale dei Ds era Claudio Fava”. Musumeci insiste: bisogna superare i mantra dell’emergenza “perché in suo nome si è consentito tutto e il contrario di tutto”.
Ecco quindi la road map del governatore: completare e attivare gli impianti pubblici previsti dal precedente governo e nuovi impianti con l’ampliamento della settimana vasca di Bellolampo. Tra le operazioni già eseguite, il governatore ricorda la sesta vasca della discarica palermitana e i due impianti di Gela ed Enna. Intanto, Musumeci annuncia che sarà attivo anche l’impianto di Melilli dopo il superamento del problema legato alla compatibilità con il Piano paesaggistico. Tra i lavori annunciati, finanziati con 147 milioni di euro, Musumeci parla anche della settima vasca di Bellolampo, con una capienza di 700 mila metri cubi, e dei nuovi impianti a Castellana Sicula, Vittoria, Castel Termini, Trapani Nord e Sud, Ravanusa, Sciacca, Castelvetrano e Calatafimi Segesta.
Insomma, la partita si gioca sempre lì, suoi tempi di realizzazione degli impianti e sui le lungaggini degli uffici: “Non c’è dubbio che la burocrazia e l’attuale legislazione non aiutano le amministrazioni che vogliono accelerare nella spesa pubblica e nella soluzione dei problemi. Servirebbero procedure speciali – aggiunge Musumeci – noi invece stiamo lavorando con quelle ordinarie. Pensate che nei giorni scorsi ho inaugurato un impianto avviato nel 2013”. L’obiettivo della Regione – rilancia Musumeci – è di “arrivare al 60% al pubblico e al 40% ai privati, che adesso trattano il 70% dei rifiuti nell’Isola”. Con gli interventi attuati, ricorda, la “differenziata e’ passata dal 16% a oltre il 40%, nonostante a Catania e Palermo sia intorno al 16-17%”
Aggiunge il governatore: “Questo significa che negli impianti privati arrivano meno rifiuti, grazie all’azione dei sindaci e a ordinanze restrittive emesse dalla Regione. Fermo restando che i nostri compito sono vigilanza e pianificazione, mentre spettano ai Comuni la raccolta e lo smaltimento”. “Abbiamo commissariato la Società servizi rifiuti della Sicilia orientale – ricorda il presidente della Regione – e stiamo trovando collaborazione. Stiamo lavorando per i Centri comunali di raccolta che saranno finanziati con 25 milioni di euro”. Intanto, rivendica Musumeci, il governo regionale ha “evitato di mandare all’estero un solo chilogrammo di spazzatura, come previsto dal piano del governo nazionale nel dicembre 2017, i cui costi sarebbero stati pagati dai cittadini”. E sottolinea come “Roma, governata dal M5s, manda fuori regione 200mila tonnellate di rifiuti l’anno, ma la città rimane sommersa dalla spazzatura”.
Nel pomeriggio la replica di Fava: “Nello Musumeci è un esempio scolastico di dissociazione della personalità politica. Da una parte nella qualità di presidente della Regione il 9 agosto proroga per dieci anni l’autorizzazione alla Oikos, dall’altra, il suo avatar il 16 agosto costituisce ‘un gruppo ristretto’ per valutare il caso Oikos. Oggi – prosegue Fava – lo stesso presidente Musumeci decide di rivolgersi all’Arpa per verificare se vi siano le condizioni minime di salubrità degli impianti di Proto rispetto ai centri abitati limitrofi (“…è stata una follia autorizzare quell’impianto”), ma fino a ieri il medesimo Musumeci taceva ad ogni nostra sollecitazione affinchè il suo governo rivedesse le autorizzazioni alla Oikos per manifesta incompatibilità ambientale”. Per Fava “come Ciampa ne ‘Il Berretto a sonagli’, Musumeci è assai lesto a cambiare opinione e a dimenticarsi quella precedente”. Infine, dal presidente dell’Antimafia, una risposta diretta a quanto Musumeci ha affermato sul ruolo dello stesso Fava: “Perfino quando cerca di far polemiche da strapaese, Musumeci non ne azzecca una: nel dicembre del 1998, quando fu chiesta la dichiarazione di emergenza sui rifiuti in Sicilia, io non ero segretario di alcun partito ma facevo l’inviato per il Corriere della Sera in Medio Oriente”.
A Fava ha controreplicato l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza: “Mi spiace contraddire Fava, ma adesso è il caso di precisare alcune inconfutabili verità – ha affermato -. Egli prima ha reiteratamente affermato che la Regione nulla ha fatto per dotarsi di un Piano rifiuti, mentre è stato portato a Vas in 12 mesi dall’approvazione in giunta; poi ha riferito di uno strumentale mantenimento di condizioni emergenziali per favorire interessi privati, quando da un anno (e per la prima volta dal 1999) il presidente della Regione Siciliana non firma più ordinanze contingenti e urgenti in materia di rifiuti. E ancora, ha evidenziato che nulla si è fatto per bloccare il monopolio dei privati. Ma al contrario, solo dall’insediamento del governo Musumeci, sono già 11 gli impianti pubblici per i quali è stato previsto un investimento di circa 150 milioni di euro e altri ne individuerà il commissario straordinario che, per la prima volta dalla attuazione della legge 9, sostituisce tutte le Srr inadempienti. Infine la dichiarazione odierna: il presidente Musumeci avrebbe concesso “il 9 agosto proroga per dieci anni l’autorizzazione alla Oikos”! In verità, anche uno studente di giurisprudenza conosce la differenza tra gli atti gestionali e quelli di indirizzo, che attengono a livello di responsabilità che sono autonomi e che non possono essere confusi. Insomma, se il presidente della Regione avesse partecipato e/o condizionato un atto gestionale…. avrebbe commesso un reato …! Proprio stamani, il presidente Musumeci ha ribadito che, nella zona in cui ricade la discarica catanese, il governo sta attivando percorsi per provare a restituire alle due comunità locali il diritto alla qualità dell’aria che respirano. Insomma dopo decenni si è virato verso gli impianti pubblici, ma c’è chi continua a raccontare esclusivamente il contrario nel segno della polemica a tutti i costi”.
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11 Gennaio 2020, 13:45