Rifiuti: sì alle telecamere in tutta la città, contestato Barresi - Live Sicilia

Rifiuti: sì alle telecamere in tutta la città, contestato Barresi

Il regolamento per la videosorveglianza è stato approvato dal Consiglio con 29 voti

CATANIA – La città di Catania ha adesso un regolamento per la gestione delle telecamere di videosorveglianza. Ce l’ha perché il Consiglio comunale l’ha votato compatto, ieri sera, mettendo le basi affinché il territorio etneo possa essere sorvegliato da un Grande fratello anti-immondizia, pronto a immortalare gli “sporcaccioni” e a multarli grazie a immagini registrate da impianti di ultima generazione.

L’assessore contestato

Ventinove consiglieri, alcuni in aula e la maggior parte collegati a distanza, si sono detti favorevoli alla tecnologia di ripresa. Ma praticamente nessuno si è espresso con altrettanto entusiasmo sull’operato dell’assessore all’Ecologia Andrea Barresi. L’assessore “sceriffo” per via dello sgombero di un paio di settimane fa in corso Sicilia; l’assessore “megalomane“, secondo la fortunata definizione del consigliere di Grande Catania Alessandro Campisi, poi ripresa da altri colleghi.

Il fil rouge della serata di Consiglio, lunga come non se ne vedevano da tempo, è il dito puntato su Barresi. Accusato ora di megalomania, appunto, ora di essere inadatto, ora di un’aria da professorino non consona al ruolo e, infine, ben che gli vada, di eccessivo ottimismo. Lui abbozza, ringrazia, punta a incassare il risultato, ma i colleghi sbottano. E non si tratta dell’opposizione, bensì della stessa maggioranza che sostiene la giunta.

“Un documento epocale”

“È un regolamento di fondamentale importanza per la lotta ai rifiuti“, comincia Barresi, illustrando il regolamento della videosorveglianza. Di per sé, il documento è breve e semplice: disciplina a cosa serviranno le telecamere da installare in città (evitare le discariche abusive, fare multe, prevenire furti e rapine); chi sarà il titolare del trattamento dei dati, secondo la legge sulla privacy (il sindaco); e quali saranno le caratteristiche tecniche (niente audio, solo luoghi pubblici, collegamento con una centrale). Per l’assessore, però, l’approvazione del documento è un fatto “epocale“.

“Da capitolato d’appalto è previsto che le ditte installino 35 telecamere nel lotto Nord, 55 nel lotto Sud, 23 nel lotto Centro le installerà il Comune di Catania, più le altre previste dal capitolato”. Quello dell’appalto settennale che, dopo i ricorsi persi al Tar da Dusty e Progitec, è aggiudicato alla ditta campana Consorzio Gema. Barresi comincia poi a snocciolare i dati: cinquemila multe a gennaio 2022, il 45 per cento delle quali a cittadini residenti nei Comuni limitrofi. E poi la “sterzata” del porta a porta, “nata all’inizio del mio governo“.

Giovanni Petralia, di Forza Italia, usa parole non meno trionfalistiche ma più pacate. Lui, da presidente della commissione speciale istituita a gennaio 2021 per la lotta alle discariche abusive, ricorda l’inizio del percorso: “Le tre telecamere in via Fondo Romeo, via Calliope e via Saturno, per combattere il fenomeno dell’inciviltà”. Da allora di strada ne è stata fatta e adesso si parla di una rete capillare su tutta la città, governata da una “control room” presidiata dagli agenti della polizia municipale.

La fine della concordia

La concordia, però, finisce qui. Si interrompe bruscamente quando l’autonomista Alessandro Campisi prende la parola e dà del megalomane all’assessore. “Le ho voluto dare il tempo, assessore Barresi, di organizzare il suo lavoro”, comincia Campisi, riferendosi alla fresca nomina del componente della giunta, entrato a sostituire il leghista Fabio Cantarella a metà novembre 2021. “Però adesso basta”.

“La invito, quindi, a non andare soltanto nelle zone in cui lei ha operato come consigliere comunale – attacca – Sono venuto a sapere che lei ha detto ad alcuni cittadini di smetterla di rivolgersi ai consiglieri comunali che avevano votato, e di parlare direttamente con lei, perché lei è l’assessore. Questo è il rispetto che lei dichiara nei confronti del senato cittadino?”. Grande Catania, sottolinea Alessandro Campisi, voterà favorevolmente. Ma meglio non alzare troppo l’asticella, almeno finché le cose non cambieranno. “A partire dal suo atteggiamento“.

La sfilata delle accuse

La dose viene rincarata da Graziano Bonaccorsi del Movimento 5 stelle. Il consigliere pentastellato prima chiede risposte a proposito della mancata pubblicazione degli atti da parte della direzione Ecologia, vicenda denunciata tramite le pagine di LiveSicilia, poi ricorda: “Le telecamere non sono la panacea di tutti i mali. Non sono la panacea rispetto alle sanzioni operate alle ditte, a quante delle multe effettuate vengono pagate, al lavoro dei sorveglianti… I risultati, assessore, li otteniamo se lavoriamo insieme”.

La sfilata di contestazioni, a volte lievi a volte pesanti, non finisce. Orazio Grasso, sempre Grande Catania, denuncia che “lo sbandierato cambio di passo nella gestione dei rifiuti non c’è stato”. E che “se dovessimo basare il nostro giudizio sui rifiuti presenti in strada e sui marciapiedi, sarebbe un giudizio pessimo“. Per poi affondare: “La smetta, assessore, di raccontare Catania come se fosse un Cantone svizzero. Non contesto il suo impegno, le contesto una narrazione che non giova a nessuno”.

Perfino Santo Russo, di recente diventato il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio, ammette la necessità di “maggiore impegno”, pur sottolineando la “svolta importante” data dall’amministrazione Pogliese. Russo, che è operaio nella raccolta dei rifiuti nell’appalto di Catania, l’argomento lo conosce bene. “Nel rush finale di questa consiliatura – predice – daremo il massimo”.

Giovanni Grasso, ex candidato a sindaco del Movimento 5 stelle e adesso entusiasta di FdI, parla della necessità non tanto di reprimere (“quello è compito di prefettura e forze dell’ordine”), quanto di “controllare il territorio”. Sara Pettinato, da poco nel Gruppo misto, si rallegra che “l’atteggiamento dell’assessore sia un modus operandi con tutti, perché temevo che ignorasse solo me“.

Altro che seduta piatta

“Chi si aspettava una seduta piatta, sarà rimasto deluso“, sottolinea sornione Sebastiano Anastasi, capogruppo di Grande Catania, forte di un fatto incontestabile: nonostante vengano accusati di essere la spina nel fianco della maggioranza, al momento del voto i lombardiani ci sono sempre. “Questo è un Consiglio che vuole dire la propria fino all’ultimo giorno in cui sarà in carica“. Perché “l’opposto della megalomania è lavorare a testa bassa per raggiungere i risultati”.

E se dagli autonomisti la “critica costruttiva” ce la si aspetta, arriva inattesa dall’alfiere del sindaco Salvo Pogliese. Luca Sangiorgio non si volta dall’altra parte di fronte al grande non detto della seduta: “Dove lo troviamo il personale, soprattutto alla polizia municipale, per controllare continuamente le telecamere? Sennò il problema resta: ci vogliono il doppio dei dipendenti comunali”. Sangiorgio, prosegue, non vuole essere disfattista. “Ma abito nel lotto Centro e mi vergogno a scendere in strada: non ricordo mai prima d’ora marciapiedi e strade così sporchi”.

“Mi auguro che le telecamere funzionino e che l’installazione non si trasformi solo in un annuncio da conferenza stampa”, interviene Manfredi Zammataro, di Diventerà Bellissima. “Ci sono turisti che si sono fotografati, in pieno centro, con i cumuli di rifiuti non raccolti perché non conformi”. Colpa, certo, di quel difetto di comunicazione segnalato anche dal collega di partito Daniele Bottino, che pure lui lamenta la sporcizia.

Barresi non sente e va avanti

L’assessore Andrea Barresi non sente e va avanti. Ringrazia tutti e ricomincia con il rosario dei numeri: nel lotto Nord la percentuale di raccolta differenziata sarebbe quasi arrivata al 50 per cento, “per l’esattezza al 48,4 per cento. E questo in soli quattro mesi: il bando prevedeva che al primo anno si raggiungesse appena il 15 per cento“.

Le penali, poi, a gennaio e febbraio 2022 sarebbero state di 296mila euro già decurtati dal pagamento alla Dusty. Informazione che non può essere verificata, senza la pubblicazione dei documenti richiesta dal consigliere Bonaccorsi. Nulla dice Barresi a proposito, invece, delle ditte che hanno in gestione i lotti Nord e Sud, Ecocar e SuperEco.

“Gli ospedali Garibaldi Centro e Nesima sono arrivati al quasi 30 per cento, nessuno ci credeva”, prosegue l’assessore. Non riesce a concludere, però, perché viene interrotto prima da Salvo Di Salvo (“Ora basta, la città sta fetendo e lo sappiamo tutti“) e poi da Santi Bosco (“Perché continua a parlarsi addosso e a ripetere sempre le stesse cose? Non apprezzo il tono del professore che viene qui a darci insegnamenti. Questa pompa magna la trovo superflua e fuori luogo: forse ha intenti elettorali. Ma ricordo a chi ci ascolta che quando c’era da aumentare la Tari per il bene di tutta la città lei, assessore, ha votato contro”).

La pietra tombale della discussione è Alessandro Campisi che, tranchant, dice: “Sapevo che lei era inadatto“.

Il titolare dei Rifiuti non fa una piega. Ci ha messo tanto per diventare assessore, la sua nomina è stata la pietra di uno scandalo che ha rischiato di minare i rapporti tra i partiti (la Lega è uscita dalla giunta, perché Barresi è stato chiamato a sostituire il coordinatore provinciale Alessandro Porto; Fabio Cantarella, il secondo leghista, si è dimesso a ruota): le contestazioni non lo piegano. Lui non si cura di loro, li guarda e la delibera, con accordo multipartisan, passa.


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