03 Aprile 2018, 15:11
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CATANIA – Stesso bando, procedura diversa. Tenta di tirarsi fuori dall’emergenza rifiuti, l’amministrazione comunale. Lo fa proponendo ancora una volta, la quarta, lo stesso bando già andato deserto, la gara per affidare l’appalto settennale che, stando alle continue dichiarazioni dei rappresentanti dell’amministrazione, dovrebbe traghettare Catania fuori dal pantano in cui si trova, relegata nel fondo delle classifiche per raccolta differenziata.
Nonostante sia andata deserta più volte, dunque, il Comune di Catania ci riprova, pubblicando lo stesso bando di gara giudicato svantaggioso da alcuni operatori del settore, tanto che nessuno ha pensato di partecipare. Stavolta però la procedura sarà negoziata, come indicato dall’Anac agli amministratori: sarà dunque l’amministrazione a selezionare alcune ditte da “invitare” a partecipare al bando, attingendo a un elenco nazionale. Solo dopo un eventuale mancata risposta, si potrà redigere un nuovo appalto, con caratteristiche differenti da quelle inserite nell’attuale capitolato e considerate non vantaggiose.
Al momento, dunque, le caratteristiche per affidare l’appalto settennale sono le stesse: addetti inferiori rispetto a quelli necessari – ne sono previsti 650, lo stesso numero di quelli che, attualmente, si occupano della raccolta e dello spazzamento nel 75% del territorio cittadino – con penali elevate, nonostante la difficoltà evidenziata dagli operatori, di ottenere sanzioni e multe da parte della polizia municipale, nonché percentuali troppo alte da raggiungere nel primo periodo. Questi i motivi per cui, ad esempio, la Dusty, ditta del settore che ha più volte denunciato anomalie nella predisposizione dei bandi – denunce acquisite dalla magistratura nell’inchiesta Garbage affair – non solo non risponderà all’invito di Palazzo degli Elefanti, ma prevede una nuova gara deserta.
“Andrà deserta anche questa – afferma Rossella Pezzino De Geronimo, legale rappresentante della Dusty. Le caratteristiche della gara sono rimaste svantaggiose – continua – per cui non ha alcun senso imprenditoriale partecipare”. Se così fosse, la città di Catania avrebbe di nuovo il problema di chi debba occuparsi del servizio: potrà prorogare per l’ennesima volta l’appalto ponte al centro dell’inchiesta Garbage affair, o predisporre una nuova mini – procedura. Con costi non indifferenti e speranze sempre più flebili che la rivoluzione dei rifiuti possa raggiungere, un giorno, anche Catania.
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03 Aprile 2018, 15:11