04 Aprile 2015, 15:24
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Sprechi, ruberie e falsi in bilancio degli amministratori del tempo, spesso tra complicità, acquiescenze e comportamenti irresponsabili di taluni sindacalisti e dirigenti, hanno decretato il fallimento dell’Amia, gettando Palermo nel caos dei rifiuti e i lavoratori nella prospettiva della disoccupazione.
L’Amministrazione comunale di Palermo, con i suoi cittadini e con il Consiglio comunale ha, superando ostacoli e difficoltà di ogni genere, provveduto a risolvere la situazione di emergenza, dando vita ad una nuova società (la Rap), e garantendo per intero l’occupazione e la ripresa dei servizi. Grazie ai sacrifici e alle tasse dei cittadini e alle scelte della nuova dirigenza, si è riusciti a mettere in sicurezza l’azienda, che gode di una condizione di equilibrio finanziario e che sta dotando il servizio di igiene ambientale di attrezzature e mezzi, che erano scomparsi nella voragine del fallimento.
Quel fallimento ha lasciato un quadro noto all’opinione pubblica e ai magistrati della giustizia fallimentare e penale: non una spazzatrice, non una autobotte, cassonetti e autocompattatori in disastrose condizioni numeriche e di conservazione, raccolta differenziata al lumicino e una discarica, quella di Bellolampo, in condizioni di degrado e abbandono, evidenziate nell’inquietante incendio dell’estate 2012, alcune settimane dopo l’insediamento della nuova Amministrazione comunale, che aveva chiaramente espresso la volontà di cambiare musica rispetto a pratiche e sprechi del passato.
E’ in atto, da parte della nuova società Rap, la realizzazione concreta e a tappe forzate, di un piano industriale e di un’azione di organizzazione e dotazione di mezzi e strutture, che ha visto la messa in sicurezza dell’impianto di Bellolampo e l’acquisizione di mezzi e attrezzature, unitamente alla sollecitazione alla Regione per lo sblocco e l’avvio della seconda parte del piano di raccolta differenziata (Palermo Differenzia 2, che riguarda altri 130.000 palermitani, in aggiunta ai 130.000 di Palermo Differenzia 1).
Su tale complessiva situazione ho avuto più volte l’occasione di informare i cittadini, le magistrature e le istituzioni competenti, tramite esposti e costituzioni di parte civile.
Da ultimo, il 26 marzo 2015, ho rappresentato la situazione del passato e del presente, e le prospettive del futuro nel settore dei rifiuti, nel corso dell’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul Ciclo dei rifiuti. Ho espressamente e formalmente indicato responsabili e responsabilità, nonché ostacoli e criticità legate ad un “sistema criminogeno” di emergenza strutturale che, a partire da Palermo, i Comuni siciliani stanno tentando di contrastare e demolire.
In tale contesto, anche temporale, appaiono incomprensibili gli atteggiamenti e i comportamenti di alcune organizzazioni sindacali che hanno dichiarato lo stato di agitazione, e poi non si sono presentate all’incontro con la dirigenza Rap. Incontro che, per legge, era stato doverosamente convocato dal presidente della Rap, Sergio Marino. Appaiono incomprensibili e irresponsabili gli atteggiamenti e i comportamenti di taluni sindacalisti, che convocano assemblee per ogni turno di lavoro, mettendo in ginocchio la città nel periodo pasquale.
A sindacalisti e ai dipendenti RAP, la cui stragrande maggioranza rischia di subire delle conseguenze senza responsabilità, mi limito a far presente che non consentiremo che si torni alle ruberie e ai fallimenti del passato e che si ostacoli l’azione di contrasto al già più volte denunciato “sistema criminogeno” nel settore dei rifiuti. Non permetteremo che pochi, strumentalizzando posizioni dominanti possano oggi, come ieri hanno fatto con l’Amia, continuare ad operare in danno della Rap, mettendo in pericolo un servizio essenziale per i cittadini, la stessa tenuta dell’intera azienda e, con essa, il futuro occupazionale dei lavoratori.
Nessun dialogo potrà avviarsi, anche su questioni di rilievo e significative per i lavoratori, se non si mette al primo posto l’obiettivo di una città pulita e decorosa e a quei sindacalisti che ostacolano un processo di riorganizzazione aziendale ineludibile dico che i cittadini hanno diritto di conoscere chi e quando pulirà le loro strade e che i cittadini hanno diritto di non assistere più ai frequenti atteggiamenti di taluni operatori che non fanno il proprio dovere; questo proprio a sostegno e in aiuto alla maggioranza dei dipendenti che svolgono con professionalità e dedizione il proprio lavoro.
Ho doverosamente trasmesso, in data 3 aprile 2015, all’Autorità di garanzia per gli scioperi per i servizi essenziali, alla Procura della Repubblica e al Prefetto, una relazione su questa situazione e sui comportamenti sopra sintetizzati. Non permetteremo che tornino a prevalere e prevalgano prepotenze e strumentalizzazioni utili al sistema criminogeno nel settore dei rifiuti.
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04 Aprile 2015, 15:24