04 Marzo 2022, 10:52
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Il governo è al lavoro per la riforma sul catasto. Questa riforma è pensata per far emergere nei registri pubblici terreni e immobili “fantasma”, ossia quelli non registrati, oppure non registrati in modo corretto.
Da un lato ci sono il premier Mario Draghi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e i tecnici del Mef, che minacciano la caduta del governo qualora non passasse il via libera alla riforma. Dall’altro il centrodestra, preoccupato che il nuovo sistema normativo possa andare a colpire i risparmi degli italiani con un aumento delle tasse. Intanto le polemiche si alzano e arrivano le critiche per la linea dura dell’esecutivo in un momento storico così delicato, con il conflitto tra Russia e Ucraina in cima all’agenda della politica.
Il nodo della riforma è l’articolo 6 della legge delega per la riforma fiscale, con cui il Parlamento ha demandato all’esecutivo il compito di occuparsi della materia. La norma prevede la “modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale, al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati, e un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026″.
Per raggiungere l’obiettivo, dovrebbero essere messi a punto modelli e strumenti organizzativi per rendere più facile la circolazione e la condivisione di documenti tra gli uffici comunali e l’Agenzia delle Entrate. Il testo prevede anche che, insieme alla rendita catastale già prevista dalle leggi in vigore, per ciascun immobile venga determinato anche il valore patrimoniale e una rendita che sia calcolata sui parametri del mercato.
Nella proposta vengono indicati i principi e i criteri direttivi che dovranno guidare il governo nella messa a punto della riforma. Tra questi, si specifica che le informazioni rilevate dal Fisco non debbano essere “utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali e, comunque, per finalità fiscali”.
Il riferimento è a imposte come l’Imu o al reddito come risultante ad esempio dall’Isee, sulla base del quale viene parametrata tutta una serie di vantaggi e benefici fiscali di un nucleo familiare, come ad esempio la possibilità di usufruire di vari bonus.
Si chiarisce inoltre che, eventuali effetti finanziari che andrebbero ad aumentare gli oneri di spesa, potranno essere quantificati solamente in un secondo momento, attraverso la “predisposizione dei decreti delegati”.
Un’analisi sull’impatto della riforma sottolinea che la normativa non andrebbe a produrre ripercussioni fiscali dirette. Tuttavia, segnala come sarebbero 39 milioni le persone fisiche e 1,5 milioni quelle giuridiche a essere “interessate” dalla riforma.
La stessa analisi spiega che “finalità prioritaria” della riforma è quella di “consentire un maggiore controllo del patrimonio immobiliare, favorendo l’emersione di immobili non censiti ovvero censiti sulla base di rendite che non rispettano la reale consistenza’ e la destinazione degli stessi”.
La Lega ha espresso più volte timore che la riforma, così come è pensata, andrebbe essenzialmente a tassare ulteriormente le proprietà immobiliari degli italiani. Forza Italia ha tentato una mediazione proponendo la riscrittura dell’articolo 6 e ipotizzando di togliere la nuova mappatura complessiva del catasto e di concentrarsi sulla ricerca degli immobili fantasma.
Nella serata di giovedì 3 marzo è stato bocciato l’emendamento soppressivo della riforma del catasto presentato dal centrodestra in commissione Finanze alla Camera. La riforma voluta dal governo è dunque salva ma la maggioranza si è spaccata con FI, Lega e Fdi che hanno votato a favore della proposta di soppressione. I voti contrari sono stati 22, i favorevoli 23.
“Dopo questo voto che porta all’aumento delle tasse sulla casa per gli italiani, svelando le vere intenzioni di centrosinistra e 5s, da oggi ci sentiamo liberi di votare secondo quelle che sono le indicazioni della politica fiscale da sempre della Lega, che sono flat tax, regimi speciali, cedolare secca, semplificazioni, battaglia sulle cartelle, saldo-acconto”, hanno detto Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli dopo il voto sul catasto in commissione Finanze della Camera. “E voteremo con chiunque ci appoggi su queste proposte”.
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04 Marzo 2022, 10:52