03 Aprile 2023, 18:05
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PALERMO – “Privatizzare l’aeroporto di Palermo? Il prima possibile”. Lo ha detto Vito Riggio, neo amministratore delegato di Gesap, la società che gestisce i servizi a terra dello scalo, durante la presentazione del programma per la stagione estiva 2023. Presenti, oltre all’ex presidente dell’Enac, il presidente di Gesap Salvatore Burrafato e, in rappresentanza del Comune di Palermo, l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando.
Tanti i temi affrontati durante l’evento tenutosi questo pomeriggio presso i Giardini del Massimo di Palermo: dai lavori all’aeroporto di Palermo al caro voli, passando per la possibile fusione fra lo scalo di Palermo e l’aeroporto di Trapani.
“Stiamo facendo con il presidente Burrafato una ricognizione finanziaria. – ha detto Riggio – Dobbiamo capire qual è lo stato reale della finanza, che non mi pare brillantissimo. Dieci anni fa ebbi una polemica con l’allora sindaco. Si è preferito indebitare la società a condizioni capestro. Personalmente non farò altro debito. Quindi o si fa una ricapitolarizzazione o si vende come avviene in tutto il mondo”.
Riggio si spinge anche oltre, sottolineando la presenza di una serie di possibili stakeholders a cui rivolgersi. “L’aeroporto di Nizza è stato comprato solo qualche anno fa. Ci sono grandi società industriali con fortissimi capitali in Europa. Gli aeroporti fanno utili e ne fanno tanti. In una città che ormai ha un bilancio semi-dissestato, con il sindaco che ha detto che non ha i soldi nemmeno per comprare una bic, si possono prendere le risorse che possono venire dalla vendita dell’aeroporto. Poi a decidere sono loro. Sono state fatte dichiarazioni sia dal sindaco che dal presidente della Regione in tal senso. Vedremo”.
Il neo ad di Gesap ha parlato anche del caro biglietti che colpisce la Sicilia, in particolare, durante le vacanze natalizie e pasquali: “C’è stata un’inflazione gigantesca. Il prezzo del carburante è andato alle stelle. Le compagnie aeree, che già venivano da un periodo di perdita a causa della pandemia, tendono a recuperare”.
“Ho chiesto sia a Ita che a Ryanair, sulla scia di quanto fatto dal presidente Schifani, di moderare i biglietti finali, che poi sono quelli ad essere scandalosi. Si parte da un prezzo basso e, man mano che si riempie, si va alzando. Servirebbero più aerei, ma Ita in questo momento ha avuto una perdita di circa 500 milioni. Ha comunque messo altri due mezzi e, all’orizzonte, c’è una nuova compagnia che inizia. Speriamo che l’inizio di questo doppio asse possa consentire un abbassamento dei prezzi”. Ritocchi al ribasso che potranno protrarsi, a giudizio di Riggio, fino ad un certo punto. “È chiaro che non bisogna illudersi. Se pretendiamo che il prezzo medio sia ancora più basso, è difficile. Sono gli ultimi posti ad essere alti. Speriamo di fare meglio, ma non illudiamoci che si possa pagare poco in un momento di inflazione così alto. Del resto si paga molto perché la gente viaggia. E i prezzi sono più alti da Roma, a dimostrazione che la Sicilia ha molte richieste”, dice.
Altro capitolo riguarda la possibile fusione con l’aeroporto di Trapani. Operazione per ora messa in stand-by, come spiegato dallo stesso amministratore delegato della società che gestisce lo scalo di Palermo. “Conosco bene l’aeroporto di Trapani – commenta Riggio – Come ha detto la Corte dei Conti, negli ultimi otto anni è andata in perdita. Una società pubblica regionale in questa situazione ha bisogno di un piano industriale. Bisogna capire se Trapani riesce a farlo senza la necessità di ulteriori finanziamenti. Con riguardo a Palermo, dopo due anni più o meno bui nonostante un contributo dello Stato, rivediamo l’utile, il quale sembra abbastanza positivo. Il punto vero è come facciamo a mettere insieme gli aeroporti siciliani senza essere mangiati dalle compagnie low cost”.
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03 Aprile 2023, 18:05