Rilievi della Conte dei conti |al Comune di Monreale

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24 Marzo 2016, 18:19

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PALERMO – La Corte dei Conti bacchetta il comune di Monreale, per la prima verifica semestrale dell’esercizio del Piano di riequilibrio finanziario, e non risparmia i revisori dei Conti. Questa mattina, durante l’adunanza, il sindaco Piero Capizzi e il segretario generale Domenica Ficano sono stati incalzati dalle osservazioni del consigliere istruttore Francesco Albo, trovandosi a volte spiazzati. Un contraddittorio vero, non un mero passaggio formale, dal cui esito dipende la stessa sopravvivenza del Piano di riequilibrio e le sorti finanziarie del comune. La deliberazione della Corte è attesa nei prossimi giorni.

“Investo lei – ha detto il presidente della Corte Maurizio Graffeo rivolgendosi al sindaco Capizzi – del compito di sollecitare i revisori dei Conti ad accompagnare la documentazione con una relazione esaustiva ed analitica. Il loro lavoro è stato sostituito dall’istruttoria del consigliere Albo. Questa Corte non si occupa soltanto del comune di Monreale e il tempo in più dedicato a voi, è sottratto ad altri comuni”.

Entrando nel merito delle osservazioni, la Corte ha trovato inalterate le criticità rilevate in occasione dell’approvazione del Piano, lo scorso maggio. Residui passivi, disallineamento fra impegni di spesa e spesa effettiva, mancato gettito Imu previsto e crollo di entrate e spesa, nel mirino dei magistrati contabili.

Secondo Capizzi e il segretario, i problemi rilevati dalla Corte deriverebbero da un equivoco metodologico. “Noi – ha spiegato Ficano – abbiamo lavorato su dati macro aggregati, la Corte chiede un prospetto analitico. È una novità per noi confrontarci con il Piano, la prossima volta ci adegueremo”.

Alcuni rilievi, però, hanno riguardato la sostanza. Ad esempio, la richiesta di chiarimenti sul crollo della spesa pubblica di 7 milioni di euro, nel 2015.

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“Ipotizzando che siano stati assicurati tutti i servizi essenziali – ha detto il consigliere Albo – non vorrei che ci ritrovassimo con altri debiti fuori bilancio in futuro, per dei pagamenti non effettuati. Tali tagli, e i crolli nelle entrate, dovrebbero essere spiegati”. Prima che il segretario rispondesse, il presidente le ha ricordato che ogni sua rassicurazione in merito sarebbe stata verbalizzata.

“Ogni determinazione – è stata la sua risposta – che passa dal settore Finanziario è accompagnata dall’impegno di spesa. Su tutte le altre che non passano da me non posso dirlo con certezza, poiché il controllo avviene a campione”.

Rimane poi il mistero su un “di cui” di troppo. Nella relazione giunta alla Corte dei Conti i 500 mila euro annui da destinare al disavanzo di amministrazione sono inseriti nella trance annuale da 2 milioni e 200 mila euro, da pagare ogni anno per ripianare il debito decennale; mentre dovrebbero aggiungersi alla rata. Secondo il segretario Ficano il “di cui” sarebbe un errore formale, ma nei fatti i 500 mila sarebbero stati calcolati a parte. L’ipotesi della svista, però, non sembra avere convinto i magistrati contabili. Se ne saprà di più fra qualche giorno, quando la Corte metterà per iscritto le proprie deduzioni.

 

 

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24 Marzo 2016, 18:19

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