Rimorchio ‘sicilian style’ | Se gli inglesi imparano dai siciliani

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15 Dicembre 2013, 17:37

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LONDRA – Tecniche di rimorchio alla siciliana: lo sguardo dritto negli occhi, la stretta di mano sicura, i gesti aperti e ricettivi, l’atteggiamento confident. I maschi siculi le imparano già dalla nascita ma gli inglesi le devono studiare all’Università: ecco perchè due dei più importanti centri di ricerca del mondo accademico britannico – la University College London e il King’s College – dedicano interi seminari alla comunicazione non verbale ‘Made in Sicily’, di cui le modalità di attracco sono ovviamente la parte ludica, col pienone di applausi e richieste di bis da parte di studenti e ricercatori.

“E’ ancora una sperimentazione”, precisano i protagonisti, tutti siciliani doc in terra inglese: l’attore palermitano Marco Gambino e il regista nisseno Luca Vullo, insieme alla teaching assistant della prestigiosa UCL Enza De Francisci. “Gli studenti si divertono – spiega lei, siciliana di Naro nata e cresciuta a Londra – ma la sfida è quella di fare un discorso serio per spiegare meglio come percepire i discorsi in italiano. Qui alla UCL insegniamo la lingua, ma i gesti possono cambiare il senso delle parole: ecco perché, accanto ai corsi di teatro, abbiamo incluso lo spettacolo Talkingesture ed il workshop di approfondimento del documentario La voce del corpo. Più in generale, è molto interessante capire come queste dinamiche possono entrare in relazione con la società britannica”.

Non solo lezioni di flirting, perciò: il seminario “Talkingestures”, che nel 2007 ha entusiasmato i sudditi di sua Maestà, diventa adesso multimediale mostrando dal vivo come postura e modo di esprimersi, senza parole, possano condizionare i rapporti tra le persone sin dalla prima stretta di mano. “Sì al contatto visivo con il nostro interlocutore – suggerisce Marco Gambino, da 26 anni a Londra e da gennaio al Biondo di Palermo con lo spettacolo “Parole d’onore” – e una sbirciatina allo specchio per cercare se stessi e scoprire ciò che in noi è unico e vero: questo fa sentire sicuri delle proprie capacità ed è una tecnica molto usata dagli attori. Gli inglesi non hanno idea di come si faccia”.

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Sullo schermo, intanto, passano le foto scelte dal regista Luca Vullo, che dei gesti siciliani è ormai ambasciatore negli Istituti Italiani di Cultura di mezza Europa con il suo documentario ‘La voce del corpo’. “Mostriamo bocche, nasi, espressioni dei volti siciliani – racconta Luca – per approfondire l’idea della gestualità isolana guardandola da prospettive diverse in un percorso unico. Ne è nata una performance gestuale che ho arricchito con le musiche di un altro siciliano, il compositore Giuseppe Vasapolli”.

Il suo documentario è stato proiettato anche al King’s College dove il workshop ha fatto l’en plain. Qui il regista ha chiamato in scena il pubblico e ha chiesto agli attori improvvisati di far finta di entrare in un bar siciliano e chiedere a gesti un caffè, un bicchiere d’acqua e una spremuta d’arancia. Il risultato è stato esilarante, superato solo dalla scenetta in cui ha chiesto ad una studentessa, ad uno studente inglese ed a un suo collega italiano di riprodurre sul palco una possibile scena di approccio alla fermata del bus.

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15 Dicembre 2013, 17:37

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