12 Maggio 2012, 09:12
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Il conto alla rovescia per il rimpasto è partito. “Prima si fa, meglio è”, commentava ieri un alto papavero della maggioranza. In vista del voto anticipato di ottobre, infatti, la maggioranza vuole mettere benzina politica nel motore ingolfato del governo regionale. Il “Nuovo polo per la Sicilia” battezzato ieri da Mpa, Fli, Api e Mps lo ha scritto nero su bianco su un comunicato stampa: “L’aggravarsi della crisi economica nel Paese e nell’Isola impone l’assunzione di maggiori responsabilità per rafforzare la compagine di governo e affrontare con maggiore efficacia le emergenze sociali della Sicilia”. E rimpasto sia, dunque, subito dopo i ballottaggi. A far spazio in giunta sarà qualche tecnico, per il quale si troveranno altre destinazioni. Per Gaetano Armao, per esempio, si parla di un futuro al vertice dell’Irfis, ipotesi raccontata nei mesi scorsi dal mensile S e tornata a circolare sulle pagine dei quotidiani. Con lui dovrebbero uscire dalla giunta altri tecnici per far posto ad almeno un esponente del neonato Mps, sarà Riccardo Savona (a quel punto uscirebbe Uccio Missineo, vicino all’Mps), e a un paio di politici dell’Mpa. I due nomi più quotati tra gli autonomisti sono quelli del numero due del movimento, Lino Leanza, e del deputato messinese Carmelo Lo Monte. Fli, che ha già due assessori, potrebbe mantenere in squadra uno dei due tecnici, il messinese Daniele Tranchida, mentre al posto di Sebastiano Di Betta potrebbe fare il suo ingresso in giunta Alessandro Aricò, deputato regionale che ha rappresentato il “Nuovo polo” alle amministrative di Palermo.
Più complessa la partita per il Pd, che in chiave rimpasto dovrà prima chiudere le questioni interne legate alla segreteria di Giuseppe Lupo, per parlare con un’unica voce al tavolo degli alleati. Da quelle parti, i nomi circolati nei mesi scorsi per un eventuale toto-assessori sono quelli di Baldo Gucciardi o Franco Rinaldi, per la corrente Innovazioni, e di Antonello Cracolici.
È curioso, forse, che un governatore quasi dimissionario, che ha già pubblicamente annunciato l’intenzione di togliere le tende anzi tempo per portare la Sicilia al voto a ottobre, proceda proprio adesso al rimpasto. Ma i risultati elettorali delle ultime amministrative inducono gli alleati a questo genere di scelta. Perché se l’Mpa ha tenuto, e Fli, Palermo a parte, ha ottenuto risultati confortanti, l’impressione è però che il governo dei tecnici non abbia scaldato più di tanto il cuore degli elettori. E il risultato della lista palermitana di Massimo Russo e Gaetano Armao ne è in qualche modo una cartina di tornasole. Da qui il rilancio del “Nuovo Polo”, che nasce in Sicilia mentre a Roma il Terzo polo muore per mano di Pierferdinando Casini. Come fa notare con un tweet il leader dei finiani Carmelo Briguglio, che lo ha definito “una innovazione politica aperta”.
Ma nel documento che saluta la nascita del “Nuovo Polo” ci sono altri due passaggi significativi. Il primo è quello che fa espressamente riferimento, nero su bianco, al voto in autunno, che malgrado gli scetticisimi delle opposizioni sembra farsi sempre più concreto, visto anche lo stato di salute non eccellente del Pdl. Il secondo passaggio, che fa il paio con l’aggettivo “aperto” usato da Briguglio nel suo tweet, è quello che si legge tra le righe in merito alle alleanze. Che per adesso guardano al Pd. Ma se da Roma ai democratici arrivassero altri input, più rivolti verso la foto di Vasto e quindi a un centrosinistra “tradizionale” (magari allargato all’Udc), ai nuovopolisti toccherebbe guardarsi attorno. E i nemici di oggi potrebbero diventare gli amici di domani. Sempre che, mentre nel Palazzo si discute di alleanze e alchimie, non arrivi un Leoluca Orlando su scala regionale a mandare a carte quarantotto i progetti dei partiti.
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12 Maggio 2012, 09:12