Rimpasto, oggi la nuova giunta| Ancora tanti i dubbi per Orlando

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01 Marzo 2019, 20:06

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PALERMO – L’ora X è ormai arrivata: oggi, dopo un anno di annunci e slittamenti, Leoluca Orlando varerà la sua nuova giunta. Una squadra di governo per il comune di Palermo in cui, per la prima volta, faranno la loro comparsa i partiti che hanno sostenuto il Professore alle ultime elezioni e che, nelle intenzioni del sindaco, dovrebbe essere la formazione che porterà l’amministrazione alle urne nel 2022.

Un’attesa che si tinge di giallo, visto che Orlando non ha ancora sciolto le riserve. Oggi alle 13 vedrà i partiti e i capigruppo di maggioranza e poi, alle 15, la conferenza stampa per l’elenco dei nuovi assessori. Le indiscrezioni continuano a rincorrersi: top secret il nome per la Cultura, resta il rebus sulla presenza o meno della seconda donna, in bilico Sergio Marino, la cui permanenza era data fino a qualche settimana fa per scontata ma ora potrebbe essere sacrificato in nome delle quote rosa, ed Emilio Arcuri, che comunque il sindaco avrebbe provato in qualche modo a salvare. Non dovrebbero esserci dubbi sull’ingresso di Fabio Giambrone come vicesindaco, Giusto Catania per Sinistra Comune e Leopoldo Piampiano per Sicilia Futura, così come sono certi di lasciare Iolanda Riolo e Gaspare Nicotri. In uscita ci sarebbe anche Antonino Gentile, l’uomo dei conti.

Ma l’interrogativo che tutti si pongono riguarda il Partito Democratico: la scelta dovrebbe essere fra il capogruppo Dario Chinnici e un tecnico, ma in entrambi i casi si tratterebbe di un faraoniano. Una prospettiva che ha scatenato da settimane i malumori degli zingarettiani, con Giovanni Lo Cascio (vicino a Lupo) e Rosario Arcoleo (in quota Cracolici) che a poche ore alla nuova giunta sparano nuovamente a zero. “Il dibattito sul rimpasto della giunta Orlando poteva diventare l’occasione per rilanciare un confronto aperto sul futuro della città di Palermo, ma alla fine si è ridotto ad un semplice riassetto degli equilibri interni ad una parte della maggioranza – dicono Arcoleo e Lo Cascio – Avevamo chiesto un maggiore spazio per il dibattito con i militanti del Pd e con la cittadinanza in generale, per fare il punto sul programma di governo che è stato votato dalla maggioranza dei palermitani. Non ci interessavano le presenze in giunta. Quello che ci preme veramente è riallacciare un filo diretto con la città, per costruire un’azione di governo di ampio respiro, condivisa e partecipata, che non si limiti alla soluzione delle emergenze ma che sappia anche disegnare una prospettiva concreta sulla crescita economica e sulla qualità della vita.

Alla fine questa giunta, più che segnare un azione di rilancio, provocherà un ulteriore passo indietro nei confronti della città”. Anche perché la nuova giunta arriverà proprio alla vigilia delle primarie nazionali del Pd che in Sicilia e a Palermo hanno fatto registrare più di una frizione fra le due anime del partito, ossia fra il segretario Davide Faraone da un lato e i deputati Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici dall’altro.

Il rischio è che la nuova giunta incida sugli equilibri già precari di una maggioranza in evidente affanno, in cui non mancheranno i malumori. Non è un mistero che i consiglieri delle liste civiche, rimasti a bocca asciutta per il rimpasto, chiedano adesso nuovo spazio nelle presidenze di commissione e nei cda: ai partiti, infatti, sono già andati presidenti delle aziende e posti in giunta e adesso rischiano di rimanere schiacciati dalla presenza ingombrante delle formazioni politiche, in primis Sicilia Futura che potrebbe ritrovarsi, alle Attività produttive, a esprimere sia l’assessore che il presidente di commissione. Un monocolore che molti, tra gli orlandiani, digerirebbero a fatica.

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01 Marzo 2019, 20:06

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