29 Giugno 2019, 19:32
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Nello Musumeci aveva sempre detto, quando gli si domandava di un possibile ingresso in giunta di assessori in quota Lega, che fintano che non ci sarebbero state novità nei gruppi parlamentari non ce ne sarebbero state nemmeno nel governo. Adesso, però, la novità c’è. È nata anche e soprattutto per mano di un fedelissimo del governatore, l’assessore Ruggero Razza, il più filoleghista dei musumeciani. La novità si chiama Ora Sicilia, è un gruppetto succursale di Diventerà Bellissima formato da tre deputati che hanno cambiato casacca, in testa l’ex Forza Italia Luigi Genovese. E questa novità, con un rimpasto alle porte, potrebbe avere peso. Soprattutto se si paragona il nuovo gruppo con le sue zero poltrone a qualche altro gruppo di maggioranza che ha fatto incetta di incarichi e che adesso potrebbe far fatica a presidiarli tutti.
Musumeci deve com’è noto nominare i successori del compianto Sebastiano Tusa ai Beni culturali e di Sandro Pappalardo al Turismo. Per quest’ultimo l’erede è stato già designato da Fratelli d’Italia, si tratta di Manlio Messina. Per l’altra casella lo scouting si sta rivelando più complicato e sofferto, pesantissima è l’eredità di un gigante come Tusa. Ma si limiterà davvero a questi due innesti il rimpasto? Musumeci ha più volte detto che questo è il suo intendimento. Ma adesso c’è un gruppo di maggioranza in più, e questo cambia le cose. Anche perché la consistenza numerica del plotone paraleghista attrezzato da Razza è già nell’ordine di grandezze di Fratelli d’Italia, che un assessore ce l’ha, e allora… E allora, se si somma questa novità alle note dinamiche interne in Forza Italia, dove ai piani alti siciliani si pensa di impallinare Gaetano Armao, inviso a Gianfranco Micciché, e si ragiona sulla possibilità di una new entry all’Agricoltura (Tony Scilla da Mazara in pole) in un’ottica di rotazioni tra province, ecco che il puzzle del rimpasto potrebbe complicarsi eccome.
In realtà, al momento sembra che nei piani di Ora Sicilia non ci sia intenzione di bussare per chiedere un assessorato. Musumeci non vuole scenari da mercato dalle vacche e dicono che presterà attenzione a questo aspetto. Ma la nascita del nuovo gruppo ha sollevato di nuovo nella coalizione il tema del sovradimensionamento di Popolari e Autonomisti, con i loro tre assessori regionali (Lagalla, Cordaro, Scavone), un vicepresidente dell’Ars (Di Mauro) e un presidente di commissione (Compagnone), cinque poltrone di peso a fronte di cinque deputati regionali. Se si dovesse guardare ai numeri, Cencelli alla mano, è lì che si dovrebbe sacrificare qualcosa, e forse non è un caso il nervosismo che dalle parti dei centristi si è palesato subito dopo la nascita del gruppo. Popolari e Autonomisti ma anche l’Udc non hanno apprezzato molto l’operazione che a qualcuno ricorda le alchimie dei gruppi parlamentari degli anni di Crocetta. A complicare le cose il gossip insistente di un possibile avvicinamento in giunta di Saverio Romano in persona, che affollerebbe ulteriormente la scena.E allora, in vista di un rimpasto, le tre poltrone di centristi e lombardiani traballano più delle altre (idem, come detto, quella di Armao) e sono considerate osservate speciali. E non è tutto, perché all’Ars ci si aspettano intanto altri movimenti. Che potrebbero ulteriormente modificare i rapporti di forza del centrodestra. Sicilia Futura è ormai nell’alveo del centrodestra: si accorperà a qualcun altro? L’avvicinamento a Forza Italia è avviato da un pezzo. In tanti poi guardano al Pd in fibrillazione, per capire quali saranno le mosse dei dem meno in sintonia con il nuovo corso zingarettiano. Luisa Lantieri ha già salutato, lo faranno anche altri? In questo senso la Sicilia orientale sembra avere più di un fremito. E l’estate a Palazzo si preannuncia movimentata.
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29 Giugno 2019, 19:32