07 Agosto 2014, 19:30
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PALERMO – Il rimpasto può attendere. Almeno qualche giorno. L’ipotesi che già questa settimana il segretario del Pd Fausto Raciti proponesse i nomi dei nuovi assessori del Partito democratico al presidente della Regione non è più in campo. Toccherà aspettare almeno la settimana prossima. Nel weekend, infatti, i renziani si incontreranno per fare un punto della situazione tra loro. E potrebbero esserci anche altri colloqui, con altre anime del partito più vicine al governatore. Solo dopo, forse la settimana prossima, ferie ferragostane permettendo, si dovrebbe cercare di arrivare a un’intesa unitaria sulla proposta da avanzare a Rosario Crocetta, per risolvere la spaccatura generata dalla nascita del suo secondo governo, dal quale sono rimasti fuori i cuperliani.
Raciti lavora affinché la partita si chiuda in tempi stretti. Anche se da più parti si ha la sensazione che non sarà agosto il mese del rimpasto e che la pratica possa essere rimandata ala fine dell’estate. Da ambienti dell’area più “governativa” del partito, infatti, trapela l’intenzione di avviare un ragionamento più ampio sulla rappresentatività delle varie anime del Pd, che tenga conto non solo delle presenze (o assenze) in giunta ma anche degli equilibri interni nell’Assemblea e negli organi del partito. Il che tradotto dal politichese vuol dire che ci sarebbe qualcuno pronto a far notare ai cuperliani, che reclamano due posti in giunta, che la loro corrente esprime già tre presidenti di commissione all’Ars (Cracolici, Marziano e Digiacomo) oltre a una serie di posizioni chiave nella stanza dei bottoni del partito (segretario, responsabile organizzativo e altre cariche).
Insomma, il percorso che porta a una soluzione condivisa appare ancora disseminato da qualche ostacolo. Intanto, non si è sciolto il nodo relativo al profilo della delegazione del Pd in giunta: politici o “tecnici”? Se prevarrà la seconda opzione, i nomi più quotati per i cuperliani restano quelli di Angelo Villari, vicino alla Cgil, e Cataldo Salerno, presidente della Kore di Enna.
Ancora avvolto nelle nebbie il capitolo relativo a chi dovrebbe far posto ai nuovi innesti. Tanto più che il Pd non rivendicherà, a quanto pare, tra i suoi quattro nomi quello di Nelli Scilabra. A quel punto, per mantenere in squadra l’assessore alla Formazione, Crocetta potrebbe essere costretto a rinunciare a uno tra Salvatore Calleri e Michela Stancheris. Ma il tema ancora sembra prematuro.
Ieri Raciti ha rinsaldato l’asse con Gianpiero D’Alia, incontrando il leader dell’Udc siciliana all’indomani delle polemiche che hanno visto il politico messinese contrapposto a Rosario Crocetta, con tanto di accuse di golpe. La tensione tra il governatore e D’Alia resta alta, tanto da alimentare voci incontrollate sulla possibilità di una cacciata dell’Udc dalla giunta da parte del governatore. Solo voci, appunto, in questa fase rubricabili probabilmente a schermaglie tattiche. Di certo, la spaccatura all’interno dell’Udc resta profondissima, e i quattro “dissidenti” sono pronti, se rimpasto sarà, a reclamare una revisione della delegazione centrista, che Dina, Firetto, La Rocca e Turano non hanno mai gradito.
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07 Agosto 2014, 19:30