Rimpasto, Orlando vede il Pd| Resta il rebus 'quote rosa' - Live Sicilia

Rimpasto, Orlando vede il Pd| Resta il rebus ‘quote rosa’

Oggi tocca alle civiche. Il sindaco pronto a cambiare tutto.

PALERMO – Un foglio bianco senza nomi, né deleghe già fissate. Il sindaco Leoluca Orlando sgombra il campo da voci e sussurri e fissa i nuovi paletti per il rimpasto al comune di Palermo: nomi di livello, nessun garantito, un secondo giro di consultazioni e una una nuova squadra di governo che potrebbe vedere la luce a febbraio. Insomma, i tempi si allungano di poco ma resta l’intenzione del Professore di rilanciare l’azione amministrativa di un ente in evidente affanno.

Ieri Orlando ha ricevuto la delegazione del Partito Democratico, composta dal segretario regionale Davide Faraone e dal capogruppo Dario Chinnici, renziano della prima ora: una sorta di “monocolore” che ha provocato più di un mal di pancia nel partito, anche se al momento l’area Zingaretti non sembra alla ricerca di uno scontro dagli esiti imprevedibili. Un’ora e mezza di faccia a faccia a cui hanno preso parte anche i due fedelissimi del sindaco, ossia Fabio Giambrone e Diego Bellia.

Nessuna dichiarazione ufficiale al termine del vertice, anche se tutti assicurano che non si sarebbe parlato di nomi o di deleghe, secondo un copione già andato in scena con Sinistra Comune e Sicilia Futura. Più tardi sarà la volta delle liste civiche (Mov139 e Palermo 2022), venerdì a pranzo Francesco Scarpinato e, la prossima settima, il sindaco dovrebbe riconvocare tutti per proporre uno schema di massima. Il Pd si è comunque detto disponibile a dare il proprio contributo, richiamando l’attenzione anche sulla necessità che il rimpasto cammini di pari passo con la rotazione dei burocrati.

La novità che in questi giorni sta emergendo, però, è che lo schema su cui si è ragionato finora potrebbe essere rivisto. Le voci di corridoio parlavano di promossi e bocciati, assessori sicuri di restare e altri pronti a salutare, addirittura venivano indicate le possibili deleghe: indiscrezioni che il sindaco avrebbe smentito categoricamente, dicendosi pronto a ricevere nomi e proposte su tutto. Il che non significa che tutti gli attuali assessori lasceranno, ma non è nemmeno scontato che restino o che mantengano la delega attuale. Un’impostazione che muta profondamente il quadro politico, ma soprattutto una cornice diversa entro cui adesso si muoveranno i partiti.

I problemi infatti non mancano. La legge prevede che ci siano almeno due donne in giunta e, anche se restasse Giovanna Marano, servirebbe comunque un secondo nome, ma al momento il sindaco non ha chiesto a nessuno dei partiti di indicare necessariamente una candidata. Barbara Evola potrebbe far tornare i conti, ma non è scontato che Sinistra Comune punti su di lei e in caso contrario il sindaco dovrebbe trovare una soluzione pescando altrove e ricavando uno spazio in più in giunta. Poi c’è il rebus delle deleghe: Sinistra Comune ha chiesto l’Urbanistica, che però finora si pensava andasse a Sergio Marino, e Orlando non ha posto paletti su quali poltrone cedere ai partiti (anche se terrà il Turismo e potrebbe riconsiderare lo Sport). Insomma, il rimpasto assomiglia a una pagina bianca ancora da riempire.

L’unica cosa certa è che, alla fine, sarà il sindaco a decidere quanti assessori cambiare, quali e a chi assegnare le deleghe, secondo un modello già sperimentato in passato e ormai diventato la cifra stilistica del Professore. Non è un mistero che Orlando sopporti poco le ingerenze e le fughe in avanti, specie tra gli alleati, ma dovrà anche tenere conto delle esigenze della sua maggioranza per potersi garantire una navigazione tranquilla.

I consiglieri delle liste civiche hanno manifestato più di un malumore, qualcuno ha già lasciato per approdare altrove e, se il Pd e Sicilia Futura si sono mostrati più concilianti, Sinistra Comune da parecchi mesi invia segnali di chiara insofferenza. Sc ha infatti bocciato senza mezzi termini l’attuale giunta e chiesto un rilancio complessivo della macchina amministrativa, oltre ad avanzare richieste sulla delega all’Urbanistica, per non parlare della difesa a spada tratta del direttore artistico del Teatro Biondo, Roberto Alajmo, che invece Orlando sembra aver scaricato per garantire Francesco Giambrone al Massimo in tandem con la Regione. E, ciliegina sulla torta, la Sinistra si riserva anche di esprimersi su tutta la giunta con un voto finale, una volta resi noti tutti i nomi.


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