Rimpatriati 91 italiani dalla Tunisia| Migranti, si apre un nuovo fronte - Live Sicilia

Rimpatriati 91 italiani dalla Tunisia| Migranti, si apre un nuovo fronte

I medici dell'Usmaf scendono dalla Atlas dopo i controlli

La Atlas di Gnv giunta a Palermo: controlli dell'Usmaf a bordo

Coronavirus
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PALERMO  – Sono andati via tutti a bordo di propri mezzi i 91 italiani rimpatriati dalla Tunisia a bordo della nave Atlas della Gnv e sbarcati al molo Piave del porto di Palermo: erano rimasti bloccati nel paese nordafricano dopo lo scoppio dell’emergenza coronavirus con il conseguente stop dei collegamenti. Il viaggio è stato organizzato dal ministero degli Esteri con la collaborazione dell’ambasciata italiana a Tunisi

A Palermo lo sbarco è stato coordinato dagli uomini dell’Usmaf, braccio operativo del ministero della Salute, con l’aiuto della Croce rossa italiana e delle forze dell’ordine. I 91 sono stati visitati direttamente a bordo dallo staff dell’Usmaf che ha anche acquisito i medical report compilati dai passeggeri. I rientrati dalla Tunisia, così come previsto dalle norme, adesso dovranno rispettare la quarantena domiciliare di 14 giorni per scongiurare qualsiasi pericolo di contagio.

Subito dopo l’uscita dal porto, di fronte alla costa orientale della città, si trova la Alan Kurdi, nave della ong tedesca Sea-eye che ha trasportato 146 migranti salvati nelle acque del Mediterraneo. Sul fronte occidentale della rada si trova invece la ‘Raffaele Rubattino’, nave della Tirrenia che ha ospitato i migranti provenienti dalla Alan Kurdi. E intanto, si è aperto un nuovo fronte, quello della ‘Aita Mari’, nave Ong spagnola che ha salvato altri 36 migranti e che in questo momento naviga al largo delle coste trapanesi. Il governatore Nello Musumeci ha però avvertito Roma: “Il governo della Regione dice no all’approdo della ‘Aita Mari’ a Palermo”. Secondo Musumeci “sarebbe grave se Roma consentisse lo sbarco di queste persone dopo il rifiuto di altri Paesi dell’Unione europea in un’Isola che vive con alta tensione gli effetti dell’emergenza epidemica”.


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