“Riportiamo la festa| sui binari della legalità”

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24 Novembre 2012, 17:07

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CATANIA – Riportare le festività agatine alla legalità attraverso l’approvazione di un regolamento che ne sancisca tempi, modi e responsabilità. Questo il messaggio lanciato, oggi, in conferenza stampa dal “Comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata”.

“Lo scorso 9 febbraio – spiega Renato Camarda, membro del direttivo catanese Libera – il sindaco, intervenendo ad una riunione da noi indetta, aveva assicurato la creazione di un gruppo di lavoro composto dalle autorità massime in sinergia con il nostro comitato, col compito di realizzare un decalogo sulla festa. Tale gruppo è stato convocato solo due volte. Alla fine, risiedendo la responsabilità ultima per l’ordinamento della festa solo nella prefettura, nella chiesa e nel comune, ogni decisione è stata demandata ad un incontro solo tra le tre autorità. Incontro, tra l’altro, mai indetto”.

Cinque i punti su cui il Comitato desidera risposte:

I tempi della festa: “Non consideriamo accettabile che, – si legge nella lettera inviata al sindaco, al prefetto e all’arcivescovo di Catania – forse anche in ossequio ad interessi poco trasparenti, le festività finiscano sempre più tardi, creando un’atmosfera di costante incertezza e causando gravi danni alla vita economica e sociale cittadina”.

L’abusivismo: “Ogni anno, migliaia di venditori abusivi impediscono il fluido svolgersi della processione dando luogo ad un’evasione fiscale di massa. Chiediamo all’amministrazione quale sia la strategia per risolvere il problema”.

Le candelore: “Tenendo conto – dice a LiveSiciliaCatania Maria Teresa Ciancio, presidente della fondazione Fava – di alcune testimonianze di pentiti che informano delle influenze mafiose su diverse candelore, sollecitiamo le istituzioni ad attuare un severo controllo sulla struttura interna delle corporazioni e sui relativi compensi”.

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Torcioni: “Ogni anno – aggiunge Camarda – il tentativo di creare delle isole per l’accensione di torcioni si rivela puntalmente inefficace. Chiediamo agli organi competenti cosa intendano attuare per affrontare quest’atteggiamento illegale di massa che, ogni anno, mette a repentaglio l’incolumità dei cittadini, con attenzione anche all’uso spropositato di fuochi d’artifico illegali, ultilizzati spesso dalle famiglie mafiose, per celebrare all’interno della festa eventi di loro interesse”.

Volontà al cambiamento è, dunque, quello che desiderano i membri del Comitato.

“In questi anni – conclude Nunzio Famoso, preside della facoltà di Lingue dell’Università di Catania – abbiamo assistito solo a grandi discussioni. A noi, più delle parole, interessano i fatti per porre fine in maniera costruttiva ad una situazione di stallo”.

Alla conferenza stampa ha preso parte anche Marco Gurrieri, operatore di Mani Tese Sicilia.

 

 

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24 Novembre 2012, 17:07

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