01 Novembre 2016, 11:25
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RIPOSTO. E’ ancora caccia ai due uomini che ieri sera, poco dopo le 20, hanno ucciso con numerose coltellate il 27enne giarrese Dario Chiappone. Ben 16 i fendenti che lo hanno raggiunto alla gola, al torace e all’addome. Colpi inferti con violenza, per uccidere. Insieme alla mano che ha colpito c’era un complice, che avrebbe minacciato la coppia con una pistola. Entrambi avevano il volto nascosto. Che l’obiettivo fosse il 27enne, non ci sono dubbi. La donna, una 41enne giarrese che era con lui in macchina, un piccolo Suv di colore grigio di sua proprietà, non è stata aggredita ed ha assistito impotente alla drammatica scena. E’ stata lei a chiedere, l’intervento dei soccorritori. Ma nonostante il tempestivo arrivo, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso. Sul posto sono giunti anche i carabinieri della Compagnia di Giarre che hanno transennato l’area, iniziando i primi rilievi, poi proseguiti dai colleghi della Sezione Investigazioni Scientifiche di Catania. La testimone oculare, sorretta dai sanitari ed in evidente stato di shock, è stata subito sentita dai militari, prima di essere accompagnata all’ospedale di Acireale. Avrebbe raccontato di una rapina finita male. I due malviventi avrebbero chiesto denaro ma il 27enne, forse, avrebbe tentato una reazione e per questo sarebbe stato accoltellato. La donna invece avrebbe consegnato tutto il contante custodito in borsa. Ma qualcosa di quel racconto non avrebbe convinto gli investigatori. A seguire da vicino le indagini il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro e il comandante del Nucleo Operativo di Catania Michele Piras. Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Acireale, dove uno dei fratelli della vittima svolge servizio.
L’AGGUATO. Sono passate da poco le 20 quando due uomini, con il volto incappucciato, raggiungono la Suzuki Sx4, in fondo alla via Salvemini a Riposto, dove sono appartati Dario Chiappone ed una donna. I due avrebbero intimato la consegna di tutto il denaro ma il 27enne avrebbe reagito. Trascinato fuori dalla vettura, sarebbe stato colpito da 16 coltellate che non gli hanno dato scampo. A rilevare le profonde ferite sul corpo della vittima, steso supino sul selciato a fianco dell’automobile, il medico legale Cataldo Ruffino. Con lui è giunto il sostituto procuratore Santo Distefano. La salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale Garibaldi di catania, dove sarà compiuto l’esame autoptico.
LE INDAGINI. Il movente più credibile al momento resta quello passionale. Anche la scena del crimine sembra spingere verso questa ipotesi. Sembrano troppe 16 coltellate per una rapina finita male. Ma dalle indagini in corso starebbe emergendo anche un altro possibile movente: i debiti. Il 27enne, infatti, ne avrebbe contratti alcuni e forse qualche creditore spazientito potrebbe averlo aggredito. Già lo scorso anno, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stato pestato a sangue per questo motivo.
In queste ore gli investigatori stanno passando sotto la lente di ingrandimento i giri di amicizie e le conoscenze della vittima. Ieri notte, intanto, i carabinieri della Compagnia di Giarre hanno accompagnato la testimone oculare fino al luogo in cui avrebbe prelevato la vittima con la propria auto. Da lì si sono fatti indicare l’esatto percorso compiuto. In queste ore si stanno visionando tutti i nastri delle telecamere installate lungo le vie percorse dalla coppia. L’obiettivo è trovare telecamere che possano aver ripreso gli eventuali assassini, che potrebbero avere seguito la coppia fino alla via Salvemini. Ma non si esclude che i due uomini siano andati a colpo sicuro nella piccola stradina isolata. Da mesi, infatti, secondo il racconto di alcuni residenti del posto, la coppia si appartava in fondo a quella via a bordo del piccolo Suv.
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01 Novembre 2016, 11:25