Rischio di dispersione dell’amianto | Sequestrata vasca della raffineria

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27 Luglio 2011, 17:44

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Una delle vasche della discarica controllata della Raffineria di Gela, la 4, contenente sette tonnellate di amianto, è stata sequestrata dai militari della Guardia costiera e del nucleo speciale d’Intervento di Roma, su decreto del procuratore della Repubblica, Lucia Lotti, per violazione delle leggi di tutela ambientale, perché i teli di copertura sono stati trovati squarciati in più punti. Anche le cosiddette “big bags” (grandi borse) contenenti i rifiuti, erano lesionate “e dunque scrive la Capitaneria di Porto in un suo comunicato – senza protezione dagli agenti atmosferici, con conseguente possibilità di dispersione aerea, trattandosi di materiale disgregato e volatile per effetto delle sollecitazioni termiche e le movimentazioni”.

“Dagli esami di laboratorio – puntualizzano gli investigatori della guardia costiera – è emerso che si tratta di una varietà di amianto denominata amosite”. La discarica industriale, ospitata nell’isola 32 del petrolchimico dell’Eni, è classificata “area di categoria 2-C (per prodotti tossici-nocivi), ed è destinata a contenere rifiuti speciali pericolosi, tra cui anche l’amianto, ma deve rispettare le rigide disposizioni imposte da leggi e regolamenti.

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Ipotizzata dalla magistratura gelese la violazione del codice dell’ ambiente a carico di Bernardo Casa, amministratore delegato di “Raffineria di Gela srl”; Rosario Orlando, dirigente della “struttura operativa integrata n. 5”; Aurelio Faraci, responsabile del servizio di prevenzione e protezione della raffineria; Biagio Genna, capo reparto della “Distribuzione Fluidi”.

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27 Luglio 2011, 17:44

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