25 Aprile 2018, 19:59
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PALERMO – Ci sono i petrolchimici di Gela, Milazzo e Augusta, ma anche impianti di distillazione, depositi di carburante e centri in cui vengono prodotti o conservati esplosivi. La mappa l’ha tracciata il dipartimento regionale dell’Ambiente, che ha individuato nell’Isola 63 stabilimenti a rischio di incidente rilevante (Rir): si tratta di quei siti in cui una emissione, un incendio o una esplosione di grande entità potrebbero provocare un “pericolo grave, immediato o differito per la salute umana o l’ambiente”. Da qui la necessità di un censimento e di un monitoraggio dei sistemi di sicurezza. Dei 63 siti individuati 34 sono di ‘soglia superiore’, con alte concentrazioni di sostanze pericolose, e 29 di ‘soglia inferiore’.
Nessun rischio imminente, né giudizi di merito, ma le direttive europee e le leggi di tutela ambientale impongono alla Regione di scattare una fotografia degli impianti industriali considerati pericolosi per il tipo di attività portata avanti e, in base a questo quadro, di mettere a punto un piano di ispezioni. La legge prevede infatti che per i siti di ‘soglia inferiore’ i controlli siano di competenza regionale, mentre per gli impianti più grossi è lo Stato a scendere in campo. L’ultima classificazione di questo tipo di impianti risale infatti al 2016 e fu messa a punto in collaborazione con l’Arpa, ma è stata giudicata insufficiente e così gli uffici del dipartimento Ambiente, guidato da Giuseppe Battaglia, hanno redatto il nuovo elenco e stabilito anche un cronoprogramma delle ispezioni da effettuare in tutti i 29 siti di ‘soglia inferiore’: si svilupperà nel corso del triennio 2018-2020. Le ispezioni avranno il compito di verificare le misure di sicurezza adottate e i mezzi in dotazione agli impianti siciliani, per valutare anche la capacità di reazione a eventuali incidenti. I costi saranno a carico dei gestori, mentre per l’operatività dei controlli sarà dettata da un accordo di programma tra Regione, Arpa, Inail e Comando regionale dei vigili del fuoco. Alla fine di ogni ispezione verrà redatto un rapporto con il giudizio della commissione sull’adeguatezza del sistema di gestione della sicurezza adottato per la prevenzione degli incidenti rilevanti.
La provincia con più impianti sotto osservazione è Siracusa,dove il triangolo industriale Priolo-Melilli-Augusta vale 15 dei 16 siti censiti. La concentrazione in una porzione limitata di territorio di impianti di raffinazione del petrolio, petrolchimici e depositi di carburante fa di quell’area una delle tre della Sicilia classificate come “a rischio”. Sono per lo più gli insediamenti industriali di Isab, Esso e Sasol. A Siracusa si aggiunge anche il comprensorio del Mela, con sette comuni. Si tratta dell’area che contiene anche la centrale termoelettrica A2A Energiefuture di San Filippo del Mela e la raffineria Scpa di Milazzo: sono quattro i siti sotto osservazione della provincia di Messina. In elenco anche Gela, che con la sua raffineria e i depositi di idrocarburi Enimed ha la paternità di tutti i sei siti nisseni elencati nel documento approvato dal dipartimento regionale Ambiente.
In provincia di Catania sotto osservazione dieci impianti, costituiti sorpattutto da depositi di gas, mentre tra i nove del Ragusano spuntano anche depositi di fitofarmaci e di sostanze tossiche ad Acate. A Modica, invece, un’azienda produce esplosivi per sbancamenti e demolizioni. Un deposito di gas ad Assoro è l’unico sito pericoloso della provincia di Enna, mentre la centrale termoelettrica Enel di Porto Empedocle risulta tra i tre siti individuati nell’Agrigentino. In provincia di Palermo sott’occhio dieci siti, tra cui la distilleria Bertolino di Partinico e i due depositi Esso ed Eni del capoluogo. A Ventimiglia di Sicilia e a Santa Cristina Gela, inoltre, due aziende producono fuochi d’artificio e per questo sono finite tra le realtà da monitorare, così come un centro di stoccaggio esplosivi a Misilmeri. Quattro gli impianti industriali sotto osservazione, invece, in provincia di Trapani: tra questi la distilleria Ima del gruppo Bertolino, che produce bioetanolo nei pressi del porto del capoluogo.
QUI L’ELENCO COMPLETO DEI SITI CENSITI DALLA REGIONE
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25 Aprile 2018, 19:59