08 Novembre 2016, 06:02
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PALERMO – “Ci sono gli sconti?”. Gli “sconti” non sono ancora iniziati. Ma dal portone della sede palermitana di Riscossione Sicilia passa di tanto in tanto qualche contribuente, busta in mano, sguardo confuso. E un po’ di pudore. “Ancora non si sa niente”, si rammarica una signora anziana, “forse attendono il referendum, ci promettono qualcosa sperando che andiamo a votare”. Un uomo sulla cinquantina è lì per capire cosa si può fare con una cartella Inps che sembra assai “pesante”. E per chiedere informazioni sulla cosiddetta “rottamazione”. Non sono in tanti, nella sede di via Albanese, a Palermo. Ma sono andati tutti per lo stesso motivo: come si può ottenere lo “sconto” sulle cartelle esattoriali, promesso dal premier Renzi?
Equitalia da oggi ha messo in rete i moduli per chiedere lo “sconto” su more e sanzioni. Lo stesso ha fatto Riscossione Sicilia, la società che riveste, nell’Isola, il ruolo che Equitalia ricopre nel resto del Paese. “I moduli ci sono”, fanno sapere infatti dagli uffici. Ma al momento, solo quelli. Perché si attende la conversione in legge del decreto fiscale. In queste ore si discute anche sulla possibilità di rateizzare il pagamento. Il nodo è tutto lì. “Se le cose stanno così – ammette l’amministratore unico di Riscossione Antonio Fiumefreddo – non so quanto questo ‘sconto’ sia conveniente per i contribuenti”.
L’adesione alla cosiddetta “rottamazione” dovrà essere effettuata entro il 23 gennaio 2017. Ma quello che preoccupa già i contribuenti sono i termini attualmente previsti dal decreto fiscale. La cartella “rottamabile”, alleggerita dalle sanzioni, infatti, dovrà essere comunque pagata entro un anno: le prime due rate corrisponderanno a un terzo ciascuna della somma complessiva.
“Ma io mi chiedo – dice oggi Fiumefreddo – come possa, un cittadino che non riesce a pagare in tre, cinque anni, trovare i soldi per pagare in un anno, nonostante l’abbattimento di alcune sanzioni. Diciamo che l’idea originaria della norma era apparsa un po’ diversa da questa”. Anche per questo motivo, il presidente di Riscossione sicilia, che proprio nei giorni scorsi ha chiesto a Crocetta di “chiudere” Riscossione Sicilia, ha preparato uno schema di emendamento da far arrivare a Montecitorio dove il decreto fiscale è ancora in discussione: “Chiediamo che il pagamento venga dilazionato in tre, quattro o cinque anni, – spiega – altrimenti gli effetti della norma sarebbero quasi nulli”. In Sicilia, in particolare, sono “rottamabili” 31 miliardi. Dopo l’eventuale rottamazione, la cifra “incassabile” dall’Agente di riscossione scenderebbe a 22 miliardi. “Ma le condizioni previste dal decreto – aggiunge Fiumefreddo – rischiano di neutralizzare le buone intenzioni: gli introiti saranno di molto inferiori”.
Intanto, anche Riscossione ha pubblicato online i moduli per avanzare richiesta. “La società – precisa Fiumefreddo – ha poi 180 giorni per rispondere all’istanza”. In pratica, l’esito arriverà quando il decreto fiscale sarà già legge e saranno più chiare le condizioni. “Ma sono in tanti ad aver già chiesto di accedere a questo strumento. Le domande insomma sono arrivate e anche numerose. In qualche caso hanno già ricevuto una risposta”.
Ma dalle facce e dalle parole dei contribuenti che stamattina si sono recati nella sede dell’Agenzia di riscossione, emerge invece molta confusione. “Al momento – racconta un uomo di mezza età, forzando un po’ di imbarazzo – pare non si possa fare nulla. Attendono non so quale norma o autorizzazione. Temo – sospetta – che rendano le cose complicate per poi spingere tanti di noi a rivolgerci ai consulenti”. Il sospetto, puntualissimo, che accompagna il timore legato a pagamenti, cartelle e sanzioni.
“Qua non sanno nulla – protesta una signora all’ingresso – e ci dicono che non si potrà sapere nulla prima delle prossime settimane. Come al solito”. Ma la rottamazione arriverà. Con gli stessi principi previsti dalle cartelle di Equitalia. Anche se l’effettiva convenienza per il contribuente rischia di essere assai limitata. “L’abbattimento del costo in cartella – ammette lo stesso Fiumefreddo – sarà inferiore rispetto a quanto previsto in origine”. E non è detto, quindi, nemmeno che sia un buon affare. E anche i palermitani, in pochi ieri di fronte agli sportelli di Riscossione Sicilia, forse l’hanno capito.
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08 Novembre 2016, 06:02