Risorse alimentari e rifiuti |Il punto di Giovanni La Via

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08 Maggio 2017, 17:54

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BRUXELLES – Due giorni nelle sale del Parlamento Europeo accanto all’on. Giovanni La Via: per ascoltare, porre domande e comprendere le possibilità dei vari organismi di governo. Agronomo, docente, componente della Commissione ENVI (Ambiente, Sanità pubblica, Sicurezza Alimentare) del Parlamento: La Via, mentre accoglie i giornalisti siciliani al palazzo Altiero Spinelli di Bruxelles, è soprattutto un uomo politico –nel senso originario del termine: arte del governare- consapevole della propria autorità. “L’influenza in Parlamento è data dal dialogare, dal confrontarsi: il lavoro principale avviene nelle commissioni”, spiega La Via, ribadendo così l’importanza delle competenze linguistiche in sede internazionale.

In un clima di misurata familiarità, espone in breve il percorso legislativo tra Commissioni, Consiglio e Parlamento; un anno il tempo medio tra una proposta di legge e la sua completa approvazione, mediata e adattata alle esigenze comunitarie. Legato all’immediato quotidiano appare l’impegno della Commissione: talmente immediato da poter essere determinante in una nazione e a livello sovra-nazionale. Un esempio, l’impegno contro le “etichette a semaforo”, le NutriScore approvate in Francia ed Inghilterra, che dovrebbero dare un giudizio di qualità agli alimenti in base al contenuto di principi nutritivi “buoni” o “cattivi”.

“Questo modello non funziona: non dà informazioni sulla composizione degli alimenti, né considera che è l’eccesso d’un qualunque cibo a causare danni all’organismo”, afferma l’eurodeputato. Un provvedimento che incoraggerebbe alcune tendenze alimentari più popolari, dunque, senza tuttavia rispecchiare la reale qualità dei prodotti. “Risorsa” è termine ricorrente nelle affermazioni dell’on. La Via. Perciò è conseguente l’impegno, suo e dell’intero Partito Popolare Europeo, contro gli sprechi alimentari. “E’ un problema che parte dalla filiera produttiva e l’attraversa fino alla distribuzione degli alimenti”, ci spiega. “Proponiamo di correlare il prezzo dei prodotti alla durata della loro vita, riducendolo man mano che ci si avvicina alla scadenza. Peraltro in alcuni casi la data di scadenza è apposta per legge, ma prodotti quali ad esempio il miele non hanno una vera e propria scadenza”. Un problema dalla radice culturale, si direbbe: lo stesso che poi si traduce in emergenza rifiuti. Quali le soluzioni possibili dal punto di vista europeo? “Le Regioni hanno a disposizione fondi destinati alle infrastrutture, si parla di circa un miliardo di euro l’anno”, chiarisce La Via, “destinati anche alla tutela ambientale: installazione di depuratori, misure in caso di dissesto idrogeologico, consorzi per il riciclaggio ”.

Il limite sarebbe nella gestione errata: “L’Europa ha individuato ‘percorsi virtuosi’ in materia rifiuti, pianificando gli obiettivi con ampio anticipo: ma in Italia si arriva sempre impreparati ai termini, per poi attribuirne la responsabilità alle istituzioni europee”. Ambizione attuale della Commissione è di ridurre del 90% i rifiuti portati in discarica entro il 2030 puntando su un modello di economia circolare fondato appunto sul riciclo: “Almeno il 70% del materiale conferito in discarica è riciclabile, mentre lo smaltimento d’una tonnellata di rifiuti costa in media 100 euro”, precisa il parlamentare.

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Ottimizzare risorse, ridurre sprechi, alimentarsi al meglio: ascoltando Giovanni La Via, un’altra domanda sorge spontanea: quanto può contare la dimensione agricola –il rapporto con la terra- per la crescita umana del cittadino europeo? “Posso dire che molto mi ha dato la gestione dell’azienda agricola familiare, nei pressi di Lentini: affrontare e risolvere in prima persona le necessità ad essa connesse. Dall’esperienza di docente universitario, e dallo studio continuo, traggo gli strumenti per esercitare al meglio il mio ruolo”. L’uomo politico non enuncia principi programmatici, rispondendo con la propria diretta esperienza. In un ennesimo confronto, in un atto di crescita si risolve l’incontro, accompagnato dalla conoscenza dei luoghi in cui l’istituzione parlamentare compie materialmente le proprie funzioni. Resta l’idea del valore collettivo di tutto ciò, per comprendere i meccanismi istituzionali sgomberando il campo da opposizioni a priori e luoghi comuni: in tal senso vanno crescendo le iniziative pubbliche, così come le opportunità di formazione professionale all’interno delle strutture parlamentari.

 

 

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08 Maggio 2017, 17:54

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