Sì al credito d’imposta | Assedio al Palazzo

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29 Aprile 2010, 12:11

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Un quarto d’ora. È bastato soltanto quello per approvare il credito d’imposta, norma voluta trasversalmente sia dal Pd che dal Pdl. Dopo una giornata di lavori d’Aula impantanati da centinaia e centinaia di emendamenti, dopo gli interminabili interventi di Cateno De Luca (e non solo suoi) volti solo a fare ostruzionismo, come da miglior tradizione dell’opposizione,  i deputati hanno dimostrato a se stessi e ai siciliani che quando c’è la volontà politica, non è poi così difficile trovare l’accordo e sbloccare l’ordine dei lavori in sala d’Ercole. Un quarto d’ora. Dodici articoli. Per avere chiaro l’abisso che ha separato quel brevissimo lasso di tempo dal resto della giornata, basti considerare che nell’arco dell’intera mattinata erano stati approvati soltanto 4 articoli. Un po’ più veloci, i lavori nel pomeriggio. Ma si era rimasti sempre nell’ordine di una manciata di articoli (meno di una decina). Poi, lo sprint finale. Prima che il presidente Francesco Cascio aggiornasse i lavori alle 10 e 30 di questa mattina.
Su proposta del capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, infatti, gli articoli 20 e 21 (riordino delle società a totale e maggioritaria partecipazione della Regione e personale società Terme di Sciacca e società Terme di Acireale), che avevano impantanato l’Aula per oltre un’ora, sono stati accantonati. Approvati senza emendamenti gli articoli 22 e 23, che disciplinano, rispettivamente, le spese per collaborazioni e consulenze e le spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, rappresentanza e sponsorizzazioni. Poi si è passati direttamente al credito d’imposta, riforma la cui paternità continua ad essere contesa tra il Pd e il Pdl e che prevede la possibilità da parte della Regione di erogare contributi a piccole e medie imprese che assumeranno a tempo indeterminato. Nel dettaglio, saranno erogati fino a 333 euro per ogni soggetto portatore di svantaggio (disabilità o inoccupazione) assunto a tempo indeterminato e fino a 416 euro per ogni donna assunta. Dodici articoli. Quindici minuti. Tutti gli emendamenti ritirati.
E’ uno dei risultati portati a casa nella seduta di eiri. Oltre ad alcune norme che pongono tetti per i compensi di consiglieri di amminiastrazione e sindaci degli enti regionali, qualche spruzzata di tasse in più, e l’attesa norma proposta da Musotto che esclude dal computo del patto di stabilità la stabilizzazione dei precari negli enti locali, e che apre le porte alla possibilità di un’assunzione a tempo indeterminato (ma solo se i Comuni troveranno i fondi) per una platea potenziale di 22 mila persone.
Poi la protesta degli ex pip, che chiedono la stabilizzazione, scoppiata all’improvviso. I manifestanti avevano una tv, in piazza del Parlamento, con la quale seguono da giorni i lavori d’Aula. Con la quale hanno potuto apprezzare le innegabili doti oratorie di Cateno De Luca (e non solo). Con la quale hanno visto sospendere l’Aula per assenza del numero legale. Con la quale hanno assistito ai momenti di tensione e alla rissa sfiorata. Quindici minuti. Dodici articoli. I siciliani avranno il credito d’imposta.
La diretta della giornata
23:50 Le forze dell’ordine, intervenute questa sera a Palazzo dei Normanni per sedare la protesta dei 500 ex pip che impedivano l’uscita dall’edificio del presidente Lombardo e dei deputati regionali, sono riuscite a far defluire dal portone sul retro, quello che si affaccia su piazza Indipendenza, il governatore e i membri del Parlamento. Si conclude così un assedio scattato intorno alle 22:50, poco dopo la chiusura dei lavori d’Aula.
22:56 Prosegue con un colpo di scena questa intensa giornata di lavori all’Ars. Oltre 500 ex pip che da ore manifestavano davanti a Palazzo dei Normanni, infatti, hanno bloccato tutte le vie d’accesso all’edificio impedendo la regolare uscita del presidente Lombardo e dei deputati, costringendoli a riparare all’interno della struttura. Sul posto è giunta la polizia che per il momento ha invitato tutti a rimanere all’interno del Palazzo in via precauzionale.

22:30 Accantonati gli articoli 20 e 21, e votati il 22 e il 23, su proposta del capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, si è passati all’approvazione degli articoli dal 56 al 68 relativi al credito d’imposta regionale per l’incremento dell’occupazione. La seduta è aggiornata a domani alle 10,30.

21:30 E’ in corso il dibattito sull’articolo 20, che si preannuncia lungo e complicato. I lavori d’Aula dovrebbero protrarsi ancora per un’ora e mezza. La giornata decisiva sarà quella di domani, quando arriverà in Aula un maxiemendamento del governo che potrebbe accelerare un po’ la pratica. In tre ore e mezza oggi pomeriggio sono stati approvati cinque articoli, cioè 13, 15, 16, 17 e 18. Con questo ritrmo l’intera giornata di domani, se il passo non cambia, non sarà sufficiente. Non ci sono state grosse sorprese nel pomeriggio, il governo non è mai andato sotto e l’impianto delle norme affrontate (che riguardavano in grann parte la razionalizzazione delle spese della pubblica amministrazione) è rimasto sostanzialmente invariato, anche se sono passati alcuni emendamenti. Il clima in Aula è stato meno “caldo” rispetto alla mattinata. Questa diretta sarà aggiornata alla fine della seduta con una sintesi di quanto Sala d’Ercole approverà da qui ad allora.

21:15 Siamo alla discussione dell’articolo 20. E’ un articolo “pesante”: riguarda la riorganizzazione delle società partecipate della Regione, un cavallo di battaglia del Pd.

21:03 De Luca ha esaurito i suoi dieci minuti. Intanto alla bouvette è finita la pizza. Ma sono arrivati dei panini al prosciutto apprezzabili. In Aula Oddo chiede ai colleghi “calma e sangue freddo”.

20:53 Articolo 20. De Luca chiede di parlare. “E’ la prima volta che lo chiede”, commenta ridendo il presidente di turno Oddo. Meno male che c’è qualcuno che ancora conserva il buonumore.

20:52 Articolo 19 accantonato per riscrittura.

20: 50 L’articolo 18 è stato approvato. Fissa dei limiti alle indennità accessorie per il personale regionale e per quello degli enti e delle aziende partecipate dalla Regione.

20: 26 Giulia Adamo si rabbuia perchè un suo emendamento è stato ritenuto inammissibile. Altro giro, altra corsa: ecco Cateno De Luca che si cimenta sull’articolo 18. Fuori è buio. Sconforto in sala stampa.

20:22 Approvato l’articolo 17. Tetto di 50 mila euro annui per i membri dei cda e di 25 mila per i sindaci.

20:20 Si stanno votando gli emendamenti all’articolo 17, fin qui senza soprese. Resta aperta la questione posta oggi dal Pdl lealista: se non si rispetta la scadenza del 30 aprile, l’Ars si scioglie? Leontini e compagni dicono di no. Le norme in realtà prevedono lo scioglimento dell’Ars in caso di persistente violazione dello Statuto. La mancata adozione del bilancio potrebbe essere considerato tale, ma non ci sono precedenti.

19:55 Siamo all’articolo 17 che prevede misure di contenimento della spesa, come i tetti alle indennità dei consiglieri e sindaci di  istituti, aziende,  agenzie, consorzi, organismi ed enti regionali. Cateno De Luca si prende i suoi dieci minuti e poi passa il testimone a Mancuso. Camillo Oddo dà il cambio a Francesco Cascio sullo scranno della presidenza.

19:38 Alla fine l’emendamento Musotto che non computa i contratti dei precati degli enti locali ai fini del patto di stabilità passa. Se n’è discusso per un’ora e un quarto circa. Votato anche l’articolo.

19:33 Marco Falcone: “Volevo andare al governo e mi sono svegliato all’opposizione”. Buongiorno. Sempre all’articolo 16 siamo.

19:23 Si parla ancora di precari, una sfilza infinita di interventi sull’emendamento proposto da Francesco Musotto dell’Mpa. Scilla del Pdl Sicilia punzecchia Leontini, ma si presenta penitente: “Se stamattina ho offeso qualcuno, posso anche chiedere scusa”. Alla fine dell’intervento, Scilla scende dal palchetto e bacia e abbraccia Cateno De Luca. Applausi.

19:05 L’Aula ancora impantanata sull’articolo 16. Il punto da dirimere riguarda l’esclusione de i contratti dei precari dal computo del patto di stabilità. Innocenzo Leontini si accalora con Toni Scilla e il viso gli diventa curiosamente dello stesso colore della cravatta.

Ore 18:45 Siamo ancora al dibattito sul patto di stabilità. Parlano in tanti. Facendo due conti, se si continua di questo passo, tirando fino alle 23 di stasera e tutto domani, non si arriva a chiudere. Servirebbe un accordo, che non c’è. Intanto il Pdl “lealista” contesta la versione del governo secondo la quale se non si vota il bilancio l’Ars viene sciolta. “Non sta scritto da nessuna parte”, dicono loro.

Ore 18:35 Da un pezzo si parla dell’articolo 16, che riguarda il patto di stabilità. Tanto per cambiare intervengono Cateno De Luca e Fabio Mancuso.

Ore 18:10 Approvato l’articolo 13 che aumenta l’aliquota della tassa per chi produce idrocarburi.

Ore 18:00 approvato l’articolo 15 sulla trasparenza dei conti pubblici. Prevista la decadenza di dirigenti e amministratori che dispongono atti o assunzioni senza copertura finanziaria.

Sintesi della mattinata

Alle 16 e rotti solo 28 i deputati presenti. E sospensione per un’ora. Un’ora di stop che arriva nel momento peggiore. Quando, insomma, è già in grande pericolo l’approvazione del documento entro domani, termine ultimo.

I protagonisti di questa maratona che dovrebbe portare, entro le prossime 48 ore, all’approvazione della manovra finanziaria (pena lo scioglimento dell’Assemblea per una persistente violazione dello statuto), sono esasperati. In Aula Antonio Scilla (Pdl Sicilia) ha alzato i toni, soprattutto nei confronti di Fabio Mancuso (Pdl). Proprio Mancuso e Cateno De Luca, infatti, sono due tra i deputati della nuova minoranza “delegati” dai rispettivi gruppi a fare il lavoro dell’opposizione. Se il regolamento che l’Aula si è data, infatti, è che su ogni articolo ciascun deputato può intervenire una sola volta per un tempo definito di dieci minuti, i due deputati lo hanno preso alla lettera. Così, per ogni articolo che si inizia a discutere, l’Aula resta impantanata per ben venti minuti, dietro gli interventi di De Luca e Mancuso che, in quanto opposizione, hanno appunto tutto l’interesse ad allungare i ritmi di lavoro. Insomma, quel che nei fatti è successo nelle 4 ore mattutine è che sono stati discussi (e votati) quattro articoli, a fronte di una finanziaria da votare in quarantotto ore, che conta centoventi articoli e che ha visti accolti in Aula oltre duemila emendamenti.
Quel che cambia, nei fatti, è l’aumento delle tariffe delle motorizzazioni, che consentiranno di rimpinguare le casse della Regione di ben 800 mila euro. Fondi che, secondo il Pdl, potevano essere recuperati tagliando le domeniche d’eccellenza eno-gastronomica.
Gli altri articoli approvati nel corso della mattina riguardano invece le tasse sulle concessioni governative regionali (come, ad esempio, le concessioni per le coltivazioni di cave e torbiere), l’istituzione dell’Irap (la tassa regionale sulle attività produttive che diventa di diretta competenza della Regione), nonché il fondo di rotazione dell’Irfis (Istituto regionale per il finanziamento alle industrie in Sicilia), che viene tagliato di 25 milioni di euro.
La seduta riprenderà nel pomeriggio, quando si entrerà – a partire dall’articolo 14 – nel vivo degli aspetti più politici della finanziaria. Intanto, sul fronte Pdl, c’è attesa per l’annunciato faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Miccichè, che, secondo indiscrezioni, potrebbe avere luogo a Roma nel tardo pomeriggio.

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29 Aprile 2010, 12:11

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