22 Luglio 2017, 05:02
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CATANIA – Cinque feriti, tre senegalesi e due catanesi, teste spaccate, ma poteva finire molto peggio durante i dieci minuti di scontro tra gli ambulanti di piazza Carlo Alberto, stranieri e italiani. Le indagini sono in corso, abbiamo provato a rimettere in fila i fatti e tentare di dare un senso a quegli attimi di guerra civile che, solo per un caso fortuito, non sono finiti nel sangue.
L’ILLEGALITÀ COME EMBLEMA. E’ solo il presupposto, l’illegalità “normalizzata” di Piazza Carlo Alberto. I vigili urbani rischiano la pelle ad ogni intervento, gran parte degli stalli che circondano il cuore del mercato sono occupati abusivamente. Lo spazio, nel più grande mercato di Catania, si regola con la legge della strada. Ad ogni ora, quando tutto va bene, le bancarelle scompaiono dal Corso Sicilia mentre passano i vigli urbani, per poi essere rimontate un istante dopo. I senegalesi vendono scarpe, borse e aggeggi elettronici taroccati, si contendono lo spazio con le “installazioni” più grandi dei catanesi, lasciamo stare la provenienza delle merce esposta, qui conta contendersi la striscia pedonale o l’angolo più trafficato, strisce blu comprese.
LO SCONTRO. Gli animi sono esasperati da tempo, il momento più caldo della giornata è quello in cui vengono smontate le bancarelle. Nessuno, delle forze dell’ordine, controlla il mercato, gli ambulanti sono già svegli da una decina di ore, alcuni di loro sanno bene che i caffè possono non bastare. Un ambulante catanese avrebbe urtato il carretto di un senegalese, grida e subito mazze in mano. All’improvviso il mercato si trasforma in una trincea: lo scontro è feroce. L’ambulante sostiene di essersi spaventato e di aver tentato di fuggire, così non sembra, visto che torna indietro col furgone e poi insegue uno dei senegalesi che gli hanno fracassato il parabrezza, col rischio di investirlo. I colpi di mazza non si contano, qualcuno finisce a segno, “tre senegalesi sono stati feriti – ci spiegano gli ambulanti stranieri – ma anche due catanesi perdevano sangue dalla testa”.
IL FALLIMENTO DELLE ISTITUZIONI – A tre giorni dall’accaduto, le Forze dell’ordine hanno inviato una volante a presidiare la zona, da tempo la polizia vive una crisi di uomini e risorse, impegnati negli sbarchi e nel controllare uno dei territori più caldi d’Italia. Nonostante questo gli uomini della polizia sono riusciti a eseguire blitz che hanno assestato colpi micidiali alla criminalità organizzata. Quella che ha fallito è la politica, a partire dal consiglio comunale sino ad arrivare ai vertici dell’amministrazione guidata da Enzo Bianco. Non c’è un solo atto che possa fare sperare che, quanto già accaduto, non si ripeta.
A Piazza Carlo Alberto c’è la legge della strada, con buona pace di chi si gira dall’altra parte e pensa già alla prossima campagna elettorale.
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22 Luglio 2017, 05:02