30 Novembre 2011, 10:09
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(rp) Oggi Rita Borsellino incontra Pierluigi Bersani, come anticipato da Livesicilia la settimana scorsa. In una lettera a “Repubblica” l’europarlamentare spiega la sua sua posizione. Anzi, la ribadisce: “Come ho detto fin dal primo giorno porterò avanti un progetto per Palermo insieme ai palermitani. Non chiederò a nessuno tessere di partito. Un progetto che riporti i cittadini al centro della politica”. E’ un’inclinazione che talvolta è sembrata confondersi col voler glissare, col tacere, con l’andare oltre. Si è detto: non si affronta il nodo delle alleanze, perché è scomodo. D’altra parte, a nessun originale romanziere di fantascienza verrebbe mai in mente di sistemare Rita Borsellino e Raffaele Lombardo dallo stesso lato della barricata, perché di questo si tratta. E non diamo un giudizio di valore, ma se le parole hanno un senso, si era già capito tutto in anticipo. In centinaia di interviste la sorella di Paolo ha affermato la propria irriducibile incompatibilità col governatore della Sicilia. Il torto del Pd? Credere che fossero, appunto, mezze parole. Le solite frasi della politica politicante che oggi vanno bene e domani chissà. Perché, nella politica politicante non c’è mai una dichiarazione di principio che non sia piegabile allo stratagemma della convenienza.
Calcolo errato e conto salato. I vertici del Pd non hanno tenuto presente il nodo focale. La signora Borsellino non appartiene al canovaccio delle larghe intese, delle convergenze parallele, del bilancino dei consensi, pur necessario. Quando parla di politica, ha in mente un progetto ideale e senza compromessi. Anche zoppo, certo, perché le ali delle idee poco possono se non c’è un lavorio scuro in qualche tipo di cantina partitica. E si misura con un realismo abituato a costruire le candidature in base all’ordito delle alleanze possibili, difettando nella direzione opposta: nella capacità di infiammare l’elettore. Senza entrare ancora una volta nel merito, Rita Borsellino e Antonello Cracolici parlano due linguaggi reciprocamente intraducibili. Ognuno potrebbe completare l’altro. Ma non si intenderanno mai, Bersani o non Bersani.
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30 Novembre 2011, 10:09