05 Marzo 2012, 02:33
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Il sogno di Rita Borsellino svanisce in luogo immaginario, tra la Zisa e Piazza Campolo. Lì erano gli ultimi due gazebo. I due che mancavano, per avere il dato conclusivo. O quantomeno, “quasi conclusivo”, visto che già a caldo, a caldissimo, è partita la richiesta del riconteggio dei voti.
I primi dati, però, parlano di una sconfitta di misura. Centocinquanta voti. A dividere Rita da Fabrizio Ferrandelli. Mezzo punto, in termini percentuali. Che politicamente pesa. Pesa parecchio. Peserà parecchio. Dentro il Pd. All’interno della coalizione di centrosinistra. Per Rita stessa, che ci aveva creduto, aveva scommesso, ed è stata bruciata allo sprint dal giovane candidato di Cracolici e Lumia. Che ha giurato di dire “no” a Raffaele Lombardo. Ma intanto puntella, con questa vittoria l’area del Pd che tiene in sella il governatore a Palazzo d’Orleans.
Rita, stanotte ha deciso di non parlare. Un misto di delusione e cautela. Nella sede del comitato che l’ha sostenuta, le ultime speranze sono rimaste aggrappate al gazebo di Piazza Campolo. Servivano trecento voti di distacco, ne sono arrivati la metà.
Ma quel distacco potrebbe assottigliarsi ancora. O persino scomparire. Il comitato organizzativo delle primarie ha richiesto infatti il riconteggio dei voti. Molte cose non tornano. “Hanno trovato schede di colore diverso”, dice qualcuno dei sostenitori della Borsellino. “Schede con timbri differenti”, persino gazebo dove sono spuntate “cinquanta schede in più” e un altro, proprio quello decisivo di Piazza Campolo, “dove hanno scrutinato 50 schede in meno dei votanti”.
Insomma, Ferrandelli ha vinto. Forse. Rita ha perso. Forse. La coda di queste primarie, del resto, non fa che pendant con la testa. Una consultazione condita da polemiche quasi quotidiane. Con colpi, a volte, piazzati a ridosso della cintura.
Ma al comitato per Rita Borsellino, tra i tanti ragazzi accorsi a seguire l’alternarsi dei voti, che hanno riempito al limite dell’asfissia una stanza che dava su via Mariano Stabile, l’obiettivo delle recriminazioni non è stato il rivale del “testa a testa”, ma Antonella Monastra. Per ogni dato dei gazebo, ad ogni aggiornamento, ecco la “stizza” per quei cento, centocinquanta, centonovanta voti che non contribuivano alla “lotta per la vittoria”, ma acuivano il rimpianto per i sostenitori di Rita. “Quei voti erano nostri”, dice qualcuno.
Nella sede di Rita Borsellino, la gente arriva alla spicciolata dalle nove della sera. Molti giovani, pochi politici. Ci sono i segretari regionali e provinciali di Sel Erasmo Palazzotto e Sergio Lima, c’è il segretario della Cgil Funzione pubblica Michele Palazzotto. In nottata, a conteggio concluso, ecco Nadia Spallitta.
Rita Borsellino ha atteso per tutto il tempo in una stanza attigua a quella nella quale giungevano i dati. Alle otto della sera tradiva un po’ di tensione, ma non lesinava sorrisi di cortesia. L’abito viola. L’attesa negli occhi.
Da quel momento, dalla stanza non uscirà per tutta la durata del conteggio. Mentre al di là di quella porta aumentavano, minuto dopo minuto, i supporters. Molto silenziosi, a dire il vero. Che hanno seguito la parabola delle preferenze tra sconforto e speranza. Già, perché dopo le prime otto “sezioni”, Ferrandelli è già avanti di quasi 300 voti. Persino Davide Faraone, che aveva fatto il pieno alla Stazione Centrale, era avanti a Rita. Poi, la prima scossa, al gazebo dell’Uditore. Quaranta voti di distacco a Ferrandelli, quasi 250 a Faraone. Inizia la rimonta?
Da lì, in effetti, è un recupero continuo. Che diventa un sorpasso, quando arrivano i dati del gazebo in piazza Don Bosco: la Borsellino infligge un distacco di oltre duecento voti a Ferrandelli, cinquecento a Faraone. Ma a due terzi dei gazebo la situazione è nuovamente in discesa per Ferrandelli. I voti di vantaggio per l’ex Idv sono quattrocento. Le speranze del team di Rita sono riposte sui gazebo del Politeama e di Piazza Campolo.
La tensione sale. Qualcuno dei presenti, inizia a dare segni di insofferenza: “Iniziano a girare”, dice. Mentre s’affacciano anche le lacrime. Di delusione, di stanchezza. Fuori intanto, ha iniziato un po’ a piovere. Si intuisce dalle giacche degli ultimi arrivati, che chiedono. “Quant’è il distacco?”, “quanti gazebo mancano?”.
Ma i gazebo non sono tutti uguali. Ci sono quelli “loro” e quelli “nostri”. E uno dei “loro” è quello di Piazza Indipendenza, dove Ferrandelli mette a segno un distacco di duecento voti. Sembra il colpo di grazia. Ma nel corso della serata, i tifosi di Rita pescavano di tanto in tanto in una specie di salvadanaio della speranza: i parziali del gazebo del Politeama. Cento voti di vantaggio, centocinquanta voti di vantaggio, duecento voti. Alla fine saranno 340. A riaccendere quel sogno. Mondello, Bonagia a Ferrandelli. Piazzale Europa alla Borsellino. Duecentocinquanta voti separano Rita da Fabrizio, quando è quasi l’una di notte.
Mancano i gazebo della Zisa e di piazza Campolo. Qualcuno profetizza: “Non si può perdere per 150 voti!”. Avrà ragione. In attesa del riconteggio, ovviamente. Intanto, Rita non parla. Lo farà domani. Aspetta. Nella notte, dai gazebo giungono notizie di ogni tipo. Schede in più, schede in meno, schede dimenticate e ritrovate, che perdono e riguadagnano colore. Intanto, in via Mariano Stabile il silenzio, adesso, è denso di delusione. È muta anche la strada giù dalla finestra, dove forse Rita fino a poche ore prima aveva sognato di festeggiare con i “suoi”. E dove adesso non arrivano nemmeno gli echi di Piazza Rivoluzione, dove qualcuno già inneggia a “Fabrizio Sindaco”.
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05 Marzo 2012, 02:33