07 Maggio 2017, 06:14
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PALERMO – Un’opera che ha già accumulato tre anni di ritardi e il cui presente è ancora incerto, malgrado il futuro sembri già “segnato” con nuovi cantieri all’orizzonte. Stiamo parlando dell’anello ferroviario di Palermo, un’infrastruttura che in questi anni ha rappresentato un vero e proprio Calvario per residenti e commercianti di via Amari, del Politeama e di via Sicilia, tanto da costringere Sala delle Lapidi ad approvare, in extremis, l’esenzione dalle tasse per un anno per i negozianti danneggiati dai lavori. E se da un lato si registra qualche timido segnale di ripresa, come la riapertura di un pezzetto di via Amari e la liberazione di piazza Castelnuovo e di viale Campania dalle transenne, dall’altro bisogna fare i conti con tre anni di ritardi e i cantieri ancora bloccati in viale Lazio e al Politeama. Insomma un presente più incerto che mai, reso tale anche dalle fibrillazioni degli operai che a Roma, nel corso dell’ultimo incontro al ministero, hanno chiesto (senza successo) garanzie alla Tecnis per il futuro.
Nel frattempo, però, si pensa già al dopo. I lavori attuali, infatti, non sono altro che il primo stralcio del progetto di chiusura dell’anello di rotaie e dovrebbero concludersi nel 2020; il progetto, però, prevede anche un secondo stralcio che vale 100 milioni e che consiste nella costruzione della fermata Malaspina e nel collegamento dal Politeama a Notarbartolo, che consentirebbe alla linea di essere definitivamente e realmente circolare. La novità è che il governo ad aprile ha pubblicato in Gazzetta ufficiale la delibera Cipe che stanzia i soldi necessari per il secondo stralcio: in pratica, adesso, i fondi ci sono e l’iter può partire. Anche questa volta tutto sarà in mano a Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato, a cui toccherà gestire il processo così come sta avvenendo già per il primo stralcio. Nel corso di un incontro alla Regione dello scorso novembre, i vertici locali di Rete ferroviarie italiane avevano rassicurato tutti: il progetto del secondo stralcio sarà meno invasivo e comporterà meno disagi per i cittadini.
Sta di fatto che, al momento, non c’è ancora nulla di scritto, mentre il presente è assai meno roseo. Il Comune, a furia di pressioni, è riuscito a ottenere la momentanea liberazione di piazza Castelnuovo e di viale Campania da aree di cantiere praticamente vuote; inoltre una porzione di via Amari è tornare fruibile. Il sindaco Orlando e il vice Arcuri hanno già annunciato che entro aprile tutte la strada sarà nuovamente percorribile fino al porto e che in 15 giorni riprenderanno i lavori anche in viale Lazio. I problemi però restano. Gli operai della Tecnis sono in fibrillazione per i ritardi nei pagamenti, dovuti a una momentanea crisi di liquidità dell’azienda che ancora aspetta i soldi di altri committenti pubblici; al Politeama si attende ancora la variante di Rfi per salvare gli alberi, il che blocca il cantiere; in viale Lazio, inoltre, le Ferrovie devono trovare una via d’uscita per far coesistere le linee attualmente funzionanti e i lavori sul versante nord per la posa dei pali.
L’unica consolazione, per i commercianti, potrebbe essere rappresentata dallo sconto sulle tasse comunali che, a seconda dei casi, potrà arrivare anche al 100 per cento: i negozi interessati dai cantieri potranno infatti fare istanza al Comune per accedere a sgravi ed esenzioni totali o parziali su Tari, Tosap e tassa sulla pubblicità.
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07 Maggio 2017, 06:14