24 Ottobre 2019, 11:10
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REGGIO CALABRIA – Circuiva persone deboli, anziane e incapaci, con riti esoterici per impadronirsi dei loro beni. Per questo motivo, un’insegnante di religione di una scuola pubblica del messinese, di 59 anni, è stata arrestata dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. La donna, accusata di circonvenzione di incapace, nata a Reggio abita a Messina e ha la disponibilità di diversi immobili in Calabria e in Sicilia. Era un’assidua frequentatrice di opere caritatevoli, mense dei poveri, chiese, soggiorni della Caritas e case di riposo. Facendosi scudo della sua professione e delle sue frequentazioni, per l’accusa, avvicinava e irretiva persone psicologicamente deboli e incapaci. Nel corso dell’operazione, denominata “I samaritani”, i finanzieri hanno trovato istruzioni per praticare riti magici per rimuovere le vibrazioni negativa dalle case, una “corazza di protezione” con simbologia del settore, un “captatore tri-sensor” e un talismano che assicurerebbe protezione duratura.
Un’anziana messinese in precarie condizioni di salute, anche di natura psichica, ed un 43 reggino, incapace di autodeterminarsi, sono stati trovati, praticamente “detenuti”, in una casa di Messina inondata di rifiuti di ogni tipo, in evidente stato di abbandono e in pessime condizioni igienico-sanitarie nel corso delle indagini che hanno portato all’arresto di una insegnante di religione per circonvenzione di incapace condotta dai finanzieri di Reggio Calabria. La casa era dell’insegnante. I due, secondo quanto riferito dai finanzieri, erano praticamente “detenuti, dal momento che l’anziana era impossibilitata a muoversi e l’uomo, dofferente di disturbi psichici, era stato convinto dall’insegnante che era ricercato dalle forze dell’ordine e quindi l’unico rifugio sicuro era l’abitazione.
Dopo avere constatato le condizioni di vita dei due, i finanzieri hanno immediatamente chiamato il 118 ed allertato i servizi sociali. Le indagini, coordinate dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto, Gerardo Dominijanni, e dai pm Roberto Di Palma e Angelo Gaglioti, e condotte dalla Compagnia della Guardia di finanza di Reggio sono cominciate dopo la presentazione di una denuncia da parte del 43enne che, tra l’altro, riferiva di essere stato raggirato da alcuni parenti allo scopo di sottrargli l’eredità lasciatagli dai genitori morti. La denuncia ha insospettito i militari perché la calligrafia della firma del denunciante, all’apparenza molto elementare, come quelle dei bambini, non corrispondeva all’articolazione e alla precisione con cui venivano esposti i fatti “incriminanti” nei confronti dei parenti reggini del denunciante. Le indagini, condotte con sopralluoghi e appostamenti a Reggio Calabria e a Messina, interrogatori, perquisizioni, analisi della documentazione e dei dispositivi elettronici (pc e telefoni cellulari) sequestrati, accertamenti bancari e perizie psichiatriche nei confronti delle persone offese, hanno portato gli investigatori a giungere a uno scenario completamente diverso da quello inizialmente delineato nella denuncia. E’ emerso che, attraverso un modus operandi ormai ben consolidato – lo stesso che si stava perpetrando anche nei confronti del “denunciante” reggino – l’insegnante di religione si impadronisse del patrimonio mobiliare e immobiliare delle vittime, nonché del loro denaro e di ogni loro oggetto di valore, attraverso l’indotta sottoscrizione di Procure speciali, testamenti e deleghe ad operare su conti correnti in suo favore. E’ poi emerso come la donna ricorresse anche a rituali e pratiche esoteriche per raggiungere i propri scopi. Le credenze e i rituali magico-esoterici evidentemente consentivano alla donna di incidere in modo suggestivo ed ancora più penetrante sulla già debole psiche delle vittime, aggravando ulteriormente il processo di creazione di un forte ascendente sulle stesse, ai limiti dell’instaurazione di una vera e propria forma di dipendenza. (ANSA).
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24 Ottobre 2019, 11:10