Ritratto di un gentiluomo

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01 Giugno 2011, 14:08

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Delio Rossi lascia. Va via con il fardello di lacrime di una dannata finale e con il dolore sportivo di un lavoro lasciato a metà. Non ci sarà nessun seguito al preambolo di una ordalìa persa con onore. Non ci sarà nessun secondo tempo per il suo Palermo che ha giocato a calcio, divertendo e pagando il prezzo della gioventù e dell’inesperienza. Due giudizi si possono azzardare senza timore di smentite. Delio Rossi è un signore perbene. E’ anche stato l’allenatore più importante della recente epopea rosanero. Più di Guidolin che portò la sua navicella gloriosa in serie A, dando la stura a una gioia troppo tempo trattenuta. Lo ripetiamo: la storia non è soltanto una somma algebrica di eventi. E’ in prospettiva un segmento di memoria legato all’affetto che porta. Delio, che ha conseguito i migliori risultati degli ultimi anni ha già scalato il podio più alto nel cuore della gente. Non sarà dimenticato.

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Sulla qualità dell’uomo, poi, non c’è nemmeno un centimetro d’ombra. Un galantuomo che ha saputo attirare amore e gratitudine dalla sua parte, a prescindere dai risultati. Chiunque, nell’onnivoro mondo pallonaro, sarebbe stato crocifisso dopo sette gol subiti in casa. Rossi ha avuto sempre solidarietà e partecipazione, ma non le ha mai utilizzate per confezionare pose da capopopolo. Farà la fortuna della sua prossima squadra. Noi lo salutiamo con gratitudine e rimpianto. A Palermo arriverà Pioli, un ottimo tecnico, un altro cultore del lavoro. Ma già sappiamo come finirà.

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01 Giugno 2011, 14:08

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