09 Ottobre 2019, 20:14
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PALERMO – Continuano a piovere critiche sulla possibilità di aggregare la Centrale unica di committenza (Cuc) della sanità siciliana con quelle di altre regioni, tra cui la Lombardia, e di svolgere alcune gare del settore in un sistema non siciliano. Il tema rimane ‘caldo’ nonostante gli assessori alla Sanità, Ruggero Razza, e all’economia, Gaetano Armao, abbiano già gettato acqua sul fuoco dopo la delibera della giunta regionale. Alle critiche arrivate nei giorni scorsi dal Partito democratico seguono quelle del Movimento cinque stelle, dell’Alleanza delle cooperative italiane in Sicilia e del presidente della commissione Bilancio all’Assemblea regionale siciliana, Riccardo Savona.
Oggi i rappresentanti dell’Aci Sicilia, Alleanza delle cooperative italiane in Sicilia costituita da Agci, Confcooperative e Legacoop, sono stati ricevuti dalla commissione Bilancio dell’Ars. Il timore espresso dall’Aci riguarda “gli effetti potenziali sulle imprese, anche cooperative, che già faticano per competere in un mercato sempre più complesso e a volte spregiudicato – si legge in una nota – e che vedono avvicinarsi la minaccia di un vuoto procedurale importante, che rischia di paralizzare l’intero comparto”. Per l’alleanza delle cooperative, “se il problema fosse la scarsa ‘produttività’ della Cuc Sicilia, bisognerebbe lavorare per potenziare la struttura, colpendo le inefficienze, organizzandola e contestualmente monitorandone il funzionamento e le eventuali criticità”.
Le posizioni delle cooperative siciliane sono state condivise dalla commissione e dal presidente Riccardo Savona, che definisce il confronto odierno “costruttivo, e che ha fatto emergere sulla Cuc una serie di legittimi dubbi su un eventuale percorso per il sistema delle gare e dei servizi, e degli acquisti in generale. Abbiamo ascoltato attentamente dalla voce degli imprenditori – continua Savona – che questa sorta di spending review presenta una serie di falle e rischia soprattutto di far perdere questo patrimonio di competenze e conoscenze che già la Cuc siciliana possiede. Non vorremmo trovarci a una specie di espoliazione e un ulteriore indebolimento per la nostra economia e per la nostra piccola e media impresa, un tessuto umano e di risorse che va tutelato”.
“Gli appalti pubblici della sanità regionale stanno fortemente penalizzando le piccole e micro imprese del territorio”, dicono i deputati regionali del M5s Angela Foti, Valentina Zafarana e Antonio De Luca, che si fanno portavoce anche dei rappresentanti di Confimprese Sicilia ascoltati in commissione Attività produttive. “Il quadro che emerge – illustrano i deputati – è desolante: i capitolati vengono redatti da personale e reclutato alla bisogna, privo delle necessarie competenze. Le gare prevedono mega-lotti accessibili solo alle multinazionali. La Cuc ha 12 dipendenti contro i 90 di altre Regioni che vengono prese come modello virtuoso. Questo modo di operare del governo regionale metterà nell’angolo le piccole imprese e le micro-imprese del comparto, che annoverano intorno ai 5.000 operatori, molti dei quali altamente specializzati. Paradossalmente, i grossi fornitori vincono e sub-appaltano agli operatori locali, generando una distorsione sulla quale bisogna riflettere”.
“Gli assessori Armao e Razza si presentino in commissione Attività produttive per affrontare finalmente la questione – è l’invito del Movimento –. Avevamo infatti chiesto ai due assessori il ritiro della delibera, in commissione Sanità. L’hanno negato, impegnandosi ad apportare dei correttivi ad oggi non attuati. Investiremo l’aula con una mozione che impegni il governo a ritirare la delibera in questione”.
Come detto, già in passato non erano mancate le critiche politiche. Il deputato dem Antonello Cracolici, ad esempio, pochi giorni fa aveva puntualizzato che “l’aggregazione con le Centrali di committenza di altre regioni dovrà essere definita indicando in maniera univoca i settori merceologici di beni e servizi che saranno acquisiti attraverso un sistema aggregato ad altre Centrali, evitando in ogni caso un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo siciliano”.
Una prima risposta della Regione arriva da Roma, dov’è stato siglato un accordo di collaborazione tra l’assessorato dell’Economia della Regione Siciliana, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e Consip, che ha per oggetto la razionalizzazione della spesa pubblica regionale in beni e servizi. L’accordo prevede l’analisi e indirizzamento dei fabbisogni delle amministrazioni per le quali opera la Centrale unica di committenza della Regione Siciliana. L’obiettivo è individuare una sinergia con gli strumenti di acquisto del Programma di razionalizzazione della spesa della pubblica amministrazione, gestito da Consip per conto del Mef. Al centro dell’accordo anche lo sviluppo e l’inclusione del contesto produttivo locale, attraverso incontri informativi mirati al coinvolgimento delle aziende del territorio nelle iniziative di acquisto della Cuc regionale e di Consip. L’intesa inoltre farà sì che Cuc si serva della piattaforma di ‘e-procurement’ Mef/Consip, per lo svolgimento delle proprie gare in modalità Asp (Application service provider).
“L’accordo di collaborazione consentirà di riqualificare gli acquisti dell’amministrazione attraverso il potenziamento dell’attività della Centrale unica di committenza regionale – afferma l’assessore Gaetano Armao – con il duplice obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica e di amplificare le capacità concorrenziali del tessuto produttivo siciliano. Attiveremo presto, in collaborazione anche con le associazioni di categoria, un programma informativo – continua – per favorire, tramite l’utilizzo degli strumenti di e-procurement messi a disposizione in questa importante collaborazione, l’accesso delle imprese locali al mercato della domanda pubblica, superando alcune criticità”.
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09 Ottobre 2019, 20:14