26 Giugno 2018, 13:19
1 min di lettura
PALERMO – Per rientrare in possesso della sua auto rubata aveva dovuto pagare un riscatto. Si è trovato al centro dell’ormai noto meccanismo del “cavallo di ritorno” un anziano palermitano, che per riavere la sua macchina aveva dovuto sborsare più di quanto riceve mensilmente con la pensione.
In arresto con l’accusa di estorsione sono finiti Michele Arceri, cinquantenne del Cep e trasferito in carcere, mentre per Vincenzo Nuara, 26 anni e Giuseppe Misseri – entrambi di Passo di Rigano – sono stati disposti i domiciliari. Le indagini dei “Falchi” della sezione Contrasto al Crimine Diffuso della squadra mobile, hanno permesso di ricostruire nel dettaglio la vicenda.
L’anziano si era reso conto del furto dell’auto a settembre: l’aveva parcheggiata vicino casa, ma l’indomani era sparita. Poi era stato avvicinato da Arceri, che conosceva di vista e che si era fatto avanti per aiutarlo nelle ricerche della macchina. Quest’ultima era stata rintracciata in poche ore. Era danneggiata, ma Arceri e Nuara avevano chiesto in cambio la somma di 550 euro a titolo di “rimborso”. Avrebbero anche dato la possibilità, al pensionato, di pagare in due rate.
Per questo, la prima di quattrocento euro era stata riscossa da Arceri, la successiva, di 150 euro, era finita nelle tasche di Misseri. La squadra mobile ha avviato subito le indagini e negli ultimi mesi ha individuato i presunti autori dell’estorsione, facendo così scattare le manette.
Pubblicato il
26 Giugno 2018, 13:19