17 Giugno 2009, 14:45
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Le tracce portano al Cep. Si cerca un mitomane o un gruppo di balordi. Dopo più di due mesi di indagini e decine di auto date alle fiamme soprattutto nella zona bene della città, il quartiere Libertà, qualche tessera del puzzle è stata sistemata. La task force della Squadra Mobile, guidata da Carmine Mosca, che sta seguendo il caso, infatti, è riuscita a definire qualche tratto dei possibili responsabili, individuando elementi in comune tra i vari episodi. Incendi che si ripetono ormai dal mese di marzo, con una strana pausa tra la fine di aprile e parte del mese di maggio.
“Prima di tutto – spiega Mosca – abbiamo fatto una mappa degli incendi dove vengono coinvolte almeno due auto e questi si verificano essenzialmente nel quartiere Libertà o al confine con quello di San Lorenzo. Dunque nel centro di Palermo. E’ vero – continua – che ci sono stati casi anche a Borgo Nuovo o nella zona della stazione, o altri in cui è stato coinvolto un unico mezzo, ma riteniamo che si tratti di eventi sganciati da quello principale, legati a regolamenti di conti, per esempio. Con la mappa, ci siamo accorti che gli autori degli incendi sembrano compiere una sorta di percorso e, precisamente, dal centro della città verso la periferia. Per esempio, qualche giorno fa, sono state incendiate complessivamente sette auto: una parte nella zona di via Libertà e l’altra al Cep. Questo ci fa pensare che gli autori, dopo aver trascorso la serata in centro, magari in qualche locale e forse dopo aver assunto alcool e droghe, tornino nella zona in cui vivono. Non è escluso che possano provenire dalla provincia”.
L’altro fattore che è stato preso in considerazione dagli investigatori è quello temporale. “Anche qui – continua Mosca – cercando una correlazione tra i vari incendi, emerge che questi si verificano soprattutto nel fine settimana ed in un orario compreso tra mezzanotte e le tre del mattino. Un dato che sembra confermare l’ipotesi di un gruppo di persone che incendiano le auto per divertirsi nei giorni liberi”. Il fenomeno, però, verso la fine di aprile si è stranamente interrotto. “Proprio in quel periodo – chiarisce Mosca – siamo andati molto vicini a beccare i responsabili. Le nostre pattuglie erano a poca distanza dal luogo in cui si era verificato uno di questi incendi. Supponiamo che gli autori si siano spaventati per un po’, temendo appunto di poter essere presi”. E poi, dopo la pausa, hanno ricominciato: l’ultimo incendio risale, infatti,
alla notte scorsa.
“Gli uomini della Squadra Mobile – prosegue Mosca – in base a questi elementi, stanno compiendo dei servizi in borghese. Abbiamo anche acquisito le immagini di alcune telecamere a circuito chiuso che si trovano in alcuni punti in cui si sono verificati gli incendi. La qualità non è ottimale ed in più i fatti accadono di notte, per cui al momento non ci sono servite a molto. In queste vicende, in genere, sono elementi casuali a dare una svolta alle indagini”.
Complesso è comprendere il significato di questi atti, semmai ce ne fosse uno. Visto che viene colpita la parte bene della città, probabilmente da parte di chi vive invece in zone degradate della periferia, si potrebbe pensare ad una sorta di sfregio, al tentativo di rendere la vita impossibile a chi avrebbe tutto per trascorrerla tranquillamente. “I gesti non vengono rivendicati – afferma ancora Mosca – e probabilmente non hanno una connotazione simbolica così forte. Pensiamo che si tratti soltanto di atti compiuti da balordi, escludendo anche la criminalità organizzata, visto che in genere non c’è neppure un nesso tra le vittime”.
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17 Giugno 2009, 14:45